AFRICA

Mozambico: massacro a Palma, inefficienze e una meticolosa programmazione

Per gentile concessione della rivista Africa Confidential,
pubblichiamo questo articolo tradotto in italiano, sul violento attacco islamista,
contro la città di Palma in Mozambico.
Con questo articolo comincia la collaborazione di Africa Confidential con Africa Express,
che ha ottenuto da Patrick Smith* l’autorizzazione a pubblicare in Italia
e in italiano alcuni sui articoli di particolare interesse.

Un attacco ben pianificato su Palma a Cabo Delgado è costato decine di vite, sollevando domande sul futuro del progetto del gas da 20 miliardi di dollari nelle vicinanze

Anche se le forze governative hanno rivendicato la vittoria definitiva il 27 marzo sui combattenti di Ahlu Sunna Wal Jammah (ASWJ) che avevano preso il controllo di Palma, sulla punta settentrionale della provincia di Cabo Delgado, solo quattro giorni prima, gli scontri intorno alla città continuavano mentre Africa Confidential andava in stampa.

Il comandante Chongo Vidigal, portavoce delle Forze armate mozambicane

Il 28 marzo, lo Stato Islamico ha affermato, come riportato della sua agenzia di stampa Amaq, che i combattenti di ASWJ, dopo giorni di scontri, avevano preso il controllo di Palma sottraendolo alle forze governative. Per ora, le affermazioni di collegamento tra ASWJ e ISIS/Da’ish fanno comodo a entrambe le parti, ma le prove della loro stretta cooperazione sul terreno sono scarse. Gran parte del know-how militare dell’ASWJ, e dell’equipaggiamento, sembra provenire dalla vicina Tanzania e dalla costa (AC Vol 61 No 22, Insurgents cross border).

L’ASWJ ha coordinato gli attacchi a Palma su tre assi, cacciando più della metà dei 75.000 abitanti della città dalle loro case e uccidendo almeno 40 persone. Anche se l’intensità dei  combattimenti è stata inferiore a quella osservata durante la conquista in agosto da parte dell’ASWJ, del porto di Mocimboa da Praia (ancora in mano islamista), il messaggio inviato al governo, alla francese Total e alla statunitense ExxonMobil, i principali investitori nel progetto di esportazione di gas naturale del Paese, è stato molto più forte.

Emergono così le assicurazioni false del presidente Filipe Nyusi, che proviene dalla regione ed è un ex ministro della Difesa, secondo cui le forze armate avevano la situazione sotto controllo. Nyusi aveva cercato di tenere l’insurrezione di Cabo Delgado fuori dall’agenda dell’organo di sicurezza della Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC), ma il presidente del Botswana Mokgweetsi Masisi e quello dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa si sono affrettati a organizzare consultazioni regionali pochi giorni dopo gli attacchi di Palma (AC Vol 62 No 3, Nyusi’s loyalty test).

All’inizio dell’anno, gli insorti avevano compiuto attacchi intorno ai distretti di Palma e Nangade, tagliando per lunghi periodi la strada da Mueda a Palma, attraverso Nangade e Pundahar. I convogli armati avevano consegnato alcuni rifornimenti, ma erano stati costretti ad affrontare parecchie imboscate durante il percorso.

Piano di attacco

L’ASWJ ha inviato diverse centinaia di combattenti per attaccare su tre fronti da ovest, nord e sud e poi prendere Palma la sera del 24 marzo. Agli assalitori si sono aggiunti i miliziani che si erano infiltrati nella città diversi giorni prima. Alcuni avevano finto di essere sfollati.

I rapporti locali raccontano che gli attaccanti non hanno incontrato molta resistenza dai soldati governativi che presidiavano la città. Sono stati rapidamente sopraffatti o sono fuggiti. Il complesso principale dell’esercito a Palma ha resistito più a lungo nella speranza di rinforzi e rifornimenti. Secondo alcune informazioni un gruppo di soldati governativi sono stati attirati a ovest da un’operazione sotto falsa bandiera, prima dell’assalto principale. I combattenti hanno preso di mira le comunicazioni e le infrastrutture di sicurezza, così come banche, cibo e depositi medici. Ci hanno spiegato che la maggior parte del bottino saccheggiato è stato trasportato fuori dalla città alla fine del 26 marzo.

Le agenzie di stampa internazionali e le emittenti televisive hanno intensificato la loro copertura quando è emerso che diversi stranieri erano coinvolti nei combattimenti e che uno dei più grandi progetti di gas naturale del mondo avrebbe potuto essere abbandonato. Diverse centinaia di persone, tra cui più di 50 stranieri, hanno cercato rifugio all’hotel Amarula, vicino all’aeroporto. (come ha raccontato Africa ExPress, nrd)

All’inizio, i combattenti dell’ASWJ non hanno preso di mira l’hotel, ma hanno cambiato idea quando hanno saputo che l’amministratore del distretto di Palma si era rintanato lì. Il Dyck Advisory Group (DAG) ha tentato di lanciare diverse missioni di salvataggio in elicottero dall’isola di Vamizi, al largo della penisola di Afungi. Afungi dista soli 7 km da Palma. Lì risiede il quartier generale del progetto di gas della Total, sorvegliato da 700 militari governativi. La compagnia francese ha chiesto di alzare in loro numero a 1000.

La lotta per Palma ha scatenato recriminazioni da ogni parte. I funzionari del DAG si lamentano che la Total ha rifiutato di fornire il carburante per le missioni di salvataggio in elicottero e ha erroneamente consigliato alla gente di rifugiarsi nell’hotel Amarula da dove sarebbero stati salvati. Total nega tutto questo.

Eppure è evidente che né la Total né le forze del governo regionale hanno sviluppato un piano di sicurezza e di evacuazione, nonostante che negli ultimi anni la città e i villaggi vicini siano stati l’epicentro di una pericolosa e devastante insurrezione.

Quando è diventato chiaro che né le forze di stanza nella base Total di Afungi, né quelle intorno a Palma, avrebbero salvato il contingente bloccato all’Amarula, un convoglio di 17 veicoli è stato organizzato per correre al porto. Gli insorti hanno teso un’imboscata e così solo sette veicoli ce l’hanno fatta.

Si dice che Total stia rivedendo tutti gli aspetti del suo progetto, che probabilmente sarà ritardato ma non cancellato. La compagnia aveva ordinato una parziale evacuazione dei suoi lavoratori all’inizio di gennaio dopo diversi attacchi vicino al perimetro del suo complesso ad Afungi.

Poche ore prima dell’attacco del 24 marzo, Total aveva annunciato che stava riprendendo le operazioni. Mentre i combattimenti infuriavano a Palma, ha subito detto dopo che le avrebbe di nuovo sospese i lavori.

Il presidente Nyusi e i suoi ministri hanno cercato di tranquillizzare Total e ExxonMobil promettendo di riprendere il controllo della situazione e di garantire la sicurezza. Squadre di addestramento militare sono arrivate dagli Stati Uniti e dal Portogallo per rafforzare i suoi sforzi.

La strategia del governo per combattere gli insorti si concentrerà sulla sicurezza piuttosto che su qualsiasi pista politica. Finora l’ASWJ si era tenuto alla larga dal progetto del gas e dagli attacchi agli stranieri, insistendo sul fatto che la sua lotta era contro il governo Nyusi. Una settimana dopo l’attacco, la posta in gioco è salita ed ora molto più alta e coinvolge diversi attori.

La definizione da parte degli Stati Uniti di ASWJ come “Stato Islamico Mozambico” – cui gli stessi canali mediatici dell’ISIS non si riferivano in precedenza – e la investitura di Abu Yasir Hassan, cittadino tanzaniano, come suo leader, ha evidenziato la mancanza di informazioni affidabili sul gruppo.

Quasi certamente l’identificazione del legame Hassan-ISIS da parte degli Stati Uniti significherà che, contro l’ASWJ, aumenteranno l’intelligence e le operazioni militari a distanza. Per il presidente Nyusi, è una mossa utile perché si adatta bene alla sua insistenza che gli insorti sono parte di uno sforzo di destabilizzazione guidato dall’esterno.

Le forze di sicurezza del governo hanno fallito malamente a Palma, rafforzando le preoccupazioni che i militari siano in uno stato precario di confusione generale (AC Vol 62 No 4). La polizia e i militari dovrebbero operare in tandem, ma hanno strutture di comando separate che non si fidano l’uno dell’altro e non sono riuscite a sviluppare una strategia di sicurezza comune.

Le forze governative a Palma sono state sorprese dall’assalto dell’ASWJ. Ciò indica che ci sono stati una serie di fallimenti dell’intelligence e forse infiltrazioni nelle strutture statali. Nuovi piani dovranno essere messi in atto rapidamente.

Il contratto della DAG per addestrare le unità di polizia e gestire le missioni degli elicotteri è scaduto il 6 aprile. È improbabile che venga rinnovato dopo l’incontro “difficile” tra la società e i funzionari statali a Maputo che si è tenuto questa settimana.

Per un po’ di tempo ci sarà un vuoto nel supporto aereo, poiché l’aviazione mozambicana non è ancora pronta a colmarlo. I piloti addestrati per almeno quattro nuovi elicotteri da combattimento Gazelle non sono operativi e richiedono un addestramento integrato con le forze di sicurezza di terra per massimizzare la loro efficacia.  I piloti sono ben addestrati ma non hanno esperienza di combattimento.

Affari militari

Come l’insurrezione ha preso piede a Cabo Delgado negli ultimi tre anni, così ha fatto il numero di compagnie militari private che fanno pressione per ottenere contratti di sicurezza. La maggior parte ha sede nel vicino Sudafrica, tra cui la Paramount Group di Ivor Ichikowitz, secondo cui che le sue operazioni sono limitate alle forniture di armi, e ha stretti legami con altre PMC a Dubai. C’è poi il famoso Eeben Barlow, (fondatore e leader della società di mercenari Executive Outcomes, ndr) la cui società Specialised Tasks, Training, Equipment and Protection International ha combattuto gli insorti nel nord-est della Nigeria durante la presidenza di Goodluck Jonathan.

Entrambe le aziende hanno stretti rapporti con la Forza di Difesa Nazionale Sudafricana (SANDF), specialmente con le sue Forze Speciali. Per ora, la SANDF non può assemblare una forza pronta al combattimento da inviare a Cabo Delgado, ma questo potrebbe cambiare nelle prossime settimane, ora che la crisi è diventata regionale.

Dalla fine dell’apartheid, i funzionari sudafricani hanno avuto un atteggiamento ambivalente verso le compagnie militari private. Sulla carta, l’invio di sudafricani all’estero come mercenari è illegale dal Prohibition of Mercenary Activities and Regulation of Certain Activities in a Country of Armed Conflict Act approvato nel 2006. Dovrebbero essere sotto stretto controllo politico. In pratica, le compagnie godono dell’aiuto logistico e diplomatico del governo di Pretoria e dei suoi vertici militari.

Al centro degli attacchi a Palma c’è il Dyck Advisory Group (DAG), fondato dall’ex ufficiale delle forze speciali rhodesiane, il colonnello Lionel Dyck, il cui gruppo di 40 poliziotti speciali si è fatto strada a Palma il 27 marzo (AC Vol 61 No 21, Frelimo flounders in north).

E’ una squadra che fa parte di un contingente di 120 persone addestrate da ex militari del Sudafrica con una vasta esperienza di combattimento e addestramento sul terreno africano. L’addestramento era parte di un contratto esteso che il DAG si è assicurato a metà del 2020 e parte di un piano per sviluppare una forza d’assalto all’interno della polizia nazionale per organizzare operazioni di contro-insurrezione (AC Vol 61 No 13, Il tardivo grido d’aiuto della Frelimo).

I critici mozambicani e zimbabwiani su DAG hanno preso di mira il curriculum militare di Dyck, prima nelle forze rhodesiane e poi come parte dello Zimbabwe African National Liberation Army (ZANLA) dopo l’indipendenza.

Nell’ultimo anno a Cabo Delgado, tuttavia – secondo gli analisti della sicurezza – l’unità addestrata dal DAG ha rafforzato significativamente le opzioni del governo.

Militare mozambicano a Palma

Il governo di Maputo non condivide questa opinione. La polizia, che fino a gennaio svolgeva un ruolo centrale negli sforzi di contro-insurrezione, è stata sostituita dalle Forças Armadas de Defesa de Moçambique (FADM), che sono state incredibilmente colte di sorpresa dall’attacco a Palma.

Questa sfida è stata aggravata dall’avvicendamento di alti ufficiali. Il comandante dell’esercito, il generale Eugénio Mussa, è morto di Covid-19 all’inizio di febbraio, settimane dopo aver preso il comando (AC Vol 62 No 4, confusione generale). I nuovi comandanti sono stati rimescolati dalle vecchie posizioni mentre il presidente Filipe Nyusi si è assicurato che uomini a lui fedeli fossero al comando.

La polizia è stata messa da parte. Gli appaltatori della DAG faranno le valigie e torneranno a casa il 6 aprile, dopo la decisione di non prolungare il loro contratto.

Vedendo emergere un’occasione di business, alcune compagnie rivali hanno screditato il curriculum della DAG. Per ottenere un vantaggio competitivo alcune hanno usato i recenti rapporti di Amnesty International sulle sue presunte violazioni dei diritti umani perpetrate, assieme al personale del governo. DAG ha assicurato che indagherà sulle denunce di Amnesty.

Africa Confidential
https://www.africa-confidential.com/news
Traduzione curata da Africa-ExPress
@africexp

*Patrick Smith è l’editore e il direttore di Africa Confidential (www.africa-confidential.com) dal 1991.

Fondata nel 1960 come newsletter quindicinale cartacea, Africa Confidential si è costruita da allora una reputazione globale per la segnalazione e l’analisi originale dei principali sviluppi politici e di sicurezza in tutto il continente africano che va ben oltre ciò che si può trovare nel materiale ‘open source’. Il servizio stesso è ora sostanzialmente online, con rapporti infrasettimanali sugli sviluppi chiave come e quando si verificano.

Oggi le sue puntuali analisi, i commenti e i reportage sono usati in una varietà di aree come: le due diligence aziendali, le valutazioni del rischio politico e dei Paesi, conformità con la legislazione anticorruzione e altre leggi sull’etica aziendale (ad esempio FCPA, UK Bribery Act, Dodd-Frank [“conflict minerals”] e Equator Principles), buon governo, relazioni civili/militari, allarme preventivo dei conflitti, risoluzione dei conflitti e soccorso umanitario.

Africa Confidential gode di un pubblico globale diversificato che comprende: capi di Stato, ministri degli esteri, agenzie di difesa e di intelligence, società di consulenza sui rischi, studi legali e contabili internazionali, ONG, istituzioni accademiche e think tank, assicuratori, società di consulenza e società che operano in una varietà di settori in Africa, tra cui energia, miniere, infrastrutture e mercati dei capitali.

Patrick Smith collabora regolarmente con la BBC, il Guardian, l’Observer, l’Economist e altri media internazionali. In Africa ha lavorato in parecchie occasioni con il direttore di Africa Express, Massimo Alberizzi.

Per saperne di più su Africa Confidential e sul suo nuovo servizio online AC+ visitate www.africa-confidential.com).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

Recent Posts

Con le guerre in corso stanno “saltando” i valori dell’Occidente

EDITORIALE Giampaolo Cadalanu 3 novembre 2024 Trovo davvero sconfortante il dibattito su guerra e pace…

23 ore ago

La guerra civile sta uccidendo il Sudan nell’assoluto silenzio del mondo

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 2 novembre 2024 In questi giorni una coalizione…

2 giorni ago

Elicotteri italiani a Israele: ormai siamo complici nel genocidio a Gaza

Speciale per Africa ExPress Antonio Mazzeo 1° novembre 2024 Non solo “ricambi e assistenza tecnica…

3 giorni ago

Quando Il Foglio si fa portavoce della propaganda Israeliana

Dal Nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, 29 ottobre 2024 Il 24 ottobre il…

5 giorni ago

Massacro firmato dai nigeriani di Boko Haram sul lago Ciad: uccisi 40 soldati di N’Djamena

Africa ExPress 29 ottobre 2024 Il gruppo armato Boko Haram non demorde, i terroristi nigeriani…

6 giorni ago

Tra Libia e Nigeria scoppia la guerra del pallone

Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 28 ottobre 2024 "La partita N.87 Libia v. Nigeria…

1 settimana ago