Cornelia I. Toelgyes
4 gennaio 2020
Gli uomini armati sono arrivati in sella su un centinaio di moto, poi si sono divisi. Un gruppo ha attaccato il villaggio di Tchoma Bangou, un secondo Zaroumadareye. La distanza tra i due paesini è di soli 7 chilometri e si trovano nell’ovest del Niger, a poco più di 100 chilometri dalla frontiera con il Mali.
I presunti terroristi – l’attentato non è ancora stato rivendicato – hanno aperto il fuoco e hanno sparato alla cieca a chiunque fosse a portata di tiro.
Cento, forse più, i civili assassinati barbaramente, senza pietà. Tchoma Bangou, sindaco di Tondikiwindi, comune che amministra anche i due villaggi, ancora sotto shock, ha riferito ai reporter che l’agressione è stata perpetrata sabato mattina, 2 gennaio. “Quando siamo arrivati a Tchoma Bangou abbiamo trovato 70 corpi senza vita, mentre a Zaroumadareye 30. In tutto ci sono anche 25 feriti. Alcuni gravi, che sono stati evacuati a Niamey e a Ouallam per ricevere le cure necessarie”.
E’ il peggior massacro di civili che la ex colonia francese abbia mai subito e questo in piene elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Mahamadou Issoufou, ha fatto le condoglianze via Twitter alla popolazione colpita e per stamattina è stato convocato un Consiglio di sicurezza nazionale straordinario.
La carneficina si è consumato nella regione di Tillaberi, la più instabile del Paese, spesso teatro di attacchi di gruppi terroristi. Da tempo è vietato circolare con la moto in quell’area, proprio per evitare incursioni con le due ruote. Il 21 dicembre sono stati uccisi nella stessa zona 7 soldati nigerini, mentre nella regione di Diffa, al confine con la Nigeria, sono stati massacrati 34 residenti il mese scorso.
Mali, Niger e Burkina Faso sono i Paesi maggiormente colpiti dalle incursioni jihadiste, durante i quali, secondo un rapporto dell’ONU nel 2019 avrebbero perso la vita oltre 4.000 persone
C’è il forte sospetto che i presunti jihaduisti siano arrivati dal vicino Mali, dove, sempre sabato mattina, sono morti due militari francesi dell’ Opération Barkhane, presente in tutto il Sahel con 5.100 uomini.
Altri due militari francesi sono morti in Mali sabato mattina. L’incidente si è verificato nei pressi di Ménaka, nella “regione delle tre frontiere” (Mali, Niger, Burkina Faso), mentre erano in missione di ricognizione. Il loro veicolo ha urtato una mina artigianale ed è esploso. Un terzo soldato è rimasto ferito, mentre Yvonne Huynh di 33 anni e Loïc Risser di 24 sono deceduti. Yvonne è la prima donna militare francese che ha perso la vita nel Sahel. La Francia è presente nell’area dal 2013, dapprima con l’operazione Several, poi con la Barkhane.
Lunedì scorso sono morti in un incidente simile altri tre soldati francesi, attentato che è stato rivendicato sabato 2 gennaio dal raggruppamento terrorista fondato nel 2017, Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani, guidato da Iyad Ag-Ghali, sulla loro piattaforma di propaganda Al-Zallaqa.
Cornelia I. Toelgyes
cotcorneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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