Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
Dicembre 2020
Il Pentagono schiera una forza aeronavale di pronto intervento in Corno d’Africa. US Africom, il Comando militare per le operazioni USA nel continente africano, ha comunicato lo schieramento di fronte le coste della Somalia di un’imponente task force nell’ambito dell’operazione denominata Octave Quartz che ha preso il via qualche settimana fa, dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato la riduzione del numero dei militari USA schierati in territorio somalo. “Lo scopo della missione Octave Quatz è quello di riposizionare le unità statunitensi presenti in Somalia in altre località dell’Africa orientale mentre vengono mantenuti la pressione contro i gruppi estremisti violenti e il sostegno alle forze armate dei paesi alleati”, spiega US Africom.
La componente aeronavale è costituita dal Makin Island Amphibious Ready Group, il gruppo anfibio di pronto intervento guidato dalla nave d’assalto USS Makin Island (28.000 tonnellate per una lunghezza di 258 metri e un ponte per le operazioni di volo dei cacciabombardieri F-35B Lightning II e AV-8B Harrier e dei convertiplano MC-22B Osprey) e di cui fanno parte pure le unità da trasporto USS San Diego e USS Somerset con a bordo gli uomini della 15th Marine Expeditionary Unit del Corpo dei Marines. Lo squadrone dei marines, trasferito in Africa orientale dalla base di Camp Pendleton (California), assicurerà il supporto aereo e le operazioni di strike in territorio somalo con i propri cacciabombardieri F-35B con caratteristiche di bassissima segnatura radar. Ulteriori unità imbarcate con il gruppo d’attacco anfibio sono il 23° e il 49° Squadrone elicotteri per il combattimento navale rispettivamente di stanza a San Diego e North Island (California) e l’11° Squadrone di controllo aereo tattico di Jacksonville (Florida). Il gruppo aeronavale conta infine sul supporto tecnico e logistico della Combined Joint Task Force – Horn of Africa, la forza di pronto intervento USA per il Corno d’Africa schierata a Camp Lemonnier, Gibuti.
Insieme al Makin Island Amphibious Ready Group opererà in acque somale la nuova unità di base mobile per le spedizioni della Marina militare USS Hershel “Woody” Williams con 260 uomini, numerosi elicotteri d’attacco MH-53 ed MH-60 e i velivoli senza pilota MH-8 Fire Scout. Quella in Africa orientale sarà la prima campagna militare della Hershel “Woody” Williams: varata a luglio in Virginia, l’unità aveva attraversato l’Atlantico per raggiungere Napoli a fine ottobre a supporto delle operazioni della VI Flotta USA nel Mediterraneo.
“L’arrivo del Makin Island Amphibious Ready Group e del 15th Marine Expeditionary Unit con le loro significative capacità di combattimento (oltre 5.000 tra marinai e marines in grado di condurre operazioni in ambiente marittimo e anfibio), sono la prova della nostra decisione di supportare i nostri partner e proteggere le nostre forze militari in questo processo di transizione”, ha dichiarato il generale di US Air Force, Dagvin Anderson, comandante in capo della task force Octave Quartz in Corno d’Africa. “Questo è un grande esempio di come gli Stati Uniti possono aggregare rapidamente una potenza di fuoco per rispondere alle emergenze. Noi cercheremo di far leva su questa implicita flessibilità delle forze armate USA per sostenere i nostri futuri interventi in Africa orientale. L’integrazione tra l’US Navy e il Corpo dei Marines promuoverà la sicurezza e la stabilirà marittima, proiettando la nostra potenza e assicurare il dominio dello spazio di battaglia, sia in mare aperto che nelle aree costiere”.
A fine novembre, il segretario della Difesa ad interim Christopher Miller e il responsabile di US Africa Command, il generale Stephen Townsend, si erano recati in visita ufficiale in Somalia e a Gibuti per pianificare con i capi dei reparti militari USA schierati le future strategie operative in Corno d’Africa. Il 10 dicembre, in coordinamento con il Governo federale somalo, US Africa Command aveva condotto due attacchi aerei contro alcuni presunti campi di miliziani al-Shabaab nei pressi di Jilib, a 110 km a sud circa dalla città di Kismaayo. Secondo il Pentagono, nei due attacchi sarebbero stati uccisi “otto terroristi noti per il loro importante ruolo nella produzione di esplosivi per al-Shabaab, compresi ordigni improvvisati trasportati da veicoli utilizzati frequentemente per colpire civili innocenti”.
“Dal 2018 ad oggi il gruppo ha condotto 45 attacchi di questo genere solo a Mogadiscio, causando la morte di 400 tra civili e militari somali”, aggiungeva il Pentagono. “Noi continueremo a mantenere una forte forza di protezione e a colpire chi cerca di fare del male a noi o ai nostri partner. US Africa Command e i suoi partner internazionali riconoscono l’importanza della stabilità in Somalia. Al-Shabaab rimane un pericoloso franchising di al-Qaeda. Pertanto continueremo a monitorare la minaccia e a sostenere i nostri partner attraverso l’addestramento e l’impegno militare e diplomatico. Ci stiamo riposizionamento, ma manterremo la capacità di colpire questo nemico”.
Antonio Mazzeo
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