Cornelia I. Toelgyes
27 dicembre 2020
Oggi 7,4 milioni di nigerini sono stati chiamati alle urne per le elezioni presidenziali. I candidati in lizza sono ben 29, tra loro anche Mohamed Bazoum, scelto dal raggruppamento politico al potere, Parti Nigérien pour la Démocratie et le Socialisme (PNDS-Tarayya) e delfino del presidente uscente, Mahamadou Issoufou, che non partecipa alla corsa alla poltrona più ambita, perché la Costituzione prevede solo due mandati consecutivi. Lui, saggiamente, al contrario di molti suoi omologhi del continente, ha preferito non indire un referendum per cambiare l’ordinamento vigente. Un eventuale ballottaggio è previsto per il 20 febbraio 2021.
I 26mila seggi sono stati aperti poco dopo le 8.00 e sono stati chiusi alle 19.00, per garantire 11 ore di voto. Non sono stati segnalati incidenti di rilievo. Il materiale è stato preparato ieri e solo la scorsa notte trasferito nei seggi elettorali, sorvegliati dalla guardia nazionale. Una volta esercitato il diritto di voto, il dito indice dei ciascun elettore è stato marchiato con inchiostro blu, per evitare la possibilità di una seconda votazione.
In corsa ci sono parecchie facce note anche tra l’opposizione, come Seyni Oumarou, primo ministro dell’ex presidente Mamadou Tandja (al potere dal 1999 al 2010) e Albadé Abouba ex ministro dell’agricoltura di Issoufou. Rappresentano però un elettorato piuttosto anziano, sopra i 60 anni, e questo in un Paese popolato soprattutto da giovani.
ll principale leader dell’opposizione, Hama Amadou, ex presidente dell’Assemblea nazionale, è stato escluso dalla corsa alla presidenza dalla Corte costituzionale per una condanna a un anno di galera per un losco affare di traffico di bambini dalla Nigeria. Africa-ExPress aveva ampiamente documentato questa squallida vicenda. Il raggruppamento politico, Moden Fa Lumana Africa, del quale Amadou è il leader, ha chiesto ai suoi seguaci di sostenere Mahamane Ousmane, ex presidente in carica dal 1993 al 1996. Il raggruppamento politico, Moden Fa Lumana Africa e il partito di Ousmane, Renouveau Démocratique et Républicain (RDR Tchanji) fanno parte della stessa coalizione politica dell’opposizione, CAP 20-21.
Alcuni osservatori hanno fatto notare che le presidenziali 2020 non hanno suscitato grande entusiasmo tra gli aventi diritto al voto: manca infatti un serio rinnovamento della classe politica.
Il presidente uscente addita il Niger come “Esempio di democrazia in Africa”, mentre Moussa Tchangari, attivista della società civile, ha fortemente criticato i dieci anni di governo di Issoufou: “Il nostro Paese è alla deriva, non funziona nulla: la sicurezza è precaria quanto il sistema sanitario, lo sviluppo sociale e l’istruzione. La libertà è assente, ma la corruzione è presente ovunque”.
Una delle principali sfide del nuovo presidente sarà quella di riportare la pace nella ex colonia francese. Gli attacchi continui perpetrati a ovest da gruppi terroristi attivi nel Sahel, come EIGS (Stato islamico del grande Sahara) e a est dai jihadisti nigeriani Boko Haram hanno ucciso centinaia di persone negli ultimi dieci anni e centinaia di migliaia hanno dovuto lasciare le proprie case per fuggire alle incessanti aggressioni.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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