Speciale per Africa Express
Antonio Mazzeo
maggio 2021
L’Unione Europea è pronta a intervenire in Mozambico con una task force militare a sostegno delle autorità di governo e delle forze armate locali contro le organizzazioni “terroristiche” che imperversano in numerosi distretti del nord del Paese. A renderlo noto l’Alto commissario UE per gli affari Esteri e la sicurezza Josep Borrell a margine del vertice dei ministri della difesa dell’Unione europea tenutosi il 6 maggio a Bruxelles, presente il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.
“Il governo del Mozambico sta chiedendo il nostro aiuto e noi invieremo una missione addestrativa in modo da contenere l’odierna situazione militare”, ha dichiarato il commissario Borrell all’agenzia Reuters. “Nel settembre dello scorso anno Mozambico ha inviato all’Unione Europea una missiva in cui si chiedeva di aiutare le forze armate nazionali nella lotta all’insorgenza. Ogni eventuale missione in questo Paese dovrà comunque essere simile a quanto l’Unione Europea sta facendo nella regione del Sahel, dove i nostri esperti assicurano la formazione e la consulenza delle forze di sicurezza locali. L’UE addestra inoltre l’esercito del Mali e combatte contro il crimine organizzato in Niger”.
Secondo l’agenzia Reuters il vertice dei ministri della Difesa di Bruxelles non avrebbe però definito le modalità d’intervento in Mozambico e quali componenti militari saranno impiegate, anche se però “dal 2007, l’UE ha a sua disposizione un gruppo tattico di pronto intervento di 1.500 uomini che può essere dispiegato in 120 giorni, sino ad oggi mai utilizzato”. Proprio a Bruxelles i ministri della Difesa dell’Unione hanno valutato l’ipotesi di ampliare la task force europea a 5.000 militari per intervenire in ogni scacchiere internazionale, ma il processo di potenziamento richiederà ancora tempo.
Intanto è probabilissimo che l’Italia avrà un ruolo chiave in un’eventuale avventura Ue in terra mozambicana. Nei giorni scorsi nelle aree addestrative friulane di Cellina-Meduna si è tenuta una vasta esercitazione militare che ha visto impegnato il personale della 132^ Brigata Corazzata “Ariete” e di altri reparti d’élite delle forze armate italiane che – come spiega lo Stato Maggiore dell’Esercito – costituiscono “il core del Multinational Infantry Regiment ovvero l’unità di manovra dell’European Union Battle Group (EUBG) Force Package, forza ad elevata prontezza operativa a disposizione della Comunità Europea per il 2° semestre 2021”.
Il 22 aprile 2020 il Consiglio dell’Unione aveva adottato una risoluzione a sostegno del governo del Mozambico nell’attuazione delle “misure necessarie” per affrontare la drammatica situazione vissuta nel paese. “Il continuo deteriorarsi della sicurezza e della situazione umanitaria nella provincia di Cabo Delgado richiede urgente attenzione, nella garanzia del pieno rispetto dei diritti umani”, scriveva il Consiglio. “Destano preoccupazione i recenti attentati a Macimboa da Praia e Quissanga. La situazione richiede che le autorità intraprendano azioni efficaci per proteggere i cittadini, condurre indagini che assicurino alla giustizia i responsabili e individuare il ruolo delle organizzazioni terroristiche e, ove opportuno, i loro potenziali legami a livello internazionale”.
Nell’assicurare l’assistenza a sostegno di “una trasformazione e diversificazione economica sostenibile per aiutare il Mozambico nelle necessarie riforme in materia di governance economica e politica”, il Consiglio dell’Unione europea s’impegnava altresì a “sviluppare la resilienza e a continuare a fornire sostegno umanitario, anche per prepararsi e rispondere alle crisi”.
Il 24 settembre 2020, intervenendo all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, il presidente del Mozambico Filipe Nyusi ha chiesto formalmente l’assistenza militare alla comunità internazionale e in particolare a Bruxelles. “Il Mozambico è vittima di una pesante ondata di violenza causata dagli attacchi dei gruppi islamici attivi nel nord del paese”, ha dichiarato Nyusi. “Oltre mille persone sono state uccise e circa 250 mila sono sfollate. Per questo chiediamo anche aiuto all’Europa per addestrare le nostre forze armate ad efficaci azioni di contrasto del terrorismo”.
Le prime ad accogliere la richiesta del presidente mozambicano sono state le autorità di governo del Portogallo. A metà dicembre da Lisbona il ministro della difesa Joao Gomes Cravinho annunciava che a partire dal gennaio 2021, in concomitanza con l’assunzione della presidenza semestrale dell’Unione Europea, il Portogallo avrebbe avviato l’addestramento e il supporto logistico delle forze armate mozambicane nelle operazioni di “contrasto ai gruppi armati di ispirazione jihadista presenti nella provincia Cabo Delgado”, fornendo inoltre un aiuto diretto nel settore del controllo aereo tattico.
Ciononostante a fine dicembre 2020 a Maputo si sono registrate alcune frizioni con Bruxelles con la conseguente posticipazione dell’intervento diretto europeo nel Paese africano. “Abbiamo problemi in Mozambico: non possiamo muoverci, non possiamo viaggiare”, aveva dichiarato l’Alto commissario Josep Borrell. “Stiamo solo aspettando l’autorizzazione dal Mozambico. Attendiamo il via libera per inviare una missione di esperti di sicurezza nominati da novembre e pronti a partire”.
E’ Sandro Pintus di Africa ExPress a chiarire l’origine dei problemi sorti tra UE e Mabuto. “Al presidente mozambicano Filipe Nyusi non sono piaciute le critiche di Borrell che ha sottolineato la corruzione e le cause interne della guerra e come la violenza armata nella nord del Mozambico è stata innescata dalla povertà e dalla disuguaglianza”, scrive Pintus. “Secondo gli esperti di politica dell’Africa meridionale è interesse del Mozambico far passare la guerra di Cabo Delgado come un conflitto internazionale e non come un problema locale”.
Il consolidamento delle relazioni tra il governo mozambicano e gli Stati Uniti d’America di questi ultimi mesi deve aver convinto Bruxelles a non tirare troppo la corda con Maputo, magari chiudendo più di un occhio sulle responsabilità delle forze armate mozambicane nell’acuirsi del conflitto nei distretti settentrionali ricchissimi di giacimenti di gas naturali contesi in particolare dalle transnazionali ExxonMobil (Usa) e Total (Francia) e, ovviamente dall’immancabile ENI.
A marzo il Mozambico ha chiesto al Pentagono di aumentare il sostegno al proprio esercito con nuovi sistemi d’arma e interventi in ambito logistico e addestrativo “per prevenire la diffusione del terrorismo e dell’estremismo violento”. Già a partire dal 15 marzo una dozzina di Berretti Verdi agli ordini del colonnello Richard Schmidt, del Comando per le operazioni speciali in Africa (SOCAFRICA) hanno dato il via al programma di Formazione Congiunta di Interscambio Combinato (JCET-Joint Combined Exchange Training) delle unità di pronto intervento dell’esercito mozambicano, donando contestualmente equipaggiamenti medici e attrezzature per le comunicazioni.
Nelle stesse settimane veniva res nota pure l’azione del governo del confinante Sudafrica a schierare un contingente militare a fianco delle unità mozambicane nella regione di Cabo Delgado contro il gruppo jihadista “Ansar al Sunna al Shabaab”. Adesso sembra giunta l’ora dell’arrivo in Mozambico dell’European Union Battle Group con l’11° Reggimento bersaglieri della Brigata “Ariete” dell’Esercito italiano…
Antonio Mazzeo
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