Africa ExPress
13 luglio 2021
La condanna e l’incarcerazione dell’ex presidente del Sudafrica, hanno scatenato l’ira dei suoi sostenitori che da diversi giorni hanno invaso strade e piazze della provincia KwaZulu-Natal, regione d’origine di Jacob Zuma.
Ben presto i disordini si sono trasformate in vere e proprie proteste e rivolte contro la fame e si sono estese anche nella provincia di Gauteng, il cui capoluogo è Johannesburg, la più grande città del Paese.
La folla inferocita ha incendiato edifici e saccheggiato negozi e supermercati, specie nei quartieri più poveri delle grandi città. Da sabato sono morte almeno 6 persone, altre sono state ferite, mentre oltre 500 sono state arrestate.
Ieri sera il presidente Cyril Ramaphosa ha sguinzagliato anche l’esercito contro i manifestanti, promettendo di riportare calma e ordine nelle città colpite. In un suo discorso alla nazione, trasmesso dalla TV di Stato, Ramaphosa ha precisato: “Sono i peggiori disordini dal 1990. Tolleranza zero contro opportunisti, istigatori del caos. Cause politiche, tantomeno frustrazioni e rabbia non possono giustificare tali violenze”.
Carcasse di auto bruciate, vetri rotti, sono le immagini devastanti riprese a Johannesburg nel pomeriggio di ieri. Già domenica i rivoltosi marciavano nel centro della megalopoli armati di bastoni, rami e altro.
Distrutti anche diversi centri vaccinali, che non hanno così potuto continuare la loro attività, proprio ora che il Sudafrica è colpito da una nuova ondata della pandemia. Nelle ultime due settimane sono morte 4.200 pazienti di covid-19, registrando 20 mila nuovo casi al giorno, metà dei quali nella provincia di Gauteng.
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