Cornelia Toelgyes
3 giugno 2021
La Francia ha sospeso momentaneamente le attività militari congiunte con il Mali. La notizia è stata resa nota ieri dal ministero della Difesa francese e la decisione è strettamente legata al golpe del 24 maggio e alle trasformazioni politiche che ne sono conseguite. Parigi non ha ancora chiuso tutte le porte; infatti il governo di Macron si riserva la possibilità di rivalutare la situazione nei prossimi giorni.
Domenica scorsa la CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale), durante un summit straordinario che si è svolto a Accra, la capitale del Ghana, ha sospeso il Mali da tutte le funzioni all’interno dell’istituzione economica, in risposta al doppio golpe e hanno chiesto al neo presidente, Assimi Goïta, l’uomo forte del Mali, di nominare quanto prima un primo ministro civile.
Dopo la CEDEAO, anche l’Unione Africana ha adottato le stesse misure. Per ora non sono state prese decisioni di sanzioni nei confronti dei nuovi leader del Paese, in attesa che venga nominato il nuovo premier. “I militari devono tornare nelle caserme”, hanno detto in molti, parole già ripetute dopo il primo putch dell’agosto scorso.
Secondo Parigi, le due istituzioni africane hanno già stabilito regole chiare per quanto concerne Bamako, e ora spetta alle autorità del Paese a rispondere prontamente. E nell’attesa, la Francia ha deciso di sospendere provvisoriamente le attività militari congiunte e altresì le missioni di consulenza nazionale a loro beneficio. “Rivaluteremo le nostre decisioni in base alle risposte delle autorità maliane”.
E’ evidente che con queste dichiarazioni il governo francese esige e pretende una transizione inclusiva, che dovrà concludersi entro 9 mesi. Parigi ha detto chiaramente che non resterà nel Paese qualora l’islamismo dovesse prevalere sulla democrazia e vuole assolutamente che il Mali mantenga i suoi principi repubblicani.
Secondo informazioni e opinioni raccolte da Serge Daniel – giornalista beninois molto ben informato, da anni residente nella ex colonia francese – le autorità di Bamako cercheranno di adoperarsi e di fare il possibile affinché le misure cautelative di sospensione vengano tolte.
Emmanuel Macron aveva spiegato durante un’intervista a Journal du Dimanche che l’esercito francese non può combattere il terrorismo da solo nel Sahel. La presenza degli uomini d’oltralpe è legata a istituzioni stabili e legittime.
Il presidente Bah N’Daw e il primo ministro Moctar Ouane hanno rassegnato le dimissioni dieci giorni fa, due giorni dopo il loro arresto. Goïta li aveva rimossi dai loro incarichi lo scorso 24 maggio, perchè avevano formato un nuovo governo senza consultarsi con lui, che allora copriva l’incarico di vice-presidente. Solo qualche giorno dopo il putch, la Corte costituzionale ha conferito al colonello la carica di presidente e Capo dello Stato.
Cornelia I. Toelgyes
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