Della serie “al diavolo i diritti umani”: aiuti alla Giordania per 235 milioni di euro

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Ayman Safadi, ministro degli esteri giordano e Luigi di Maio, il suo omologo italiano

Speciale per Africa ExPress
Mohammad Alguzo
4 gennaio 2021

Il ministro giordano per gli Affari Esteri, Ayman Safadi, ha confermato che l’Italia metterà a disposizione 235 milioni di euro sotto forma di prestiti agevolati e aiuti per sostenere e finanziare progetti di sviluppo nel Regno Giordano.

Ayman Safadi, ministro degli esteri giordano e Luigi di Maio, il suo omologo italiano

In una conferenza stampa congiunta con il suo omologo italiano Luigi Di Maio, Safadi ha sottolineato che le relazioni giordano-italiane sono forti e radicate e risalgono agli anni Quaranta del secolo scorso. E ha inoltre ringraziato l’Italia per il sostegno che fornisce ai programmi di sviluppo economico del Regno, spiegando che verrà firmato un nuovo programma per gli anni 2021-2023.

Safadi ha aggiunto che è stato concordato una cooperazione nei settori della sicurezza alimentare e dell’agricoltura e, in collaborazione con i ministeri competenti; saranno elaborati piani d’azione sia per i settori pubblici che privati.

Il ministro giordano ha sottolineato che manca un orizzonte politico per risolvere la questione palestinese. Le misure del governo israeliano minacciano la creazione di due Stati (israeliano e palestinese). Bisogna riprendere negoziati efficaci, volti a trovare una soluzione, tra questi uno Stato palestinese indipendente con i confini previsti dall’accordo del 4 giugno 1967 e con Gerusalemme est come capitale.

Il capo della diplomazia giordana ha apprezzato la chiara posizione dell’Italia a sostegno di una soluzione per i due Stati oltre a quello per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione. Nel corso dei colloqui si è discusso della situazione in Libia, della necessità di sostenere gli sforzi per ripristinare la sicurezza e la stabilità nel Paese. Inoltre è necessario trovare una soluzione politica in Siria con nuovi impulsi alla risoluzione della crisi in atto: “È necessario uno sforzo concertato a questo proposito”, ha aggiunto Safadi.

È interessante notare che la Giordania ha sciolto il sindacato degli insegnanti e incarcerato il consiglio sindacale per un anno, dopo che questi hanno avanzato richieste per un aumento degli stipendi.

Il governo di Amman ha fatto arrestare anche alcuni giornalisti, ha limitato le libertà e impedito manifestazioni. E l’Italia non ha stipulato con la Giordania alcun accordo per il rispetto delle libertà e dei diritti civili in cambio degli  aiuti

Mohammad Alguzo

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