Cornelia I. Toelgyes
15 marzo 2021
Akouta, miniera di uranio situata a Arlit, che dista quasi 250 chilometri da Agadez, nel nord del Niger, chiuderà i battenti alla fine di questo mese. La notizia è stata resa ufficiale mercoledì scorso da Moussa Souley, direttore generale della Cominak, che gestisce il sito minerario.
La Cominak è la società nigerina del gruppo francese Orano (ex Avera) che estrae l’elemento chimico radioattivo da oltre 40 anni nella regione.
In 40 anni la Cominak ha prodotto 80.000 tonnellate di uranio nei giacimenti di Akouita, Akola e Ebba e nell’ottobre 2019 il consiglio di amministrazione della società ha deciso di cessare la produzione il 31 marzo, per esaurimento delle risorse.
Lascia così seicento operai senza lavoro e entrate. Il governo, almeno finora, non ha previsto un rilancio economico in tutta la regione. Cominak ha promesso una ricompensa di fine rapporto tra 20 e 50 milioni di franchi CFA (da 30.500 a 76.250 euro). Il sindacato dei minatori, SYNAMIN, ha subito replicato che la cifra proposta è assolutamente insufficiente. “I lavoratori sono per lo più giovani e resteranno tutti disoccupati. Non credo che faranno salti di gioia per i soldi che troveranno nell’ultima busta paga”, ha detto Niou Amadou, segretario generale dell’organizzazione sindacale.
Poi ci sono i lavoratori dei subappaltatori, quasi 800, per i quali non è previsto nessun indennizzo di fine rapporto. E infine c’è il problema dello smantellamento del sito minerario checontempla la bonifica di milioni di tonnellate di residui che contengono una percentuale di radioattività altissima – si stima un 80 per cento – che attualmente sono stoccati a cielo aperto. Rahmar Ilatoufegh, membro del coordinamento della società civile ha riferito che la Cominak ha promesso di coprire i residui con un manto di argilla e in seguito con del cemento e ma precisato: “Una soluzione che non adatta, non reggerà a lungo e chissà se lo faranno veramente”.
La società ha messo a disposizione 95 miliardi di franchi CFA ( ca 145 milioni di euro) per la bonifica della miniera. Gli azionisti della Cominak (Compagnie Minière d’Akouta) sono la francese Orano (34 per cento), SOPAMIN (Società del Patrimonio delle Miniere del Niger, una compagnia statale) con il 31 per cento , la giapponese OURD (25 per cento) e la spagnola ENUSA (10 per cento).
Di comune accordo con il governo nigerino, la bonifica del sito minerario durerà dieci anni e per un altro decennio Cominak garantirà una sorveglianza ambientale.
Il Niger è il quarto produttore di uranio su scala mondiale. Il prezioso minerale è stato scoperto per caso ad Azelik, nel nord del Paese, dall’Ufficio francese per Ricerche geologiche e minerarie nel 1957. In seguito sono stati individuati altri giacimenti di uranio in Niger. L’estrazione commerciale è iniziata solamente nel 1971.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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