Cornelia I. Toelgyes
21 aprile 2021
Idriss Déby è morto il giorno dopo essere stato riconfermato presidente. Aveva vinto le ultime elezioni con il 79,32 per cento delle preferenze. Dopo 30 anni al potere, avrebbe dovuto guidare il Paese per altri 6 anni.
Invece è morto per mano dei ribelli che da anni hanno cercato di spodestarlo. Il gruppo armato Front pour l’Alternance et la Concorde au Tchad gli è stato fatale. Sono arrivati dal nord, dalla provincia di Fezzan, Libia, la loro roccaforte e quella di altri miliziani
Il defunto capo di Stato ciadiano era una figura chiave in tutto il Sahel con molti amici in Occidente, ma con molti nemici in casa e nella regione.
Il 68enne Idriss Déby, musulmano, nato povero e di umili origini, figlio di un pastore, dopo l’esame di Stato ha fatto una brillante carriera militare per poi diventare presidente. E’ salito al potere nel 1990 con un colpo di Stato, grazie al sostegno di Parigi, contro il dittatore Hissène Habré, condannato nel 2016 per crimini contro l’umanità.
Il portavoce delle forze armate, Azem Bermendoa Agouna, che poco prima aveva annunciato la dipartita del presidente, in una breve apparizione alla TV di Stato ha comunicato il passaggio del potere nelle mani di un consiglio militare transitorio, presieduto dal figlio dell’ex capo di Stato, Mahamat Idriss Deby. Il portavoce ha poi dettato le nuove regole:
Scioglimento del governo e dell’Assemblea nazionale
Lutto nazionale della durata di quindici giorni
Sospensione della Costituzione, una Carta costituzionale transitoria sarà messa in atto dal capo del Consiglio.
Chiusura di tutte le frontiere di terra e aeree
Coprifuoco dalle 18.00 alle 05.00
Nuove istituzioni repubblicane saranno messe in essere per facilitare la transizione verso libere e democratiche elezioni
Il Consiglio militare è composto da un gruppo di generali, il cui presidente ad interim è appunto il giovane Déby. Secondo quanto annunciato, la giunta dovrebbe restare in carica per 18 mesi, il tempo necessario per indire elezioni libere e democratiche.
Il figlio di Déby ha seguito le orme del padre, anch’esso militare di carriera. E fino all’altro giorno era a capo del DGSSIE (Direction générale de service de sécurité des institutions de l’État), la famosa e temuta guardia presidenziale.
Non si esclude che la morte del padre sia sopraggiunta già lunedì e annunciata solamente ieri per dare il tempo ai militari di organizzarsi. In base a alcune indiscrezioni sembra che nella giunta si ravvisino già, a poche ore dalla loro costituzione, parecchi malcontenti per la spartizione del potere.
Secondo alcuni osservatori, la sospensione della Costituzione, scioglimento del governo e dell’Assemblea nazionale non sorprendono affatto. “Tecnicamente è un colpo di Stato, ma è un messaggio chiaro e forte ai ciadiani e alla comunità internazionale, in particolare alla Francia: non dovete temere nulla, continuiamo sulla stessa scia del vecchio presidente”, ha specificato Nathanial Powell (ricercatore all’Università di Lancaster) ai reporter di Al-Jazeera.
Nella lotta contro il terrorismo, le forze armate ciadiane sono da sempre un alleato prezioso dei francesi (i reali padroni del Paese) nella lotta contro il terrorismo. Infatti non a caso la base di “Opération Barkhane”, il contingente transalpino presente in tutto il Sahel con oltre 5mila uomini, si trova a N’Djamena, la capitale del Ciad.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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