19 marzo 202
“Non è il momento di puntare il dito gli uni contro gli altri. Dobbiamo invece tenerci per mano per costruire la nuova Tanzania tanto ambita dal presidente John Magufuli”. E’ iniziato così il discorso rivolto alla nazione di Samia Suluhu Hassan, la sessantunenne ex vice del defunto leader tanzaniano John Magufulli, dopo aver prestato giuramento come prima presidente donna del Paese.
Vestita di nero, il capo avvolto in un foulard rosso, la neo presidente ha pronunciato la formula della promessa solenne durante cerimonia davanti ai dignitari tanzaniani nella capitale commerciale Dar es Salaam.
Secondo la Costituzione tanzaniana, il vicepresidente, in caso di morte del capo di Stato, gli succede fino alla fine del mandato. Magufuli era stato eletto per la seconda volta lo scorso ottobre per la durata di cinque anni.
Il massimo ordinamento giuridico dello Stato prevede anche la nomina di un vicepresidente. Dopo le consultazioni con il partito, il nuovo presidente proporrà un nome, che dovrà essere approvato dal 50 per cento dei deputati dell’Assemblea nazionale.
La neo presidente non è solo la prima donna a ricoprire questo incarico in Tanzania, ma anche il primo leader del Paese nato a Zanzibar, isola della Tanzania con una status di semi autonomia. La Hassan vanta una ventennale esperienza in politica. Dapprima nei ranghi dell’isola, poi come deputata all’Assemblea nazionale.
Magufuli in persona ha voluto Samia al suo fianco, come sua vice dal primo mandato e questa scelta aveva sorpreso tutti, in particolare i membri del partito Chama Cha Mapinduzi, al potere da 60 anni, in quanto la donna, musulmana osservante, non ha un ruolo di peso all’interno del raggruppamento politico e sembra che non goda dell’appoggio dei servizi.
E’ conosciuta come una persona leale, calma, che mostra molto rispetto verso gli altri. Non è ancora chiaro se intende continuare sulla scia del suo predecessore o se è disposta a dare una svolta politica e di riapertura del Paese, come chiedono le Organizzazioni non governative e gli oppositori.
Africa ExPress
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