Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
28 luglio 2021
Sono arrivati in sella alle loro moto domenica pomeriggio, verso le 15.00 a Wiye, nel distretto di in Banibangou, Niger, che dista pochi chilometri dal Mali e hanno iniziato a sparare. Il gruppo di uomini armati ha ucciso 14 persone, 9 tra loro sono stati ammazzati mentre lavoravano nei campi.
Finora nessun gruppo terrorista attivo nella zona delle tre frontiere (Mali, Niger, Burkina Faso) ha rivendicato la mattanza. Nell’area ogni zolla di terra, ogni granello di sabbia del deserto è intriso di sangue per le insistenti e continue aggressioni dei terroristi.
A metà giugno è stato attaccato un altro villaggio, Tondikiwindi, che si trova nello stesso distretto. Allora le vittime, tutte civili, sono state 19. Per non parlare della carneficina dello scorso gennaio a Tchoma Bangou e Zaroumadareye, costata la vita a oltre cento residenti.
Questi attacchi si sono tutti consumati nella regione di Tillaberi, la più instabile del Paese, spesso teatro di aggressioni di gruppi terroristi. Da tempo è vietato circolare con la moto in quell’area, proprio per evitare incursioni con le due ruote.
Attualmente nella regione delle tre frontiere, Force G5 Sahel – contingente tutto africano composto da militari di Ciad, Niger, Mali, Mauritania e Burkina Faso, lanciato a Bamako durante un vertice dei 5 Paesi nel luglio 2017 – ha dispiegato 1.200 militari ciadiani. Le truppe di N’Djamena sono le meglio addestrate in tutto il Sahel.
E, secondo l’ONU, le aggressioni nella zona delle tre frontiere sono in continua crescita. Le vittima delle incursioni dei terroristi sono soprattutto i civili, già duramente provati per mancanza di servizi essenziali come assistenza sanitaria e scuole. Le violenze continue costringono le persone a lasciare le proprie case, gli sfollati aumentano di giorno in giorno. L’Ufficio per gli Affari Umanitari (OCHA) ha lanciato l’allarme che fra qualche mese 2,3 milioni di nigerini dovranno fare i conti con insicurezza alimentare grave – 600 mila in più del previsto – a causa dei cambiamenti climatici (siccità e inondazioni) e della mancanza di protezione e sicurezza.
Per contrastare il terrorismo nell’area, poche settimane fa è stato inaugurato un nuovo campo di addestramento per le forze speciali nigerine. Il centro si trova a Tillia, nella regione di Tahoua, nel sud-ovest del Paese, poco distante dalla frontiera con il Mali ed è stato cofinanziato dall’ambasciata tedesca di Niamey.
Proprio nella zona di Tillia, a fine marzo si è consumato il peggior attacco terrorista contro i civili in Niger. Allora i morti sono stati 137.
Cornelia I. Toelgyes
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