Il nuovo presidente dello Zambia promette: nessun cittadino dovrà andare a letto affamato

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Hakainde Hichilema, neo eletto presidente dello Zambia

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
25 agosto 2021

Il neo eletto presidente dello Zambia, Hakainde Hichilema, chiamato anche HH o, più affettuosamente “Bally”, termine che possiamo tradurre con “babbo”, ha prestato solenne giuramento ieri mattina al Heroes Stadium di Lusaka. Già dalla sera precedente migliaia di supporter con magliette rosse-giallo e guanti bianchi, i colori del raggruppamento politico di Hichilema, United Party for National Development, hanno atteso davanti allo stadio per garantirsi un posto per poter assistere di persona al grande evento.

 

Hakainde Hichilema, presidente dello Zambia

Il presidente uscente, Edgar Lungu, che ha portato il Paese sull’orlo del fallimento, già qualche giorno fa aveva dichiarato il 24 agosto, data dell’insediamento ufficiale del suo rivale, come festa nazionale per permettere agli zambiani di poter seguire la cerimonia.

Non solo zambiani, ma anche capi di Stato e politici dell’opposizione dei Paesi confinanti, nonché altre autorità e presidenti del continente africano hanno partecipato con entusiasmo al giuramento del neo-eletto leader, che ha vinto le elezioni dello scorso 12 agosto con 2.810.777 preferenze contro  1.814.201 di quelle del presidente uscente Edgar Lungu. La partecipazione al voto ha superato il 70 per cento.

“Io, Hakainde Hichilema, giuro che eseguirò fedelmente e diligentemente i miei doveri” ha dichiarato solennemente, con la Bibbia in mano, il neo presidente . E nel suo primo discorso da capo di Stato ha voluto puntualizzare: “Nessun zambiano dovrà andare a dormire stomaco vuoto”. Bally ha inoltre promesso che il suo governo si concentrerà sul rilancio dell’economia e creerà nuovi posti di lavoro per i giovani – molti di loro sono attualmente disoccupati – e zero tolleranza nei confronti della galoppante corruzione.

Hakainde Hichilema, neo eletto presidente dello Zambia

La campagna elettorale è stata violenta e repressiva. Lungu aveva sguinzagliato l’esercito nelle strade e piazze della capitale e in altre città del Paese per sedare scontri tra i supporter del partito al potere Patriotic Front (PF) e quelli del movimento politico all’opposizione United Party for National Development (UPND). Durante la giornata del voto le autorità di Lusaka avevano persino interrotto whatsapp e altri social network.

Una volta reso noto il risultato elettorale, Lungu non ha voluto accettare la sua totale disfatta, dichiarando che le elezioni non si sarebbero svolte in modo libero e regolare, per poi fare marcia indietro e congratularsi con il suo rivale Hakainde Hichilema.

Nel suo rapporto di fine giugno, Amnesty International ha criticato pesantemente il regime di Lungu e del suo partito. “Questi ultimi cinque anni sono stati caratterizzati da gravi violazioni dei diritti umani, una forte repressione nei confronti di qualsiasi dissenso”, ha precisato Deprose Muchena, direttore della ONG per il sud e l’est Africa. Il raggruppamento politico PF aveva conquistato il potere con le elezioni del 2011, vinte da Michael Sata, poi morto nel 2014 mentre era ancora in carica.

Sata è stato spesso criticato per essere troppo autoritario, ma nulla in confronto al suo successore. Durante la presidenza di Lungu, oppositori, giornalisti, attivisti, tutti coloro che avevano osato criticare l’operato del governo sono stati intimiditi e perseguitati, era vietata qualsiasi forma di protesta. Censura, eccessivo uso della forza della polizia, arresti arbitrari avevano creato un clima di paura e impunità.

L’ex presidente dello Zambia, Edgard Lungu

Il neo capo dello Stato, oggi 59enne, ha tentato la scalata alla presidenza del suo Paese per la prima volta nel 2006. Nessuno può dire che HH manchi di coraggio e costanza.  E’ stato arrestato svariate volte per il suo impegno imperterrito contro il potere.

Nel 2017, pochi mesi dopo le elezioni del 2016, dopo aver perso di poco contro Lungu, accusato allora di brogli elettorali, fu fermato dalle forze dell’ordine perché non avrebbe dato la precedenza al convoglio del neo-eletto Lungu. Ma poi l’ accusa divenne più pesante: alto tradimento, incriminazione poi caduta, ma intanto HH ha dovuto scontare 4 mesi di custodia cautelare. Ora finalmente l’eterno oppositore ce l’ha fatta.

Hichilema nasce il 16 giugno 1962 a Monze, che dista 180 chilometri da Lusaka, da una famiglia modesta. Grazie a una borsa di studio riesce a studiare all’università della capitale, dove si laurea in economia e commercio nel 1986.

Dopo un master in Business Administration a Birmingham (Gran Bretagna), riesce a sfondare nel mondo della finanza. Miliardario, padre di famiglia esemplare, è seguace della Chiesa Avventista del Settimo Giorno.

Ora vedremo se il nuovo presidente saprà rispettare le sue promesse elettorali. I suoi concittadini gli hanno creduto, votandolo. Lo Zambia, secondo produttore di rame a livello mondiale, è fortemente indebitato ed è il primo Paese a aver dichiarato default nell’era covid alla fine dello scorso anno. Era in difficoltà economiche ben prima della pandemia soprattutto per il calo del prezzo delle materie prime, la situazione è poi precipitata a causa del coronavirus.

Sono soprattutto i giovani a aver posto fiducia nel nuovo leader, speranzosi di vedere una nuova era: la fine del crescente autoritarismo e migliori prospettive economiche.

La vittoria di Hichilema ha ridato speranza a molti altri leader politici di minoranza nel continente africano. Lo ha detto Tindu Lissu, oppositore del potere in Tanzania, che nel 2017 era fuggito dal suo Paese dopo un tentato assassinio che l’aveva ridotto in fin di vita con una decina di pallottole nel corpo. Aveva riproposto la sua candidatura alla presidenza alle ultime elezioni. Certamente tenterà di seguire l’esempio del nuovo presidente zambiano.

Cornelia Isabel Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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2 COMMENTS

  1. Tutti gli Stati africani, da che si sono scrollati di dosso il “colonialismo” che, tra l’altro, teneva a bada la corruzione, hanno fatto una brutta fine. Infatti non c’è ne uno che si è salvato. Son tutti ritornati allo stato pre-colonialismo e peggio. In ultimo la Rhodesia, ora Zimbabwe. Questo Paese era chiamato, fino agli anni ottanta, il “granaio dell’Africa” ora c’è una fame nera. Come è possibile? Eppure è la verità. Il Sud Africa, ben presto, seguirà a ruota.

  2. Tutti gli Stati africani, da che si sono scrollati di dosso il “colonialismo” che, tra l’altro, teneva a bada la corruzione, hanno fatto una brutta fine. Infatti non c’è ne uno che si è salvato. Son tutti ritornati allo stato pre-colonialismo e peggio. In ultimo la Rhodesia, ora Zimbabwe. Questo Paese era chiamato, fino agli anni ottanta, il “granaio dell’Africa” ora c’è una fame nera. Come è possibile? Eppure è la verità. Il Sud Africa, ben presto, seguirà a ruota.

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