AFRICA

Arrestato francese in Centrafrica. La polizia: “Nascondeva arsenale in casa”

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
11 maggio 2021

Un cittadino francese, Juan Rémy Quignolot, nato il 17 gennaio 1966, è stato arrestato nella capitale della Repubblica Centrafricana lunedì scorso. Nella sua abitazione, a Bangui, la polizia ha trovato un vero e proprio arsenale: munizioni, armi, cellulari e altro materiale militare.

Polizia di Bangui (Centrafrica) trova arsenale in casa di un cittadino francese

Attualmente è detenuto in una camera di sicurezza presso Office Central de Répression du Banditisme (OCRB), un ufficio speciale  per la lotta contro la criminalità. L’arresto del francese è stato confermato dal procuratore generale di Bangui, Eric Didier Tambo. Tambo ha sottolineato che è stata trovata anche del denaro, sia banconote che circolano in Centrafrica e in Africa occidentale, che dollari e euro.

Il procuratore ha poi aggiunto: “Si tratta di un’operazione di polizia e ieri gli agenti ci hanno chiesto un permesso di perquisizione per l’abitazione dello straniero e, secondo le informazioni in nostro possesso, sembra che nel 2013 il francese sia stato uno degli istruttori della ex coalizione Séléka (gruppo armato formato prevalentemente da musulmani) e che abbia contatti stretti con altri due connazionali, Christophe Reinetau (nome in codice Alpha) e Bernard Cousin, entrambi indagati dalla giustizia centrafricana dal 2018.

Su Reinetau e Cousin pendono diversi capi d’accusa, tra questi terrorismo, delitti contro lo Stato e altri, per le violenze e i disordini scoppiati nella primavera 2018 a Bangui. Accuse lanciate dallo stesso presidente Faustin-Archange Touadéra in un’intervista del maggio 2018 a France 24, durante la quale ha sottolineato che i due francesi sono molti vicini al generale Force, uno dei leader del gruppo di autodifesa del PK5 (quartiere della capitale abitato per lo più da musulmani n.d.r.) e ai Séléka. Insomma, per il procuratore generale, Quignolot potrebbe essere fortemente implicato nella destabilizzazione del Paese.

Il francese arrestato si spacciava per giornalista; secondo alcune fonti umanitarie, avrebbe invece lavorato per diverse organizzazioni come guardia del corpo. Dal suo curriculum si evince che è stato arruolato per un breve periodo nelle forze armate d’Oltralpe.

Valery Zakharov, consigliere russo addetto alla sicurezza del presidente centrafricano, ha immediatamente condiviso sul suo account twitter l’arresto del francese, mentre il portavoce del governo, Ange-Maxime Kazagui, non è stato molto loquace con i reporter di Agence France Presse: “Un francese che dice di essere un giornalista è stato arrestato e nella sua abitazione sono state trovate molte armi”.

Valery Zakharov

I russi sono presenti in Centrafrica da oltre tre anni; gli uomini di fiducia del Cremlino sono di casa in Centrafrica e sono impegnati in vari settori: addestramento militare; assistenza e sostegno delle truppe delle Forze Armate Centrafricane (FACA) durante i loro spostamenti e interventi; controllo, sorveglianza dei siti minerari; protezione personale del presidente. Anche la stampa locale viene gestita in gran parte dagli uomini di Mosca.

Il consigliere per la sicurezza di Touadéra è il russo Valery Zakharov – identificato dai servizi ucraini (SBU), incaricati del contro-spionaggio, come un ex- appartenente al gruppo Wagner con matricola M-5658 – e da marzo 2018 quaranta uomini delle forze speciali di Mosca fanno parte della sua guardia personale.

E proprio per la grande influenza dei russi nel Paese, un membro della società civile invita alla prudenza, in quanto le prove di colpevolezza raccolte nei confronti di Quignolot  potrebbero essere state manipolate. Secondo l’uomo, una cosa simile è accaduta recentemente a un ex militare francese. Qualcuno è riuscito a plagiare la fidanzata dell’ex militare per nascondere munizioni di guerra nella sua casa mentre era assente. Poco dopo, una volta rientrato, è stato arrestato dalla polizia. Ora quel francese sta marcendo nella galera di Ngaragba, la prigione maschile di Bangui in attesa del processo.

Mercenari russi del gruppo Wagner

Da tempo è guerra fredda tra Russia e Francia nella Repubblica Centrafricana, specie dopo le accuse mosse da Parigi e pubblicate il 3 maggio da Radio France International su presunte violenze commesse dagli istruttori di Mosca mentre combattevano insieme alle forze di Bangui. Il governo ha garantito che avrebbe aperto un’inchiesta per far luce su questi “gravi crimini”.

Anche un team di esperti indipendenti dell’ONU ha presentato un fascicolo sui mercenari russi nella Repubblica Centrafricana e ha lanciato gravi accuse contro gli uomini di Wagner.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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