Costantino Muscau
5 agosto 2021
Dall’Equatore all’Olimpo. Per mettersi al collo la prima medaglia femminile della storia di tutti gli sport ugandesi.
“Avevo sempre immaginato di fare il medico, o di stare davanti a una lavagna a insegnare. E invece..”. Così parlava nel 2013 Pereuth Chemuthai. Aveva 14 anni, frequentava le scuole medie a Kapchorwa, una cittadina di circa 12 mila abitanti nella regione orientale dell’Uganda. E invece quell’anno la sua vita svoltò al punto che, mercoledì 4 agosto, Pereuth è stata la prima donna ugandese a scalare …l’Olimpo.
Ha conquistato, con forza e astuzia, la medaglia d’oro dei 3 mila siepi nello stadio nazionale di Tokyo. Fino a ieri, a salire sul podio più alto di un’Olimpiadi erano stati due uomini: John Akii-Bua nei 400 metri ostacoli (1972, Monaco) e Stephen Kiprotich nella maratona (2012, Londra).
Mai nessuna atleta di Kampala era arrivata così in alto. E pensare che tutto era cominciato per caso, nel 2013, appunto. Pereuth, nata il 10 giugno 1999, era andata ad assistere ai campionati distrettuali di atletica a Bukwo, (città dell’Uganda orientale), dove frequentava la Chemron School: “Mi piacque subito ciò che vedevo. Correre era bellissimo. Mi venne voglia di provare”. Pochi giorni dopo prese parte a una gara con atleti più grandi ed esperti di lei. “Mi resi conto di poter competere con alcuni di loro che correvano per professione”. Due anni dopo divenne una “stella” nel distretto di Bukwo e iniziò a fare incetta di medaglie: Ai Giochi giovanili del Commonwelth vinse le medaglie d’argento nei 1500 metri piani e nei siepi. Nel 2016 andò a Giochi di Rio, ma fu eliminata alle qualificazioni. “Ero inesperta, ma nella mia testa però restò l’idea di migliorare il mio record”.
E infatti al ritorno vinse il campionato di cross country in Uganda e ottenne il record nazionale sui 3 mila siepi (9”07”94”). “Affrontare gli ostacoli di questa gara non è certo molto più difficile che superare quelli che trovo a Kololo”, (un quartiere di Kampala, ndr), fu il suo commento.
Nel 2019 ai campionati mondiali di Doha in Qatar si classificò al quinto posto, ma – pronosticò il suo allenatore olandese giramondo (ha vagato per 93 Paesi), Addy Ruiter, parlando con il Daily Monitor – “a Tokyo vedrete cosa combinerà nella gara della sua vita”.
E così è stato. Ha lasciato scappare l’americana Courtney Frerichs, 28 anni, la ha ripresa, superata di oltre 3 secondi, ha abbassato il record nazionale ugandese con 9’01”45, e si è lasciata alle spalle anche la detentrice del record mondiale, la keniana Beatrice Chepkoech, giunta appena settima. Il Kenya si è dovuto accontentare della medaglia di bronzo con Kyieng Hyvin, 29 anni, seguita dall’etiope Abebe Mekides, 20.
Dai corridori maschi di Nairobi, però, sono giunti due squilli di tromba nella stessa giornata: oro e argento sugli 800 metri. Sono sfrecciati sul traguardo, quasi spalla a spalla, Emmanuel Kipkurui Korir, 26 anni, detto il Texano (vive e si allena a El Paso) e Ferguson Cheruiyot Rotich, 31 anni. Korir all’arrivo ha dispiegato le braccia come le ali, quasi a confermare il perpetuarsi di un dominio sulla specialità: è la quarta olimpiade consecutiva che vede un keniano trionfare sugli 800 metri.
Costantino Muscau
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