Sandro Pintus
17 agosto 2021
L’uccisione di Mopane, leone maschio alpha ammazzato in Zimbabwe lo scorso 5 agosto, riapre il dibattito sull’etica di questo tipo di caccia. Quanto è utile uccidere un maschio alpha per avere un trofeo? I sostenitori della caccia sostengono che l’obiettivo di questo sport – se “sport” si può chiamare – è la sostenibilità. Le entrate di questo tipo di caccia servono per mantenere questi habitat selvaggi. Gli ambientalisti affermano che la sua uccisione impoverisce un branco sano e crea grossi problemi e pericoli agli animali che rimangono senza leader.
Riguardo all’etica di questo tipo di caccia l’ong Humane Society International/Europe (HSI) ha pubblicato un rapporto-denuncia. Il titolo dello studio è “I numeri della caccia al trofeo: Il ruolo dell’Unione europea nella caccia al trofeo a livello mondiale”. È un appello all’Europa, e all’Italia, per vietare l’importazione e l’esportazione di trofei di caccia di specie protette a livello internazionale.
Secondo il rapporto, l’Unione Europea è il secondo importatore di trofei di caccia al mondo, dopo gli Stati Uniti. Tra i “Big Five” nel quinquennio 2014-2018 sono stati importati i trofei di 952 elefanti africani, di cui 65 in Italia. I leoni africani sono stati 889, di cui 22 in Italia (660 erano leoni allevati in cattività).
I trofei di ippopotamo sono stati 794 (in Italia 145); quelli di leopardo africani 839 (29 in Italia). Sei i trofei di rinoceronti neri in pericolo di estinzione, (1 in Italia). Lo studio rivela anche che l’UE è il più grande importatore di trofei di ghepardi al mondo: 297 trofei (1 in Italia). L’altra fauna selvatica africana riguarda i trofei di 3.119 zebre di montagna di Hartmann, 1.751 babbuini neri e 415 gazzelle lichi rosse.
Nell’UE, Germania, Spagna, Danimarca, Austria, Svezia, Francia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sono i principali stati membri dell’UE importatori di trofei. I primi paesi esportatori di trofei verso l’UE sono Namibia, Sud Africa, Canada, Russia, Argentina, Kirghizistan e Stati Uniti.
Martina Pluda, direttrice per l’Italia di HSI: “I cacciatori di trofei dell’UE uccidono per divertimento molte migliaia di animali selvatici in tutto il mondo. Sono comprese le specie in via di estinzione o minacciate, e l’Italia è una destinazione importante per i trofei. Oltre alla crudeltà, è irresponsabile consentire alle élite ricche di sparare alle specie in pericolo per puro piacere”.
“Impallinare, imbalsamare, imballare, farsi consegnare ed esporre a casa gli animali uccisi e loro parti del corpo, è ciò che motiva questi cacciatori – spiega Pluda -. Un divieto d’importazione dei trofei in più paesi dell’UE aiuterebbe efficacemente a fermare l’uccisione di questi animali. Chiediamo all’Italia di introdurre un divieto di importazione, esportazione e riesportazione di tutte le specie che vengono uccise per divertimento all’estero”.
E Humane Society International/Europe lancia la campagna #NonNelMioMondo. Con questa petizione vuole chiedere all’Italia di mettere fine alle crudeli esportazioni e importazioni dei trofei di caccia e all’uccisione di animali protetti.
Sandro Pintus
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