Sandro Pintus
Firenze, 1 aprile 2021
Almeno dodici sudafricani tra i jihadisti di Al Sunnah wa-Jamma, affiliati all’ISIS, che hanno occupato Palma il 24 marzo scorso. La notizia è stata data dall’emittente televisiva pubblica sudafricana SABC. La conferma arriva da Willem Els dell’Istituto di studi sulla sicurezza (ISS). L’informazione si conosce da qualche tempo. Secondo Els il portavoce degli Hawks, unità speciale sudafricana, ha ammesso che cittadini del Sudafrica combattono a Cabo Delgado, estremo nord del Mozambico al confine con la Tanzania.
In Sudafrica – secondo il portavoce Hawks – hanno strutture che fanno reclutamento e permettono loro di supportare le azioni terroristiche a Cabo Delgado. La notizia desta preoccupazioni ancora maggiori sull’infiltrazione dei terroristi islamici in Africa australe. Quindi il pericolo non è solo a Cabo Delgado ma ha connessioni anche nel confinante Sudafrica.
Pretoria l’anno scorso, aveva confermato di essere pronta ad aiutare militarmente Maputo. Oltre al rifiuto del presidente mozambicano Filipe Nyusi, il Sudafrica ha ricevuto le minacce dell’ISIS: “Se aiutate il Mozambico veniamo da voi”. Pretoria ha riprovato nei giorni scorsi per liberare i suoi cittadini durante l’attacco jihadista a Palma ma senza l’autorizzazione di Maputo non può muoversi.
Il colonnello Lionel Dyck, a.d. di Dyck Advisory Group (DAG), mercenari che con elicotteri supportano i militari mozambicani contro i jihadisti, è rimasto sorpreso. Ha affermato di essere stupito dal livello di organizzazione e dal tipo di armi che vengono utilizzate dagli insorti nell’attacco a Palma.
Durante l’assalto jihadista alla città, i militari mozambicani si sono dovuti fermare per mancanza di munizioni. Portogallo e Stati Uniti, che stanno addestrando i marines mozambicani, hanno proposto un aiuto militare. Ambedue le offerte sono state rifiutare da Maputo e nessuno ne capisce il motivo mentre la popolazione cerca disperatamente di scappare in aree sicure.
A Palma fino al 30 marzo si hanno conferme di scontri a fuoco. Pedro Martins corrispondente dell’emittente portoghese RTP Noticias ha mandato un servizio in diretta che mostra scontri tra jihadisti e Forze armate mozambicane.
Dopo quello che sta succedendo a Palma continuano le proteste della società civile. Diciotto organizzazioni hanno inviato una lettera aperta al presidente Filipe Nyusi nella quale invocano trasparenza. Chiedono informazioni sull’origine e le ramificazioni del conflitto ma anche strategie che vanno oltre la risposta armata.
Vogliono informazione regolare e tempestiva da parte del Capo dello Stato sulla situazione a Cabo Delgado e protezione di donne e bambini sfollati. Tra le altre richieste chiedono informazioni esatte e disaggregate per età a sesso sulle popolazioni colpite, tra sfollati, uccisi e rapiti. Il partito dell’opposizione Nova Democracia chiede le dimissioni di Nyusi perché un governo che fallisce nel proteggere i suoi cittadini “è un governo incapace e infedele”.
Ieri Filipe Nyusi, durante un incontro vicino a Maputo, ha sdrammatizzato. I media mozambicani, scrivono le parole del presidente: “Tutti sanno che quasi una settimana fa c’è stato l’ennesimo attacco terroristico. Questa volta a Palma. Non era il più grande dei tanti attacchi. Ma ha quell’impatto perché è alla periferia dei progetti in corso in quella provincia. Il nostro appello è semplice: non perdere la concentrazione”.
Per il momento una cosa è certa: l’attacco a Palma ha portato molta visibilità ad Al Sunnah wa-Jamma. Una città piena di stranieri sotto attacco li ha messi sotto i riflettori dei media di mezzo mondo.
Ieri è apparso un elenco con un migliaio di nomi delle persone introvabili che erano a Palma. Di queste, solo 62 sono in salvo. Non si conosce ancora il numero esatto dei morti ma si sa che la spiaggia e le strade di Palma sono piene di cadaveri. Molti decapitati, anche bambini.
Crediti immagini:
– Mappa del Mozambico
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Sandro Pintus
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