Cornelia I. Toelgyes
17 luglio 2021
“La mancanza di vaccini in Africa è inaccettabile“, ha affermato il numero due della Banca Mondiale, Axel van Trotsenburg, a Abidjan (Costa d’Avorio), dove giovedì scorso si è svolto un vertice dell’Agenzia internazionale per lo sviluppo (Ida) della Banca Mondiale in presenza di una quindicina di capi di Stato.
“E’ davvero intollerabile, ha sottolineato van Trotsenburg, che finora sia stato vaccinato solamente l’1 % della popolazione del continente (1,5 per cento secondo l’OMS n.d.r.) Dobbiamo fare di più, molto di più”.
Durante il vertice – IDA20 – si è discusso sulla ricostituzione dei fondi e delle risorse dell’Agenzia per rilanciare l’economia dei Paesi africani fortemente in crisi a causa della pandemia.
Intanto diversi Paesi del continente sono già stati colpiti da una nuova ondata di covid-19. E, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nell’ultima settimana le morti causate dal virus sono aumentate del 43 per cento, ossia 6.273 contro le 4.384 della scorsa settimana. Attualmente i Paesi maggiormente colpiti sono Namibia, Sudafrica, Tunisia, Uganda e Zambia, dove è stato registrato l’83 per cento dei decessi totali in Africa.
Da metà giugno il governo ha messo in atto diverse restrizioni volte a arginare il propagarsi della pandemia. Due settimane fa è stato anche prolungato di un’ora il coprifuoco, che ora è fissato cioè dalle 21.00 alle 04.00, Mentre sono rimasti invariati gli altri provvedimenti, come gli spostamenti non indispensabili da una provincia all’altra, la vendita di alcolici è autorizzata solamente da lunedì a giovedì dalle 09.00 alle 18.00 e sono vietati assembramenti pubblici oltre dieci persone.
L’aeroporto internazionale Hosea Kutako di Windhoek è operativo, i viaggiatori non residenti devono presentare un tampone PCR eseguito non oltre 7 giorni prima del loro arrivo nel Paese, e, naturalmente resta in atto l’obbligo di portare le mascherine nei luoghi pubblici
Gli unici valichi di frontiera aperti ai turisti sono Katima Mulilo, Ariamsvlei e Noordoewer e, via mare, Walvis Bay Harbor.
Due giorni fa le autorità di Windhoeck hanno annunciato che le misure messe in campo resteranno in vigore fino al 30 di luglio.
Il governo ha annunciato proprio questa settimana un nuovo lockdown di due settimana nella capitale Kigali e in altri 8 distretti. Resteranno aperti solamente negozi di generi alimentari e di prima necessità, servizi sanitari e banche.
Tutti gli impiegati pubblici svolgeranno le loro mansioni da casa, eccetto coloro che operano in settori che richiedono la presenza sul posto di lavoro. Mentre restano chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Il coprifuoco, in vigore dalle 18.00 alle 04.00, è esteso su tutto il territorio nazionale.
L’aeroporto internazionale della capitale resta aperto e le attività turistiche potranno continuare in osservanza delle norme sanitarie vigenti. I viaggiatori verso mete internazionali dovranno presentare un test covid negativo effettuato entro 72 ore. Le misure restrittive si sono rese necessarie dopo una nuova impennate di contagi.
La ex colonia francese ha registrato un nuovo picco di contagi tre giorni fa; il tasso di positività è schizzato al 25 per cento con 733 nuovi casi. Finora il consiglio dei ministri non ha voluto imporre nuove restrizioni.
Il presidente, Macky Sall ha chiesto la collaborazione dei leader religiosi per far rispettare l’uso delle mascherine, limitazione degli assembramenti. Sall ha anche sottolineato la necessità di procedere quanto prima con la campagna vaccinale.
Le persone immunizzate sono solamente 591.000, su una popolazione di 16 milioni. Molti sono diffidenti nei confronti del vaccino, comunque va sottolineato che le dosi a disposizione scarseggiano in parecchi centri vaccinali. Il sindacato dei medici ha già allertato il governo di un eventuale rischio di sovraffollamento delle strutture sanitarie in vista di una recrudescenza della pandemia e ha chiesto alle autorità di vietare ogni tipo di assembramento, sia religioso, culturale o politico.
L’epicentro della nuova ondata di covid-19 è Dakar, dove si sono verificati oltre la metà dei nuovi contagi. La situazione potrebbe facilmente degenerare nei prossimi giorni, in vista del Tabaski, la festa del sacrificio, particolarmente sentita e celebrata in Senegal. Il Tabaski è occasione di assembramenti e di viaggi attraverso tutto il Paese per raggiungere parenti e amici. A marzo il governo aveva tolto tutte le restrizioni, come coprifuoco e quant’altro, dopo imponenti manifestazioni in strade e piazze.
Qualora i contagi dovessero proseguire l’attuale trend, le autorità non escludono di dover ricorrere a un nuovo lockdown, coprifuoco, chiusura delle frontiere, divieto di spostamenti all’interno del Paese e altro. Lo ha annunciato Sall proprio ieri sera.
Domenica scorsa il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha esteso le misure anti-covid 19 per altre due settimane. Le restrizioni messe in campo comprendono anche il divieto di assembramenti, la vendita di alcolici e un coprifuoco dalle 21.00 alle 04.00.
Per stessa ammissione del capo di Stato, gli ospedali e tutto il sistema sanitario del Paese sono tutt’ora sotto forte pressione. Dall’inizio del mese i casi di covid-19 sono in forte aumento, fino a 26mila al giorno.
Le immunizzazioni procedono a rilento, finora sono state vaccinate 4,2 milioni di persone su una popolazione di 60 milioni. Il governo spera di poter raggiungere l’obiettivo di 300 mila somministrazioni giornaliere entro la fine di agosto.
E come la pandemia non bastasse, il Paese dell’Africa australe è stato investito anche da un’ondata di disordini, scoppiati inizialmente per l’arresto per corruzione dell’ex presidente Jacob Zuma. Presto i disordini sono sfociati in vere e proprie proteste e rivolte contro la fame, che hanno portato a saccheggi e distruzione di supermercati e negozi.
Durante le insurrezioni, dovute anche alle disuguaglianze che persistono a tutt’oggi in gran parte del Sudafrica, malgrado l’abolizione da oltre un trentennio della supremazia della minoranza bianca, sono morte oltre 200 persone. La polizia ha arrestato 2.500 cittadini, sospettati di essere coinvolti in gravi atti di violenza.
Ora, secondo le autorità di Pretoria, sembra essere tornata la calma nella maggior parte delle aree coinvolte, ma i costi dei danni provocati sono enormi.
Dall’inizio del mese i casi di covid-19 sono cresciuti in modo esponenziale, mettendo gravemente in ginocchio il sistema sanitario tunisino. I morti sono in continuo aumento, basti pensare che nella sola giornata di giovedì sono deceduti 147 pazienti, nei giorni precedenti si è arrivati anche a 170, secondo quanto riferito da Yves Souteyrand, rappresentante dell’OMS nel Paese, che ha precisato: “1.000 decessi in una settimana sono parecchi per un Paese di 12 milioni di abitanti”.
Finora è stato vaccinato solamente il 6 per cento della popolazione, e anche al presidente, Kaïs Saïed è stata inoculata la prima dose solamente pochi giorni fa. Il governo ha persino sguinzagliato l’esercito in alcune regioni per accelerare le immunizzazioni. Servirà forse a poco in quanto le dosi a disposizione non sono sufficienti, come del resto nella maggior parte degli Stati del continente.
Marocco e Francia hanno promesso l’invio di un milione di vaccini. Il ministero degli Esteri di Rabat ha annunciato che il regno sosterrà Tunisi anche con aiuti sanitari, che comprendono mille respiratori, due generatori di ossigeno e due unità di rianimazione complete e autonome per un totale di 100 posti letto.
Anche le associazioni della diaspora all’estero si sono mobilitate con raccolte di fondi grazie agli appelli lanciati via Facebook e altri social network.
La variante delta è responsabile in misura del 50 per cento dei nuovi casi registrati quotidianamente, tra 8.000 e 9.000. Di fronte a una tale emergenza gli ospedali non riescono a rispondere in modo adeguato e il personale sanitario si vede spesso nell’impossibilità di isolare tutti i pazienti affetti da covid-19 dagli altri malati.
Il ministro dell’Informazione ugandese, Chris Baryomunsi, ha accusato l’Occidente per la sua incapacità di fornire vaccini ai Paesi del continente africano, che necessita cento milioni di dosi con la massima urgenza per contrastare la terza ondata di covid-19.
“Finora l’Uganda ha immunizzato oltre un milione di persone, purtroppo non riusciamo ad ottenere altre fiale, pur avendo il denaro per poterle pagare”, e, senza mezzi termini il ministro ha detto ai reporter del The Guardian: “L’Occidente ha concentrato l’attenzione per lo più sulle proprie popolazioni e a questo punto sembra evidente che mostri poco interesse nei confronti degli africani”.
Già da metà giugno l’Uganda ha introdotto misure severe per contrastare i contagi da covid-19. Il presidente Yowreri Museveni, rieletto all’inizio dell’anno per un sesto mandato, ha detto che la variante indiana, più aggressiva delle precedenti, ha investito anche il suo Paese.
Grazie alle nuove norme anti-covid, i contagi hanno registrato una flessione negli ultimi giorni, passando da 1.700 e più al giorno a 500. A tutt’oggi il nuovo lockdown è ancora in atto, compreso il coprifuoco dalle 21.00 alle 05.30.
I trasgressori alle restrizioni anti-covid emanate dal governo sono puniti severamente e rischiano anche 2 mesi di prigione se colti in fragranza di reato.
Anche lo Zambia è stato investito pesantemente dalla terza ondata della pandemia. Il 16 giugno scorso, il presidente Edgar Chagwa Lungu, ha imposte rigide norme per contenere il propagarsi del virus. Scuole chiuse, eccetto superiori e università che possono proseguire le lezioni ma non presenza. Ristoranti e bar sono operativi solo per l’asporto. Sospesi festeggiamenti per matrimoni, il divieto è stato esteso a altre celebrazioni e ai funerali non possono assistere più di 50 persone. Conferenze, work-shop e altri meeting in presenza sono proibiti fino a nuovo avviso. Anche le funzioni religiose hanno subito limitazioni.
Il dettaglio delle attuali restrizioni sono state pubblicate nuovamente ieri sull’account facebook del ministero della Sanità zambiano. Nel post si legge che il 15 luglio le misure restrittive sono state riconvalidate fino a prossimo avviso. Tuttavia negli ultimi giorni si sono registrati leggeri miglioramenti rispetto al picco dei contagi di fine giugno e inizio luglio.
All’inizio della settimana il presidente, Emmerson Mnangagwa, ha esteso il lockdown, in vigore dalla fine di giugno, per altre due settimane. Il capo di Stato spera che nel frattempo possano essere immunizzate un altro milione di persone (finora solo al 9 per cento è stata inoculata una dose e al 3,4 anche la seconda, su una popolazione di 15 milioni), dopo l’arrivo di altrettanti vaccini.
Malgrado le attuali restrizioni, i contagi stanno ancora aumentando a un ritmo allarmante, dovuto alla variante delta. E, se fino a poco tempo fa la pandemia aveva colpito per lo più i residenti delle città, ora ha raggiunto anche le aree rurali, dove l’assistenza sanitaria è insufficiente e inadeguata per curare i malati di covid-19. Mancano le bombole di ossigeno, materiale protettivo per medici e paramedici, e, soprattutto, reparti di isolamento.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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