Massimo A. Alberizzi
Milano, 5 gennaio 2021
La decisione della giudice londinese Vanessa Baraitser di non concedere l’estradizione di Julian Assange verso gli Stati Uniti, dove potrebbe essere persino condannato a morte, è importante per chi crede in un giornalismo libero e indipendente. La libertà di stampa è fondamentale per la democrazia e la sua crescita. Invece spesso è guardata con sospetto dalla politica e da chi la esercita.
Proprio in quest’occasione vale la pena richiamare la massima attribuita a Joseph Pulitzer: “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. E Assange ha fatto questo: ha rivelato segreti inconfessabili.
Viviamo in un Paese in cui il giornalismo investigativo non è certo praticato con forza e vigore e sono pochi quei giornalisti che lo esercitano con determinazione e passione. I direttori poi preferiscono far finta di non vedere e non sapere. Le commistioni tra editoria e politica sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. I giornali, rinunciando alla loro funzione di informatori del pubblico, hanno assunto un ruolo di propagandisti. Non sono più mezzi di informazine di massa, nel senso più nobile di questo concetto, ma strumenti di lotta politica.
Non per niente l’Italia si colloca al quarantunesimo posto nella classifica stilata dall’organizzazione Reporters sans frontières sulla libertà di stampa nel mondo. Siamo superati perfino da Burkina Faso, Botswana e Senegal.
Oggi però la vittoria in tribunale del fondatore di Wikileaks ci fornisce l’occasione per lanciare un appello sia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sia al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perchè svelino i misteri che circondano un paio di vicende italiane. In particolere ci riferiamo al segreto di Stato imposto sul caso Ustica (ne abbiamo parlato su Africa ExPress) e all’oscuro rapimento della volontaria Silvia Romano, su cui il presidente della Repubblica – volato nel gennaio dell’anno scorso in Qatar (la giovane milanese è stata lberata in maggio) – dovrebbe avere preziose e approfondite informazioni.
L’opinione pubblica non deve essere considerata alla stregua dei sudditi di una monarchia medioevale. In una democrazia deve essere tenuta informata e messa al corrente della vita del Paese.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twiiter @malberizzi
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