Cornelia I. Toelgyes
28 dicembre 2020
Impennata di contagi da Covid-19 in Sudafrica, che domenica sera ha raggiunto un milione di casi. Già all’inizio del mese, il ministro della sanità, Zweli Mkhize, aveva confermato che la seconda ondata – che si presenta con una variate del virus mutata – aveva investito il Paese, il più colpito del continente africano, con 26.735 decessi.
Il ministro ha però precisato che finora non ci sono indicazioni che la variante del virus, identificata appunto in Sudafrica, sia più pericolosa o più contagiosa della cugina isolata in Gran Bretagna. Mkhize ha rincarato la dose, rispondendo al suo omologo di Londra: “Non ci sono elementi che provano che 501.V2 sia più pericoloso, che provochi un aumento della mortalità rispetto a quello britannico”.
Mercoledì Matt Hancock, ministro della sanità britannico, aveva dichiarato che la nuova variante del virus identificato nel Paese dell’Africa meridionale è altamente preoccupante e per questo motivo la Gran Bretagna ha interrotto i voli con il Sudafrica e poche ore dopo altri Paesi hanno seguito la scia di Londra.
Ma il ministro di Pretoria ha precisato che Londra avrebbe comunicato la variante britannica solamente a metà dicembre, mentre era già apparsa il 20 settembre nel Kent, dunque ben un mese prima della comparsa di quella sudafricana.
Ma la situazione in Sudafrica è davvero preoccupante. Tra sabato e domenica i nuovi contagi hanno superato 14mila casi, contro gli 8-10mila riscontrati all’inizio della scorsa settimana. Un picco che ha superato persino quello dello scorso luglio.
Nelle prossime ore il presidente Cyril Ramaphosa potrebbe comunicare nuove restrizioni e nell’attesa la popolazione sta facendo incetta di alcolici per festeggiare, malgrado tutto, l’arrivo del nuovo anno.
Intanto medici e ospedali lamentano la penuria di posti letto sia nei reparti comuni che in quelli intensivi. Manca materiale sanitario, oltre che personale specializzato.
In tutto il continente africano i casi segnalati ufficialmente sono 2,6 milioni con 62.469 decessi (dati del 27 dicembre scorso). Il Marocco occupa il secondo posto per numero di contagi, che attualmente sono ben 432.079, mentre i morti sono 7.240. In terza posizione troviamo l’Egitto con 131.315 casi e 7.352 morti, seguito dalla Tunisia con 130.230 casi, 4.426 decessi, e dall’Etiopia che registra 122.413 infetti e 1.901 morti.
Malgrado il sistema sanitario fragile, il continente africano è (per ora) meno toccato dalla pandemia. Eppure diversi politici hanno contratto il letale virus, come Ambrose Dlamini, primo ministro di Eswatini, che è deceduto a metà dicembre in Sudafrica, dove era ricoverato da oltre un mese.
Pochi giorni fa Covid-19 ha fatto un’altra vittima illustre, il maggior oppositore del Mali, Soumaïla Cissé, è morto in Francia a cavallo delle feste natalizie. Cissé era stato sequestrato il 25 marzo 2020 e rilasciato l’8 ottobre insieme all’ostaggio francese Sophie Pétronin e i due italiani, Padre Maccalli e Nicola Chiacchio.
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes
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