Africa ExPress
26 dicembre 2020
Innocent Havyarimana è scappato dal suo Paese natale, il Burundi nel 2015 e è approdato a Kakuma, un grande campo per profughi in Kenya.
Fortemente traumatizzato dagli eventi che lo avevano costretto a fuggire, ha iniziato una piccola attività artigianale. Da un lato voleva provvedere quanto prima da solo al suo mantenimento e dall’altro questo nuovo impegno lo aiutava a dimenticare le sofferenze.
Innocent produce ormai saponi da anni, ma mai aveva sognato o pensato che la sua piccola attività avrebbe contribuito a salvare vite in piena pandemia.
Quando ha capito che il sapone è uno dei componenti essenziali nella lotta contro il Coronavirus, ha aumentato la produzione, ha abbassato i prezzi e ha iniziato a proporre confezioni più piccole, accessibili anche ai poveri. Lavarsi spesso le mani è indispensabile per evitare il contagio, specie a Kakuma, dove oltre 200mila persona vivono l’una accanto all’altra.
“Tutti hanno bisogno di sapone, ma non tutti possono permettersi di acquistarlo. Ho quindi abbassato i prezzi. In un momento come questo bisogna proteggere le persone, inutile voler pensare al profitto”, ha raccontato il giovane ai reporter della BBC. E ha aggiunto: “Alle persone diversamente abili, a quelle vulnerabili e agli anziani lo regalo”.
UNHCR, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati, apprezza molto il lavoro del giovane burundese e ha sottolineato quanto sia importante il contributo imprenditoriale dei profughi nelle comunità che li accolgono.
Eujin Byun, portavoce dell’UNHCR in Kenya ha sottolineato che la funzione dei rifugiati è essenziale in questo periodo; molti si danno da fare per contrastare la propagazione del virus. C’è chi diffonde informazioni, chi aiuta alle persone più vulnerabili a metterle in pratica.
La Byun ha detto che a Kakuma ci sono parecchi piccoli imprenditori. Tra questi c’è anche Maombi Samil della Repubblica Democratica del Congo. Una volta era sarto, ora cuce mascherine per la comunità e non solo. Tutto lo staff dell’ONU qui in Kenya fa uso delle sue protezioni.
Innocent ha creato anche lavoro. Ora ha 42 impiegati, tra questi anche 18 kenyani, che producono sapone per la sua piccola impresa, la GLAP (acronimo inglese per: God Loves All People), che rifornisce non solo i residenti del campo, ma anche imprese, enti locali e ONG che operano nel settore umanitario. E proprio quest’ultime acquistano i saponi della GLAP per distribuirli gratuitamente ai rifugiati.
Africa ExPress
@africexp
Complimenti fratello mio.Mons.Comboni,grande Missionario,che ha dato la vita per la ‘ Africa,diceva sempre: SOLO L’AFRICA PUÒ SALVARE L’ AFRICA.Ecvo in tutto quello che fai hai realizzato ciò che diceva questo grande e Santo uomo che ha tanto amato l’ Africa.
Complimenti fratello mio.Mons.Comboni,grande Missionario,che ha dato la vita per la ‘ Africa,diceva sempre: SOLO L’AFRICA PUÒ SALVARE
L’ AFRICA.Ecco in tutto quello che fai hai realizzato ciò che diceva questo grande e Santo uomo che ha tanto amato l’ Africa.