AFRICA

Massacri, omicidi e violenze dei mercenari russi in Centrafrica: l’ONU indaga

Africa ExPress
7 aprile 2021

Un gruppo di lavoro di esperti indipendenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sta indagando sui mercenari russi presenti nella Repubblica Centrafricana e lanciano gravi accuse contro i paramilitari.

I contractor di Mosca, secondo gli esperti, si sarebbero macchiati di violazioni dei diritti umani nel Paese.
Eppure il governo di Bangui fa largo uso di mercenari, che talvolta intrattengono anche contatti stretti con l’esercito regolare e persino con i caschi blu della missione ONU MINUSCA (acronimo per missione multidimensionale integrata di stabilizzazione nella Repubblica Centrafricana), presenti sul territorio con 11.650 soldati e 2.080 agenti di polizia. Vista la grave situazione di insicurezza che vige tutt’ora in loco , il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con risoluzione numero 2566 (2021) del 12 marzo scorso, ha decretato di inviare altri 2.750 militari e 950 poliziotti per incrementare il contingente.

MINUSCA in Centrafrica

Solo pochi giorni fa l’ambasciatore della Federazione Russa accreditato a Bangui, Vladimir Tirorenko, ha assicurato alla stampa che i rinforzi inviati a dicembre da Mosca per contrastare la nuova ribellione scoppiata nel Paese poco prima delle elezioni presidenziali, sarebbero formalti solamente da istruttori, per lo più ufficiali dell’armata russa in pensione e non prenderebbero assolutamente parte ai combattimenti, a meno che non vengano minacciati o presi di mira direttamente.

Tale versione, già contestata ampiamente da più parti, non ha convinto per nulla la presidente del gruppo di lavoro dell’ONU, Jelena Aparac, che nel suo comunicato ha precisato: “Abbiamo ben identificato tre attori che hanno partecipato occasionalmente a ostilità e offerto i propri servizi”.

Nel dettaglio si tratta delle seguenti società: Sewa Security Services, compagnia di sicurezza privata russa, Lobaye Invest SARLU, impresa di esplorazione e estradizione mineraria russa, registrata in Centrafrica dal 2017 e infine la ben conosciuta Wagner, i cui mercenari sono stati sguinzagliati nel Donbass (Ucraina), Siria, Libia e Sudan, accusata di possibili crimini di guerra commessi in Siria. Una denuncia in tal senso è stata depositata a Mosca il mese scorso.

La Aparac ha sottolineato che il gruppo di lavoro ha potuto stabilire connessioni tra le tre società e le loro implicazioni in violenti attacchi che si sono verificati dopo le presidenziali del 27 dicembre 2020, vinte dal capo di Stato uscente, Faustin-Archange Touadera.

La lista dei possibili reati commessi dai paramilitari è lunga. Secondo gli esperti, si sarebbero macchiati di massicce esecuzioni sommarie, detenzioni arbitrarie, torture durante gli interrogatori, sparizioni forzate, trasferimento coercitivo di civili, interventi violenti indiscriminati e mirati, violazioni del diritti alla salute, crescente numero di attacchi agli operatori umanitari.

Faustin Archange Touadera, presidente del Centrafrica, a sinistra e Vladimir Putin, presidente della Russia, a destra

Per ora il rapporto completo sui mercenari stilato dal gruppo di lavoro resta confidenziale. Il fascicolo dettagliato è stato inviato a tutti gli attori in questione, che avranno 60 giorni di tempo per le loro repliche e solo allora informazioni più precise saranno rese pubbliche.

L’Alto Commissariato dei Diritti Umani dell’ONU sta indagando su un incidente che si è verificato a dicembre nella prefettura di Ouaka. In tale occasione mercenari russi e militari dell’esercito regolare centrafricano (FACA) avrebbero aperto il fuoco su un automezzo che non si sarebbe fermato a un posto di blocco, uccidendo tre persone e ferendo altri 15.

Faustin Archange Touadera, presidente del Centrafrica, a sinistra e Vladimir Putin, presidente della Russia, a destra

Gli esperti lamentano poi la poca chiarezza che gira attorno alle società, ai paramilitari russi e alla loro presenza con i soldati di Bangui. La presidente del gruppo ha detto senza mezzi termini che il governo deve spiegare: “Lo status dei mercenari e la base legale sulla quale operano e ancora, quali sono le misure adottate da Bangui per proteggere la popolazione dalla loro presenza”.

Inoltre ci si interroga sulla stretta collaborazione di MINUSCA con le compagnie private di sicurezza moscovite, come riunioni in presenza di consiglieri russi nella base di MINUSCA e ancora evacuazioni mediche di feriti che risultano impiegati delle società private.

Il portavoce del governo, Ange Maxime Kazagui, ha subito negato l’impiego dei mercenari e ha assicurato che risposte ufficiali saranno date nei prossimi giorni. Ma Kazagui ha anche precisato: “Peccato che il gruppo di esperti non abbia fatto menzione di tutte le violazioni commesse dal CPC (Coalition des patriotes pour le changement) – raggruppamento dei 6 più importanti gruppi ribelli per combattere Touadéra e il suo governo – che si sono ritirati dall’accordo di pace. La maggior parte di questi insorti sono capeggiati da stranieri”.

Tra questi anche Bi Sidi Souleymane, alias Sidiki Abass, capo del del gruppo ribelle 3R (Retour, Réclamation et Réhabilitation), un fulani di origine camerunense. E proprio pochi giorni fa il gruppo ha annunciato che è morto in un ospedale nel nord del Centrafrica il 25 marzo 2021 a causa delle ferite riportate durante un’imboscata al suo convoglio nel mese di novembre/dicembre.

La collaborazione tra Bangui e Mosca inizia nel 2017, poco dopo il ritiro delle truppe francesi dell’Operazione Sangaris. Il vuoto è stato subito colmato dai russi e, sembra anche grazie agli ottimi rapporti di Firmin Ngrebada, l’attuale primo ministro del governo di Bangui.

Firmin Ngrebada, primo ministro del Centrafrica

Ngrebada è l’uomo di fiducia dei russi in Centrafrica e è inoltre sposato con una cugina di Touadéra. Secondo quanto riporta Jeune Afrique, nel marzo del 2013, agli inizi del conflitto interno centrafricano, l’attuale primo ministro (a quel tempo era membro del gabinetto presidenziale di François Bozizé), si era rifugiato per diversi giorni nell’ambasciata russa. Probabilmente in segno di riconoscenza o per altro, è riuscito a organizzare gli incontri tra il suo presidente e i massimi esponenti di Mosca.

E da allora la collaborazione tra i due Paesi è divenuta sempre più stretta. Oggi gli uomini di fiducia del Cremlino sono di casa in Centrafrica e sono impegnati in vari settori: addestramento militare; assistenza e sostegno delle truppe delle Forze Armate Centrafricane (FACA) durante i loro spostamenti e interventi; controllo, sorveglianza dei siti minerari; protezione personale del presidente. Anche la stampa locale viene gestita in gran parte dagli uomini di Mosca.

Il consigliere per la sicurezza di Touadéra è il russo Valery Zakharov – identificato dai servizi ucraini (SBU), incaricati del contro-spionaggio, come un ex- appartenente al gruppo Wagner con matricola M-5658 – e da marzo 2018 quaranta uomini delle forze speciali di Mosca fanno parte della sua guardia personale.

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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