Costantino Muscau
6 agosto 2021
Un bronzo che vale più dell’oro. E’ entrato nella storia del Burkina Faso senza essere salito sul podio più alto all’Olympic Stadium di Tokyo. Che salto, Hugues Fabrice Zango, 28 anni, ingegnere dell’elettricità prestato alla Francia. Che salto triplo! Un volo di 17,47 metri che ha dato la prima medaglia olimpica di sempre al suo Paese. Esattamente 37 anni e un giorno dopo un evento storico incancellabile. Era il 4 agosto 1984, infatti, quando l’Alto Volta volle liberarsi del suo nome coloniale per rinominarsi Burkina Faso, ovvero La Terra degli uomini incorruttibili.
Il terzo posto ottenuto nel salto triplo giovedì 5 agosto alle Olimpiadi ha anche segnato la definitiva consacrazione di questo improbabile “canguro africano” nello sport e nella vita.
Da Koudougou a Bethune, a Tokyo. Dalla città natale di 160 mila abitanti (distante 75 km da Ouagadougou, capitale di uno degli stati più poveri del mondo) allo storico centro del nord della Francia e, da qui, ai XXXII Giochi Olimpici in Giappone come capo delegazione di… ben 7 atleti burkinabè.
Dall’altopiano agricolo Mossi al Passo di Calais, per completare gli studi universitari nel prestigioso ateneo di Artois , dove – come lo ha definito La voi du nord – “è diventato il più famoso dottorando della facoltà di scienze”.
Intervistato da Olympics.com, Zango ha così ricostruito la sua parabola: “Cominciai con il taekwondo, ma presto lo mollai e presi a praticare l’atletica, per puro caso. In Burkina Faso gli sport più seguiti sono calcio e ciclismo, raramente sentite parlare di atletica. Nel 2011 fui selezionato per una competizione scolastica. Un allenatore dello stadio “4 agosto”, l’unico con una pista in tutto lo Stato, capì che sarei potuto diventare un buon saltatore. Presi ad allenarmi con lui nel 2011 fino al 2015. Nel 2016 mi trasferii in Francia”.
Zango, figlio di buona famiglia (papà Jacques è ispettore delle Finanze e la mamma insegnante) in realtà non pensava a un futuro nell’Atletica: gli interessava lo studio. Soprannominato Jiren, per la sua calma e potenza (dal personaggio manga Dragon Ball), Zango ha la testa sulle spalle. Arrivò in Francia per un PHD in Ingegneria elettrica, che – ricorda Jeune Afrique – concluderà nel 2022.
“Gli studi sono fondamentali soprattutto in uno sport individuale in cui non corrono tanti soldi come nel football – è il pensiero di Zango – Il giorno in cui concludi la carriera, se non hai un piano alternativo finisci per trovarti in una situazione critica”.
Eppure giunto in Francia è stato spinto a iscriversi nella società sportiva locale (Artois Athletisme) è finito sotto la tutela di Teddy Tamgho, ex grandissimo triplista francese (campione del mondo nel 2013, a Mosca), forse uno dei migliori allenatori al mondo nel salto triplo. Guidato da Tamgho, (quasi coetaneo: è maggiore di soli 3 anni), l’ingegnere burkinabè è stato come colpito da scosse irrefrenabili.
Ha spiccato salti sempre più lunghi, ha preso il volo: secondo nel 2016 a Durban nei campionati africani, oro nei giochi francofoni l’anno dopo, poi campione d’Africa, medaglia di bronzo ai mondiali di Doha e, soprattutto, nel gennaio scorso ha saltato 18.07 metri al coperto a Aubiere (Francia): è il primo atleta a raggiungere questo limite, nuovo record del mondo! Ironia della sorte: superando di 3 centimetri il record del suo maestro
Eppure, sommerso da complimenti e congratulazioni, a cominciare da quelle del presidente Roch Marc Christian Marcorè, Zango Jiren non si scompone. “Speravo di vincere – ha commentato – ma va bene lo stesso. Una grande festa mi aspetta a casa!”
E il pensiero ritorna agli studi – lo attende la dissertazione dal titolo – udite udite – “una macchina elettrica performante con rotore esterno e convertitore integrato per l’applicazione in ambienti estremi”. Boh! … E’ più entusiasmante vederlo saltare!
Costantino Muscau
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