Regeni dimenticato: polizia italiana addestra colleghi egiziani in segreto

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Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
14 marzo 2021

Gli specialisti del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della Polizia di Stato hanno formato ed addestrato in Sardegna la famigerata polizia del dittatore egiziano al-Sisi perlomeno sino al febbraio del 2019. E’ quanto si evince dalla lettura di alcuni ordini di spesa rinvenuti nell’archivio della Polizia di Stato consultabile via internet.

La più recente attività addestrativa, su cui il Viminale ha mantenuto ad oggi il massimo riserbo, si è tenuta presso il Centro di Addestramento e Istruzione Professionale della Polizia di Stato di Abbasanta, Oristano, nel periodo compreso tra il 14 gennaio e il 2 febbraio 2019. Autorizzata dalla Direzione Centrale Servizio di Immigrazione con nota dell’8 gennaio e dalla Direzione Centrale Istituti di Istruzione (21 dicembre 2018) nell’ambito dell’“accordo di cooperazione bilaterale Italia-Egitto”, la formazione è consistita in un Corso in materia di Tecniche di scorta, sicurezza e protezione di soggetti a rischio per un imprecisato numero di operatori della Polizia egiziana. In vista dell’organizzazione della suddetta attività, il direttore del Centro addestrativo della Polizia di Abbasanta, Antonio Pigozzi, ha deliberato di affidare la copertura assicurativa per i frequentatori egiziani del corso all’agenzia di Chieti delle Assicurazioni Generali, “dati i risvolti di cooperazione internazionale fra corpi di Polizia e l’urgenza con cui portare a termine il servizio”.

Tramite la deliberazione di affidamento di un servizio lavanderia, sempre a firma del dottor Pigozzi, è stato possibile accertare una precedente presenza ad Abbasanta di venti ufficiali della polizia del generale al-Sisi (più due interpreti), dall’8 al 20 aprile 2018, per lo svolgimento di un Corso di guida fuoristrada in ambito extra-urbano. Anche in questo caso le attività addestrative sono state autorizzate dalla Direzione Centrale Servizio di Immigrazione e dalla Direzione Centrale Istituti di Istruzione della Polizia di Sato con note, rispettivamente, del 20 febbraio e del 21 marzo 2018.

Insieme al Centro per la Tutela dell’Ordine Pubblico della Polizia di Stato di Nettuno e al Centro Polifunzionale di Spinaceto, il Centro Addestramento e Istruzione Professionale di Abbasanta è la maggiore scuola addestrativa degli operatori di polizia, specie in ambito servizi scorte e sicurezza. Fondato alla fine del 1970, il Centro in provincia di Oristano ospitava inizialmente una succursale del famigerato Reparto Celere di Padova. Come spiega il Ministero dell’Interno, l’attività di formazione professionale si sviluppa su due direttrici: la prima finalizzata alla formazione delle squadriglie antisequestro elioportate e del personale per la vigilanza e la sicurezza degli aeroporti; la seconda, in ambito interforze e internazionale, riguarda i servizi di protezione di individui e personalità a rischio.

Tra i docenti, specie per gli stage riservati alle forze di polizie straniere, compaiono gli agenti dei NOCS, il reparto di pronto intervento anti-terrorismo delle forze dell’ordine. Presso la scuola di Abbasanta sono presenti pure il Reparto prevenzione crimine della Sardegna e il gruppo cinofili della Polizia di Stato con cani antidroga e antiesplosivo.

Giulio Regeni

Le ultime informazioni rese dal Ministero dell’Interno relativamente alla cooperazione tra le forze di polizia italiane e quelle egiziane risalivano al 2017. L’allora ministro Marco Minniti, nella relazioni annuale indirizzata al Parlamento, aveva riferito sull’“erogazione di corsi in vari settori della sicurezza (dalla formazione specialistica presso il NOCS ai corsi presso le principali Scuole di Polizia italiane – Cesena, Brescia, Spinaceto, Abbasanta, Pescara) a favore di Egitto, Tunisia, Libia, Gambia e Nigeria” e alla fornitura alla polizia del regime egiziano di quattro elicotteri dismessi dalle forze dell’ordine italiane, “previa rimessa in efficienza a cura dell’Agusta Westland e relativo addestramento del personale pilota e tecnico egiziano”.

Nel biennio 2018-2019, Italia ed Egitto hanno inoltre collaborato all’addestramento e alla formazione delle polizie di frontiera di una ventina di paesi africani in funzione anti-immigrazone, organizzando stage presso l’Accademia di Polizia del Cairo e alla Scuola Superiore di Polizia di Roma.

L’imbarazzato silenzio del Viminale sui corsi in Sardegna per i poliziotti egiziani è stato probabilmente imposto anche a seguito dei risvolti dell’inchiesta sulla tragica scomparsa al Cairo del ricercatore Giulio Regeni. I mandanti, gli esecutori e i depistatori, infatti, sono tutti appartenenti alle forze dell’ordine del regime egiziano. Che la Polizia italiana abbia ritenuto opportuno e legittimo continuare a finanziare e implementare direttamente corsi e stage a favore degli aguzzini di al-Sisi appare gravissimo e ingiustificabile, anche alla luce degli innumerevoli report delle maggiori organizzazioni non governative sui crimini perpetrati dagli agenti di polizia in Egitto.

Sulle violazioni dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine ed intelligence egiziane, Amnesty International ha pubblicato un documentato reportage il 2 ottobre 2020. “Le forze di sicurezza hanno represso le manifestazioni delle ultime settimane utilizzando gas lacrimogeni, manganelli, pallini da caccia e in un caso proiettili veri e vi sono stati due morti”, scrive l’ONG. “Dal 10 al 29 settembre, secondo varie organizzazioni non governative per i diritti umani, la polizia egiziana ha arrestato tra le 571 e le 735 persone (tra cui tre donne) di età compresa tra 11 e 65 anni (…) Gli arrestati sono stati portati in varie stazioni di polizia, nelle basi delle forze di sicurezza e in altri centri gestiti dai servizi civili di polizia. Per periodi di tempo da uno a 10 giorni, le forze di sicurezza hanno impedito agli arrestati di comunicare con l’esterno e hanno negato di averli in loro custodia. Alcuni arrestati sono stati sottoposti a scariche elettriche, picchiati, insultati e minacciati di trascorrere lunghi periodi di tempo in carcere”.

Abbastanza per doversi vergognare per i recentissimi “aiuti” alla polizia di al-Sisi, eppure il ministero dell’Interno e la Direzione della Polizia di Stato non sembrano essere intenzionati a interrompere la partnership con l’Egitto. E’ prevedibile invece che il centro di Abbasanta continuerà ad ospitare corsi per i poliziotti egiziani. Coincidenza vuole che sul sito internet del Viminale compaia una nota del 29 ottobre 2019. “Visita a Cagliari, questa mattina, dell’ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto in Italia Hisham Mohamed Moustafa Badr”, vi si legge. “Ricevuto dal prefetto Bruno Corda, nel corso dell’incontro ampio spazio è stato dedicato alla possibilità di intensificare gli scambi culturali esistenti tra i due Paesi. Impegno comune, infine, quello di avviare rapporti commerciali e di cooperazione attraverso una più puntuale conoscenza delle opportunità presenti nei rispettivi territori”.

Scuole di lotta al terrorismo e ai migranti e affari militari ed economici fanno di Roma e il Cairo due alleati perfetti…

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com

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