Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
23 febbraio 2021
L’annuncio dell’epidemia di Ebola in Guinea il 14 febbraio, mette in allarme anche la Repubblica Democratica del Congo (DRC) per sospetti focolai di febbre emorragica.
È la dodicesima epidemia che investe l’Africa equatoriale con il letale virus dove in passato ha colpito altri quattro Paesi africani. Ora la prima preoccupazione è fermare la possibilità di contagio in Liberia e Sierra Leone confinanti con la Guinea.
Proprio perché il focolaio che ha attivato l’epidemia in Guinea, a Nzerekoré, è a 80km dal confine con i due Paesi, area di intenso traffico transfrontaliero. Ma anche in due province della Repubblica Democratica del Congo (RDC), sono stati confermati casi di Ebola.
E questo desta molta preoccupazione in un continente già pesantemente toccato dal Covid-19. Dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS-WHO), per arginare il mortale virus si muove anche l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM-IOM).
“Abbiamo bisogno di una rapida azione di contenimento su tutti i fronti per salvare quante più vite possibile – ha affermato António Vitorino, direttore generale dell’OIM -. Dobbiamo ridurre al minimo gli impatti negativi sulla salute, sul benessere sociale ed economico delle persone. Entrambi i paesi sono già alle prese con Covid-19, la salute e altri servizi essenziali sono al limite”.
L’OIM ha un ufficio a Nzerekoré e si sta coordinando con il ministero della Salute guineano. In loco c’è un team di sanità pubblica che include due medici e un epidemiologo. All’organizzazione ONU per le migrazioni è stato chiesto di intensificare le attività di sorveglianza sul controllo delle infezioni. Utilizzerà personale nei punti di ingresso lungo i confini utile alla ricerca dei contatti, mappatura della mobilità della popolazione e altre attività critiche.
Governo guineano e OIM, dal 2014, lavorano insieme su Ebola rinforzando i punti di ingresso in valichi di frontiera terrestri, aeroporti e porti. L’OIM Guinea attua la sorveglianza in tempo reale sulla comunità con una rete di oltre 9.000 volontari e ha donato attrezzature a oltre 80 centri sanitari.
Intanto, mentre scriviamo, anche Medici Senza Frontiere (MSF) si sta preparando ad affrontare Ebola in Guinea. Sta organizzando un team d’emergenza per supportare la risposta del Ministero della salute alla nuova epidemia. “È ancora presto per fornire un quadro epidemiologico” – afferma Frederik van der Schrieck, capomissione di MSF in Guinea -. Sappiamo che sono stati registrati 7 casi, tutti all’interno di una stessa famiglia che stava partecipando a una festa locale. Tre persone sono morte. Questa volta è diverso rispetto all’epidemia del 2014. Abbiamo vaccini e cure disponibili e dobbiamo usarli”.
Diversa la situazione in Congo-K che ha un ambiente operativo difficile a causa del conflitto in corso. Nelle province di Equateur e Nord Kivu c’è una difficile condizione oltre a una protratta crisi umanitaria.
Sono però presenti in prima linea oltre 1.500 operatori. Negli anni hanno condotto 194 milioni di screening sanitari in 169 località critiche nella RDC e nei paesi limitrofi. La mappatura della mobilità della popolazione all’interno e oltre i confini in Sud Sudan, Burundi, Ruanda e Uganda facilita le operazioni sul territorio.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Crediti immagini
– Virus Ebola
Par CDC Global Ebola virus, CC BY 2.0, Lien
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