Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
22 giugno 2021
La NATO interverrà in Sahel a fianco delle forze armate francesi e dei partner militari europei e africani. Il 9 giugno, alla vigilia del summit dei capi di Stato che ha sancito il nuovo corso dell’alleanza in funzione anti-Russia e anti-Cina, in Lussemburgo la NATO Support and Procurement Agency (NSPO) ha firmato un accordo tecnico con il ministero delle forze armate francesi per la fornitura di una serie di servizi in Mali a supporto della task force “anti-terrorismo” Takuba.
“A seguito della richiesta della Francia, l’Agenzia NSPA darà il proprio supporto ad un accampamento a Menaka, nel Mali orientale, con una capacità di circa 500 persone”, riporta una nota della NATO Support and Procurement Agency. “L’aiuto che sarà fornito include cibo e servizi di base (tra questi, in particolare, lavanderia e sanificazione), attività ingegneristiche, la manutenzione dell’infrastruttura, la fornitura di carburante e il trasporto aereo e terrestre nella regione. A questo scopo, NSPA invierà proprio personale nel campo di Menaka a partire dalla fine dell’estate per gestire il sito e fornire il supporto logistico alle operazioni”.
Alla firma del memorandum presso la sede centrale dell’agenzia NATO di Capellen, erano presenti il general manager di NSPA, Peter Dohmen, e il responsabile per gli Affari internazionali del ministero della difesa francese, Laurent Marboeuf. “La cooperazione tra Takuba e l’agenzia NATO è una prova della reciproca fiducia e confidenza”, ha dichiarato Laurent Marboeuf. “Questa è la prima volta che la Francia, in qualità di leader di una coalizione, richiede un sostegno esterno. Ed è anche la prima volta che la NATO Support and Procurement Agency fornisce il proprio sostegno a una coalizione No-NATO. Non abbiamo dubbi che si tratta di un progetto vincente”.
La Task Force Takuba (Spada in lingua tuareg) è una missione multinazionale interforze con il mandato ufficiale di addestrare e assistere le forze armate del Mali nella lotta contro i gruppi armati jihadisti che operano nella regione del Sahel. Sotto comando francese, Takuba vede operare congiuntamente i militari di diversi paesi europei (oltre alla Francia, Belgio, Danimarca, Estonia, Romania, Germania, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Italia), in coordinamento con altri attori internazionali, in particolare US Africom, il comando delle forze armate statunitensi per il continente africano e MINUSMA, la missione delle Nazioni Unite di “stabilizzazione” del Mali.
“Essa si inserisce nel nuovo quadro politico, strategico e operativo ribattezzato Coalizione per il Sahel, che riunisce la forza dell’Opération Barkhane a guida francese e la Force Conjointe du G5 Sahel, al fine di coordinare meglio la loro azione concentrando gli sforzi militari nelle tre aree di confine (Mali, Burkina Faso e Niger)”, è riportato nel dossier del Servizio Studi Difesa dello Stato Maggiore italiano, predisposto in vista del voto parlamentare che lo scorso anno ha autorizzato la partecipazione italiana alla forza multinazionale. La Task Force Takuba è stata lanciata ufficialmente dal presidente francese Emmanuel Macron nel gennaio del 2020 in occasione del vertice G5 Sahel di Pau, con lo scopo di rafforzare lo sforzo addestrativo, operativo e logistico a favore degli alleati in Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger) nel “contrasto del terrorismo, delle attività criminali transfrontaliere e dei traffici di esseri umani”.
La richiesta di collaborazione fatta dal governo di Parigi alla NATO risponde al processo di progressiva riduzione della presenza militare francese nella conflittuale regione sub-sahariana per mere ragioni finanziarie, e di maggiore condivisione in termini di risorse economiche e militari con i più stretti alleati europei. L’Italia, in particolare, ha deciso di schierare in Mali entro la fine del 2021 duecento soldati dei reparti d’élite (paracadutisti, marines, ecc.), venti mezzi terrestri e otto elicotteri. Sino ad oggi la presenza militare francese in quest’area vede 5.100 militari, 3 droni, 7 cacciabombardieri, 22 elicotteri, 10 aerei di trasporto, 290 blindati pesanti, 240 blindati leggeri e 380 mezzi logistici.
Dal punto di vista operativo le forze armate utilizzano basi permanenti a Gao (Mali) e Niamey (Niger) e a N’Djamena (Ciad) e basi avanzate temporanee a Kidal, Timbuctu, Tessalit, Ménaka (Mali), Aguelal (Niger), Faya-Largeau e Abéché (Ciad). Inoltre la Marina militare francese utilizza come punti d’attracco e supporto navale i porti di Dakar (Senegal), Abidjan (Costa d’Avorio) e Douala (Camerun). Il recente golpe a Bamako dei militari fedeli al colonnello Assimi Goïta ha contribuito ad accelerare il parziale “sganciamento” del governo Macron dal Mali; in attesa di conoscere le sorti del processo di transizione nel paese, le truppe francesi continueranno ad operare contro i jihadisti pur “sospendendo, temporaneamente, le operazioni militari congiunte con le forze maliane, nonché le missioni di consulenza a loro sostegno”, come ha spiegato con una nota lo Stato maggiore francese.
LA NATO Support and Procurement Agency, oltre che in Lussemburgo, ha propri hub operativi in Francia, Ungheria ed Italia (Taranto) e centri di pronto intervento in Kosovo e Afghanistan. Impiega attualmente 1.550 persone e ha a disposizione oltre 2.500 contractor per le maggiori missioni NATO a livello internazionale. L’agenzia è il principale fornitore di servizi logistici dell’Alleanza Atlantica e delle nazioni partner. “NSPA si concentra principalmente nel supportare le operazioni e le esercitazioni NATO e nel gestire il ciclo vitale dei sistemi d’arma e il grande oleodotto dell’Europa che rifornisce di carburante le unità alleate”, spiega l’ufficio stampa dell’agenzia. “Questo aiuto è garantito – in tempi di pace, crisi e conflitto, ovunque sia richiesto – agli alleati NATO, alle autorità militari NATO e dei paesi partner, sia in forma individuale che collettiva”.
Nello specifico NSPA acquista e distribuisce alle truppe armi e mezzi da guerra (elicotteri, radar, missili, veicoli blindati, sistemi si pronto allarme e sorveglianza aerea, ecc.), carburante, equipaggiamento e attrezzature per attività portuali ed aeroportuali, forniture sanitarie e alimentari, ecc..
Attualmente coordina importanti progetti di ricerca e realizzazione di sistemi bellici di rilevanza strategica per l’Alleanza: il sistema “futuro” di controllo e sorveglianza (AFSC); il Multinational Multi-Role Tanker Transport (MRTT); le Precision Guided Munitions and Land Battle Decisive Munitions; un nuovo Veicolo da Combattimento Terrestre; l’Alliance Ground Surveillance (AGS), il sistema di sorveglianza terrestre mediante l’utilizzo di droni, la cui base operativa è stata realizzata nello scalo aereo siciliano di Sigonella.
La gestione, il trasferimento e l’installazione di attrezzature per accampamenti e basi militari di pronto intervento è affidata di norma dall’agenzia NSPA al Centro operativo meridionale (SOC) di Taranto; pertanto è più che presumibile che sarà proprio l’infrastruttura pugliese ad essere chiamata per la prima missione NATO in Sahel.
Antonio Mazzeo
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