AFRICA

Sudafrica: coronavirus aggredisce ancora, arrivata seconda ondata

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
11 dicembre 2020

Il Sudafrica è stato colpito dalla  seconda ondata della pandemia. Lo ha confermato il ministro della salute, Zweli Mkhize, mercoledì scorso. Le infezioni sono in netto aumento, dal 25 novembre all’8 dicembre sono stati rilevati ben 49.637 casi. E solo negli ultimi giorni, secondo Mkhize, quotidianamente ci sarebbero stati oltre 6.000 contagi.

Dall’inizio della pandemia il Sud Africa ha registrato 829mila infetti, tra questi i decessi sono stati 22.574, mentre i guariti 755.000. Il picco maggiore delle infezioni è stato raggiunto in luglio, con 15.000 contagi al dì.

Sudafrica: seconda ondata di Covid-19

“Abbiamo nuovamente registrato un netto aumento in sei province. Dobbiamo assolutamente riconoscere che siamo in piena seconda ondata del virus”, ha detto il ministro durante un suo intervento alla TV e lui stesso ha contratto la temibile patologia l’ottobre scorso. Mkhize ha sottolineato che attualmente sono colpiti anche molti giovani e giovanissimi tra i 15 e 19 anni.

In Sudafrica sta per iniziare l’estate, che coincide con la fine dell’anno scolastico, e per questo si organizzano molte feste negli istituti. E il ministro ha messo in guardia tutti: “Il virus circola velocemente, state attenti e durante le festività natalizie ognuno deve dimostrare grande senso di responsabilità”.

Gran parte dei sudafricani residenti nelle città hanno l’abitudine di passare il Natale con i propri cari nei villaggi d’origine. “Durante i pranzi in comune devono assolutamente indossare le mascherine, nessuno deve abbassare la guardia – ha raccomandato il presidente e ha aggiunto -. “Dobbiamo cambiare le nostre abitudini per prevenire un nuovo picco come quello di luglio. Immaginiamo questa pandemia come un incendio boschivo. Va spento prima che si propaghi in tutta la foresta e diventi un inferno”.

Cyril Ramaphosa, capo di Stato del Sudafrica e presidente di turno dell’Unione Africana.

Per il momento le autorità di Pretoria non intendono ricorrere a nuove misure restrittive a livello nazionale, tanto meno a un lockdown. Sarebbe un grave colpo per l’economia, già fortemente provata dalla prima ondata di Covid-19.

Attualmente solo gli abitanti di una delle maggiori metropoli del Paese,  Nelson Mandela Bay, città nota anche con il nome di Port Elizabeth, devono osservare un coprifuoco notturno. E’ vietato l’acquisto di alcolici e il loro consumo in pubblico. Anche le riunioni sono stati limitate a 250 persone all’esterno e non più di 100 se gli eventi si svolgono all’interno.

Mentre in tutto il Paese sono vietati assembramenti dopo i funerali, che il presidente Cyril Ramaphosa ha apostrofato come “festeggiamenti dopo le lacrime”.

Durante la prima fase, il governo sudafricano aveva imposto regole molto severe per due mesi (marzo-aprile), con chiusura totale delle scuole, negozi, frontiere e divieto di uscire .

I medici sono fortemente preoccupati per l’evoluzione dell’epidemia e temono che le misure attualmente in vigore non siano sufficienti per arrestare la seconda ondata.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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