Africa ExPress
18 maggio 2021
Sono arrivati in migliaia in un solo giorno, oltre 5.000 migranti hanno preso d’assalto Ceuta lunedì scorso, tra questi anche mille minori.
Grazie alla bassa marea, i migranti, uomini, donne e bambini hanno raggiunto l’enclave spagnola dal Marocco a nuoto, altri addirittura a piedi con l’aiuto di boe gonfiabili, altri con piccoli cannotti. Un portavoce della guardia civil spagnola ha confermato che in alcuni punti si poteva praticamente arrivare a Ceuta camminando.
I primi sono arrivati in mattinata, partiti durante la notte dalle vicine spiagge marocchine, il flusso non si è arrestato per tutta la giornata. I migranti tentano spesso di raggiungere l’Europa, passando per le enclave di Ceuta e Melilla, mai in modo così massiccio.
Qualche settimana fa un centinaio di marocchini sono arrivati a nuoto in territorio spagnolo, la maggior parte di loro sono poi stati espulsi, rimandati in patria.
Attualmente le relazioni tra Rabat e Madrid sono piuttosto tese, in quanto il leader del Fronte Polisario del Sahara occidentale, Brahim Gali, è stato ricoverato in un ospedale spagnolo a metà aprile, perché affetto da Covid-19, gesto che non è stato apprezzato dal governo marocchino.
Sembra infatti che la polizia marocchina abbia allentato i controlli a Fnideq, città del Marocco più vicina a Ceuta, come rappresaglia nei confronti della Spagna giacchè ritengono le cure prestate al leader del Polisario come una provocazione.
L’enclave spagnola si trova ora in grande difficoltà logistica, le strutture per l’accoglienza non sono assolutamente sufficienti, possono ospitare al massimo 200 persone. La Spagna vorrebbe rispedire al mittente quanto prima le persone arrivate, operazione che presenta qualche difficoltà viste le attuali tensioni tra i due Paesi, causate dal conflitto nel Sahara occidentale. Rabat insiste, vuole un totale riconoscimento della propria sovranità sui territori, mentre dal canto suo Madrid è favorevole a trattative con il Fronte Polisario.
Dopo quasi 30 anni dalla proclamazione del cessate il fuoco, firmato nel 1991 sotto l’egida dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, le tensioni si sono riaccese lo scorso novembre, quando le autorità marocchine hanno deciso di intervenire nella zona cuscinetto di Guerguerat, villaggio sud-ovest del Sahara occidentale.
Aggiornamento:
Sono oltre 6.000 le persone – tra loro anche 1.500 minori – che hanno raggiunto l’enclave spagnola dal Marocco. Sono per lo più cittadini del Paese nordafricano.
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La crisi migratoria nell’enclave si fa sempre più seria e, durante un intervento in TV, il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha ricordato a Rabat che i legami di amicizia con Madrid si basano anche sul rispetto reciproco delle frontiere.
Sanchez ha poi promesso che cercherà di risolvere con determinazione e fermezza la grave crisi.
E ha aggiunto: “L’integrità territoriale della Spagna e delle sue frontiere, che sono anche quelle esterne dell’Unione Europea, nonché la sicurezza e la tranquillità dei nostri compatrioti saranno difesi dal nostro governo in ogni momento e useremo qualsiasi mezzo necessario”.
Il premier spagnolo ha rinunciato al viaggio a Parigi per partecipare alle conferenza sull’Africa e ha schierato l’esercito a Ceuta. In queste ore sono attesi rinforzi di agenti di polizia e uomini della guardia civil.
Dal canto suo Rabat ha convocato con urgenza la sua ambasciatrice accreditata a Madrid.
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