Africa ExPress
23 agosto 2021
L’Uganda ha sospeso 54 organizzazione non governative. Lo ha annunciato venerdì scorso Steve Okello, presidente di ONG Board, addetto alla supervisione di tutte le associazioni benefiche del Paese e che dipende direttamente dal ministero degli Interni
Le associazioni colpite dall’ordinanza con effetto immediato, sono attive in campo politico, religioso e ambientale. Secondo ONG Board, alcune di loro avrebbero esercitato la loro attività senza essere registrate, altri con permessi di lavoro scaduti o non avrebbero presentato rapporti e bilanci annuali.
Il regolamento impone tra l’altro, di non occuparsi di politica e, secondo Okello, molti gruppi non avrebbero rispettato questa norma fondamentale.
Chapter Four
Anche Chapter Four, tra le più grandi organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti civili in Uganda, è tra le 54 sospese dal governo. Nicholas Opiyo, direttore esecutivo di Chapter Four, ha confermato di aver ricevuto il decreto di interdizione che ritiene un atto gravissimo. “Per quanto ci riguarda, abbiamo depositato l’11 gennaio i rapporti annuali del 2016, 2017, 2018 e 2019. Respingiamo le accuse di condotta illegale”, ha affermato su Twitter Opiyo.
Il direttore esecutivo di Chapter Four è stato arrestato nel dicembre 2020, poco prima delle presidenziali, con l’accusa di riciclaggio di denaro. E’ stato sbattuto in una prigione di massima sicurezza, poi liberato dopo una settimana dietro il pagamento di una cauzione. Diversi Paesi, tra questi gli USA e anche l’UE avevano espresso il loro dissenso per l’incarcerazione di Opiyo.
Tra le ONG bannate c’è Charity Ahimbisibwe – dirige la Coalizione dei Cittadini per la Democrazia Elettorale (CCEDU) – che ha espresso preoccupazione per le norme messe in atto dal governo ugandese. La Charity ha ammesso che il suo permesso era scaduto, ma aveva chiesto da tempo un rinnovo, mai arrivato a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, che ha impedito ai funzionari governativi di far fronte a tutte le incombenze. “Comprendiamo perfettamente le difficoltà attuali e come associazione che rispetta le leggi, bloccheremo le nostre attività, non operiamo senza licenza”, ha detto il responsabile della ONG.
Proteste europee
La rappresentanza dell’UE nel Paese ha espresso perplessità in un suo post su Twitter: “La società civile è un partner chiave che dà un contributo importante allo sviluppo dell’Uganda” e ha aggiunto di attendere con impazienza una soluzione a questo riguardo.
Anche la Commissione Internazionale dei Giuristi (divisione Africa), ha detto di essere particolarmente preoccupata per la sospensione di Chapter Four.
Alcune associazioni sospese da Kampala avevano svolto il ruolo di osservatori durante l’ultima controversa tornata elettorale dello scorso gennaio. Un’attività che non è stata gradita dal governo e dopo le elezioni le forze dell’ordine hanno perquisito diverse sedi delle ONG, portando anche all’arresto di diversi dirigenti.
Denuncia di brogli
Le presidenziali di quest’anno sono state vinte nuovamente da Yoweri Museveni – al suo sesto mandato – e al potere dal 1986. La campagna elettorale è stata violenta, con arresti arbitrari di membri e supporter dei partiti dell’opposizione. I risultati elettorali sono stati fortemente contestati da diversi raggruppamenti politici non al potere e Bobi Wine, maggiore oppositore di Museveni, già all’indomani del voto aveva denunciato brogli.
Il direttore regionale di Amnesty, responsabile per l’Africa dell’est e australe, Deprose Muchena, aveva specificato che molti tra gli arrestati hanno denunciato maltrattamenti e torture. Altri sono detenuti in totale isolamento, altri ancora, sono stati portati davanti a tribunali militari, malgrado siano civili. Situazioni che calpestano le leggi internazionali sui diritti umani, di cui anche l’Uganda è firmataria.
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