L’Italia vende minisommergibili al Qatar: per destabilizzare ancor più il Golfo

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M23 sottomarino

Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
Giugno 2021

Due minisommergibili per la Marina da guerra del Qatar per le attività di vigilanza ed attacco navale nel Golfo Persico. E’ l’ultimo affare del complesso militare-industriale italiano con le forze armate del petro-emirato arabo, potente partner strategico dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America. “Dall’analisi delle autorizzazioni governative all’export di armi made in Italy si evince che nel 2019 l’azienda M23 Srl si è aggiudicata la licenza per 2 midget submarines del valore di 190 milioni di euro: sono mini-sommergibili che potrebbero essere impiegati anche per incursioni e attacchi alle navi mercantili e alle petroliere”, denuncia Giorgio Beretta, analista della Rete Italiana Pace e Disarmo.

La società M23 Srl con sede centrale a Ciserano (Bergamo) è una new entry dell’inossidabile mercato bellico: operativa dal giugno 2018, ha come oggetto sociale la “progettazione, costruzione e vendita di veicoli subacquei ed in particolare di sottomarini, apparati di propulsione e scafi”. M23 ha una ventina di dipendenti ed è finanziariamente legata ad altre due aziende con sede legale a Bergamo, la SPH Srl (società di consulting industriale) e la GSE Trieste Srl (settore cantieristico navale).

M23 sottomarino

Presidente di M23 è Bruno Peracchi, direttori generali Guido Santi, Carlo Gelfo e Toufic Abi Fadel, quest’ultimo ex manager della Qatar Development Bank e della Qatar First Bank LLC, oggi a capo dell’ufficio legale di Barzan Holdings, la cassaforte finanziaria da cui il ministero della Difesa del Qatar attinge i finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la compravendita di nuovi sistemi d’arma e per rafforzare le capacità militari delle forze armate nazionali. Per la cronaca, il 24 gennaio 2020 l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e il presidente di Barzan Holding Nasser Al Naimi hanno sottoscritto un accordo di cooperazione in vista della progettazione e costruzione di nuove infrastrutture ed imbarcazioni della Marina militare dell’emirato e della fornitura di unità da guerra di superficie e sottomarini da realizzare negli stabilimenti del Muggiano, La Spezia.

La presenza nel board di M23 Srl del qatarino Toufic Abi Fadel è consequenziale all’investimento nell’azienda bergamasca da parte della Al Shamal 3 LLC, società registrata presso la Camera di commercio dell’emirato il 2 aprile 2019, con capitale sociale di appena 100.0000 qatari real (circa 22.500 euro) e sede presso gli uffici di Doha della nota holding internazionale di consulenza aziendale PricewaterhouseCoopers. Contestualmente all’ingresso di Al Shamal 3 LLC nella società bergamasca si è realizzato pure il trasferimento del ramo d’azienda relativo alla progettazione e costruzione di minisommergibili dalla GSE Trieste ad M23. Ambedue le operazioni sono state autorizzate “con prescrizioni” dal Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2020, nell’esercizio dei poteri speciali previsti dal cosiddetto golden power con i quali l’esecutivo detta specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni in società strategiche per il Paese (settore della difesa e della sicurezza, energia,  trasporti, comunicazioni, ecc.). A presentare il decreto in Consiglio, l’allora  Presidente Giuseppe Conte e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ancora oggi in carica.

Nel caso specifico della commessa al Qatar, i cantieri della M23 Srl si starebbero occupando della realizzazione di due “sommergibile tascabili”, le cui caratteristiche tecniche sono top secret. Ad oggi si conosce solo il codice con cui sono stati classificati (Midget autonomus submarine P/N M232017023); presumibilmente si tratta di unità lunghe 23 metri, adatte a contenere un equipaggio estremamente ridotto di 2-3 persone.

L’analista militare H.I. Sutton, fondatore del sito specializzato Covert Shores, ha dedicato ai due minisommergibili made in Italy un lungo articolo dal titolo “Italy’s Secretive Submarine Deal With Qatar: New Intelligence”. Sutton ritiene che le due unità destinate al “programma di modernizzazione e potenziamento della flotta del Qatar” corrispondano al modello raffigurato in una slide proiettata nel corso di un’audizione della Commissione Difesa della Camera dei deputati sui sistemi di difesa e ricerca tecnologica, tenutasi lo scorso 17 maggio (l’audizione è visibile in https://webtv.camera.it/evento/18152).

A presentare le slide è stato il presidente e amministratore delegato della C.A.B.I. Cattaneo S.p.A, Alberto Villa, che ha riferito in particolare l’avvio di una collaborazione con una società terza per la realizzazione di “due sottomarini nani, costruiti per un cliente straniero”. “L’aspetto del sommergibile, con scafo levigato, idrovolanti a spalla e niente vela sembra confermare ciò che gli osservatori sospettano, cioè che si tratti del modello realizzato da M23 Srl”, scrive H.I. Sutton. “Quest’ultima è una società spin-off del comparto militare che, con i cantieri navali GSE Trieste, costruttori di sottomarini, condivide uno stabilimento a Ciserano, Bergamo a un centinaio di chilometri di distanza dall’hub industriale di Milano dove ha sede la  C.A.B.I. Cattaneo. Il sottomarino che compare nella presentazione dell’amministratore delegato di C.A.B.I. somiglia tantissimo all’unica linea di GSE Trieste, progettata nel 2017”.

Stando ancora all’analista militare, i due minisommergibili destinati al Qatar saranno armati ognuno con due siluri e avranno “una notevole capacità operativa per le Forze speciali”. “La GSE Triste sta per Giunio Santi Engineering, in ricordo del suo omonimo fondatore, ingegnere navale”, aggiunge Sutton. “In passato la GSE Srl era denominata Maritalia. La storia dei progetti dell’ingegnere Santi è ricca di ingenuità. Negli anni ’80 egli stava realizzando un sistema di propulsione per mini-sottomarini sotto il marchio di Maritalia. Il più conosciuto di questi sub era il 3GST9, lungo appena 9.5 metri e molto simile all’aspetto di un pesce, il quale catturò l’attenzione generale come possibile mezzo di trasporto per le forze speciali. Nel 2000 la società di Giulio Santi prese il nome di GSE Trieste è si dedicò prioritariamente alla costruzione di mini-sub di lusso per clienti privati, anche se è stato progettato un modello a scopi militari, il Button 5.60 Dry Combat Submersible che fu testato dalla US Navy”.

Molto più nota è invece la storia industriale-militare della C.A.B.I. Cattaneo di Milano, una delle principali società produttrici al mondo di veicoli subacquei, motori navali e attrezzature pesanti per il trasporto dei team delle forze speciali. Tra i sistemi bellici prodotti dall’azienda lombarda compaiono tra gli altri pure i MAS (motoscafi armati siluranti) utilizzati dalla Regia Marina durante la prima guerra mondiale e i cosiddetti “maiali” impiegati dalle unità speciali d’assalto comandate da Julio Valerio Borghese nel corso della seconda guerra mondiale.

Con i nuovi mini-sub venduti dall’Italia, il Qatar diventa il primo Stato arabo del Golfo Persico e il primo membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo a disporre di una componente subacquea convenzionale. Un elemento che contribuirà a ipermilitarizzare e destabilizzare ulteriormente l’intera area mediorientale.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Photocredit: Naval News

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