Cornelia I. Toelgyes
19 febbraio 2021
“Voglio parlarvi di un’ Africa che non conoscete, ma che esiste. Non quella delle malattie, della povertà estrema, della fame, dei conflitti. Questo è un continente che offre infinite opportunità e gran parte delle persone sono desiderano essere indipendenti, essere responsabili del proprio destino, sono stanche di corruzione, la loro tolleranza nei confronti dei criminali, terroristi, di tutto il malessere che li circonda, è zero. E’ una strada lunga, lo so’, ma la volontà c’è.
Sono parole di Ngozi Okonjo-Iweala, pronunciate nel lontano 2008 durante una sua apparizione pubblica, quando lavorava alla Banca Mondiale come economista, dove ha ricoperto posizioni di importanti. E pochi giorni fa la Okonjo-Iweala nigeriana di nascita, ma con in tasca anche la nazionalità statunitense dal 2019, è stata incoronata direttore generale dell’Organizzazione mondiale del Commercio (acronimo inglese WTO) con sede a Ginevra. E’ la prima donna africana a ricoprire un tale incarico.
L’economista di fama internazionale prenderà servizio il 1°marzo 2021 e resterà in carica fino al 31 agosto 2025. Il suo nome circolava da molto tempo e fino ai primi di febbraio oltre a lei, c’era in lizza anche la sudcoreana Yoo Myung-hee, ministro del Commercio del suo Paese. Myung-hee, ha rinunciato alla corsa verso WTO dopo aver discusso con Washington e altre grandi potenze economiche. E non per ultimo perché l’attuale situazione economica mondiale ha toccato ovviamente anche l’Organizzazione con sede a Ginevra, che sta attraversando un momento non facile perché la crisi ha diminuito il suo ruolo nel sistema commerciale mondiale.
Molti ex governatori e alti funzionari USA hanno fatto pressioni sul nuovo presidente americano Joe Biden affinché approvasse la nomina di Ngozi Okonjo-Iweala, dopo che l’amministrazione Trump aveva bocciato la sua candidatura nel 2020.
Il futuro direttore generale di WTO, oggi 66enne, oltre a rappresentare l’Africa del riscatto e della rinascita, ha un background di tutto rispetto: si è laureata a pieni voto a Havard, ha poi conseguito un dottorato in economia regionale e sviluppo presso il Massachusetts Insitute of Technology (MIT). Ha tre figli maschi e una femmina, tutti laureati a Havard e è sposata con Ikemba Iweala, un neurochirurgo.
E’ stata insignita di oltre 10 lauree ad honorem dalle maggiori università del mondo e ha ricoperto per ben due volte il ruolo di ministro delle Finanze della Nigeria. Dal 2003-2006 con Olusegun Obasanjo e dal 2011-2015 con Goodluck Jonathan, il predecessore dell’attuale presidente, Muhammadu Buhari .
Durante i suoi due mandati come ministro, Okonjo-Iweala non è riuscita a raggiungere tutti i suoi obiettivi: l’economia è rimasta stagnante e non ha creato i posti di lavoro per i giovani. Ma certamente non per negligenza, bensì per mancanza di volontà di tutto il governo. E non bisogna dimenticare che nel 2012 è stata anche rapita sua madre, un medico in pensione, ultraottantenne. Allora la figlia aveva detto che i rapitori le hanno chiesto di rassegnare immediatamente le dimissioni e solo in un secondo tempo hanno parlato del pagamento di un lauto riscatto. “Era un chiaro messaggio”, ha specificato l’allora ministro delle Finanze e ha aggiunto: “La mia campagna e politica contro la galoppante corruzione non erano apprezzate da tutti”.
Malgrado le critiche, è solo grazie a lei e le sue riforme che la Nigeria si è salvata in quel periodo critico, ha specificato Bismarck Rewane, illustre economista nigeriano.
La numero uno di WTO ha avuto un’infanzia non facile. Aveva solo sei anni quando il suo Paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna. E’ cresciuta con la nonna insieme ai fratelli e sorelle nel Delta State, ex Biafra, giacché i genitori studiavano all’estero grazie a borse di studio. Ha dovuto cercare la legna, ha imparato a cucinare da piccola. Ma ha sofferto anche la fame, ha visto i suoi amici morire durante gli anni della guerra del Biafra. E non dimentica mai le sue origini. Ancora oggi si presenta in tutte le occasioni con i vestiti tradizionali della sua gente.
Ora la Okono-Iweala dovrà affrontare una nuova sfida come direttore generale del WTO, i cui Stati membri sono oggi 164 (più 22 osservatori). L’ organismo regola le relazioni commerciali fra gli Stati; tutte le decisioni importanti sono negoziate tra i membri, in condizioni il più trasparente possibile, e sono generalmente adottate sulla base del consenso, in occasione della Conferenza Ministeriale alla quale partecipano i ministri delle Finanze dei Paesi membri. L’organo esecutivo è costituito dal direttore generale e dai vari segretari.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio non è un’agenzia dell’ONU.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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