Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 10 marzo 2021
“La gente di Cabo Delgado è intrappolata tra tre forze che stanno facendo la guerra. Il risultato è una massiccia crisi umanitaria”. Amnesty International denuncia che a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico sono stati commessi pesanti crimini di guerra.
Un’accusa contro i gruppi jihadisti che dal 2017 attaccano villaggi indifesi e massacrano persone innocenti. Ma è infamante, soprattutto per le Forze Armate Mozambicane (FADM) e i mercenari di Dyck Advisory Group (DAG) che le supportano con aerei ed elicotteri.
Le accuse della ong per i diritti umani sono raccolte in un dossier: ”Ho visto solo la morte. Crimini di guerra nel Capo dimenticato del Mozambico”. In 44 pagine Amnesty analizza la guerra a Cabo Delgado e mette all’indice i colpevoli di quella immane tragedia. Un dramma che fino ad oggi conta oltre 2.500 morti, 670 mila profughi, la distruzione di decine di villaggi e varie epidemie di colera. Un’intera provincia sotto scacco jihadista, miliziani combattuti in modo molto discutibile, dalle FADM e da mercenari sudafricani.
I gruppi armati sono chiamati Al Shebab. Seminano terrore con fucili mitragliatori AK-47 e machete, secondo le FADM, con l’appoggio della popolazione. Uno di questi gruppi si chiama Al Sunna wa-Jammà, affiliato allo Stato islamico dell’Africa centrale. Quando la popolazione parla di loro li identifica con le parole: “decapitano” e “fanno a pezzi”. È ciò che compiono durante le incursioni nei villaggi e nelle campagne.
Amnesty accusa i mercenari di DAG di attacchi aerei contro la popolazione civile. Questi appoggiano le Forze armate mozambicane sparando e lanciando granate dagli elicotteri in modo indiscriminato. Anche quando i jihadisti si fanno scudo con i civili.
Il fondatore di DAG, Lionel Dyck, all’agenzia Reuters ha dichiarato: “Prendiamo molto sul serio queste accuse. Presto formeremo un team legale indipendente per una commissione d’inchiesta e capire cosa è successo”.
Un tweet, postato da Robert Young Pelton, mostra il video con immagini di alcuni mercenari, gli armamenti, elicotteri in volo e un bersaglio colpito.
Secondo il report dell’ong le forze di sicurezza del Mozambico hanno abusato delle stesse persone che avrebbero dovuto proteggere. L’orrendo video della morte in diretta, attribuito alle FADM, dell’uccisione a freddo di una donna con 36 colpi di kalashnikov ha scioccato la comunità internazionale.
A nulla sono servite le smentite del ministero della Difesa mozambicano che, a sua volta, ha accusato i gruppi jihadisti. Amnesty ha confermato che l’esecuzione è stata fatta dalle Forze armate.
Il Mozambico ha bisogno di armi moderne per la guerra a Cabo Delgado. Dopo la fornitura di 5 blindati Marauder, secondo DefenceWeb sono stati visti due elicotteri Gazelle che sarebbero stati consegnati alle forze armate mozambicane.
Intanto, la guerra continua facendo morti anche di colera a causa della sovrappopolazione delle aree dedicate alle centinaia di migliaia di profughi. L’ultima epidemia, dopo quella dello scorso anno, a febbraio a Cabo Delgado ha colpito 5.000 persone e causato 55 morti.
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