Cornelia I. Toelgyes
23 maggio 2021
“Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna (si seppe poi in seguito che era il Vesuvio) “, scrisse Plinio il Giovane a Tacito nel 79 d.C. Oggi, nel 2021, invece della nube, nella serata del 22 maggio si è elevata una luce rossastra dal cratere del vulcano Nyiragongo, che sovrasta Goma, capoluogo del Nord-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Ieri notte l’odore di zolfo contenuto nella lava che sta colando dal Nyiragongo, era insopportabile.
Il capoluogo della già travagliata provincia del Nord-Kivu, è in pericolo, la colata si sta dirigendo verso l’aeroporto della città, e la gente sta scappando verso Sake, all’estremità nord-occidentale del lago Kivu.
Alle 23.00 il governatore militare della provincia ha ordinato l’evacuazione della città. L’allerta è diventata rossa. La lava ha iniziato a scendere, inizialmente solo dal fianco est, verso il vicino Ruanda, ma lo stringer di Africa ExPress ha confermato poco fa che anche il cratere principale ha iniziato a eruttare lava. “Tutta la bellezza di Goma, i recenti investimenti stanno per essere distrutti”, ha raccontato.
La corrente elettrica è stata interrotta, mentre gli appelli della protezione civile si fanno più insistenti e la popolazione è invitata a lasciare la città. La gente è nel panico. Intanto gli agenti di sicurezza hanno sparato tiri di avvertimento vicino alla prigione. Chissà se è previsto un piano di evacuazione per i detenuti.
L’ultima eruzione del vulcano risale al 2002. Allora ufficialmente le vittime furono 250, probabilmente molte di più, e il 20 per cento della città di Goma semi distrutta. Il vulcanologo, Dario Tedesco, dell’università Luigi Vanvitelli (Caserta), che aveva condotto una ricerca dopo il disastro di allora, aveva avvertito che la prossimo eruzione sarebbe potuta essere peggiore del precedente. Secondo Tedesco, il Nyiragongo, che supera i 3.000 metri, è attualmente il vulcano più pericoloso al mondo.
L’Istituto di vulcanologia di Goma aveva notato una maggiore attività vulcanica tra il 25 aprile e il 10 maggio. Lo hanno reso noto nell’ultimo bollettino, nel quale gli esperti classificano il grado di allerta come “gialla”.
Ieri sera alle 24.30 ora italiana, la lava stava scendendo a una velocità che varia da 60 a 650 chilometri orari con una temperatura di 1.200 °C, mentre questa mattina le autorità hanno fatto sapere che la colata incandescente ha perso di intensità. Finora non si registrano morti direttamente legati dell’eruzione, alcune persone sono però rimaste vittime in incidenti durante la grande fuga.
Durante la notte sono state rilevate diverse scosse sismiche che hanno ridotto notevolmente l’attività eruttiva.
Fortunatamente il bilancio provvisorio dell’eruzione è stato meno pesante del previsto: 1500 case distrutte in tre villaggi limitrofi a nord di Goma. 5000 sfollati in Rwanda, 17000 a sud di Goma, verso Sake. L’aeroporto è stato chiuso e gli aerei portati altrove. Molte famiglie stanno cercando figli e altri congiunti; si sono persi durante i momenti di panico generale.
Saccheggi in alcuni negozi e case. E’ possibile che alcuni detenuti siano riusciti a fuggire dalla prigione. Finora non sono stati comunque registrati problemi rilevanti riguardanti la sicurezza pubblica.
E sempre Nord-Kivu sono stati freddati pochi mesi fa il nostro ambasciatore Luca Attanasio, la sua guardia del corpo, Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Mialmbo.
Cornelia I. Toelgyes
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