Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
6 novembre 2020
L’ultimo regalo di Donald Trump e Mark Esper al continente africano? Un reparto militare d’èlite per addestrare le forze armate dei Paesi partner nella lotta al “terrorismo” e alla penetrazione in Africa di Cina e Russia.
A fine ottobre il Dipartimento della difesa USA ha previsto il “riallineamento” in Africa della 2nd Security Force Assistance Brigade (SFAB), il cui quartier generale è Fort Bragg, North Carolina, sotto la responsabilità del Comando generale di US Africom. Secondo il Pentagono, la brigata di US Army avrà il compito di fornire consiglieri e consulenti militari ai paesi alleati, “accrescendo la cooperazione e gli sforzi comuni per la sicurezza del continente africano”.
“Questo riallineamento promuoverà la stabilità regionale e consentirà ai nostri partner di rispondere nel migliore dei modi alle minacce esistenti – ha spiegato il Dipartimento della difesa -. La 2nd SFAB è formata da personale combattente che è stato specificatamente selezionato, addestrato ed equipaggiato per questo tipo di missioni. Quando è chiamato ad intervenire, esso è in grado di trasferirsi in tempi rapidissimi a supporto dei comandi che operano a fianco delle forze armate straniere”.
La decisione di destinare la 2nd Security Force Assistance Brigade alle operazioni nel continente è stata caldeggiata dal generale Andrew M. Rohling, capo di USARAF – United States Army Africa, il comando delle forze terrestri statunitensi destinate all’Africa, con sede a Vicenza. “La 2nd SFAB è perfettamente in grado di fornire un ampio contributo e l’esperienza necessaria all’area sotto la responsabilità del nostro Comando – ha dichiarato Rohling -. Esso invierà team che si alterneranno in Africa, in particolare per assicurare consulenza alle unità militari di paesi come Tunisia, Gibuti e Somalia”.
“La presenza degli Stati Uniti d’America nel continente – ha aggiunto – ha lo scopo di impedire che i gruppi terroristici legati allo Stato islamico e ad al-Qaida guadagnino terreno. La nostra presenza fornisce anche un contrappeso contro altre potenze non africane, come ad esempio la Cina, che sono interessate ai mercati e alle risorse naturali della regione. L’Africa è il fronte emergente della competizione globale tra le potenze mondiali”.
Attivata il 29 novembre 2018 dal Security Force Assistance Command, il comando di US Army con sede a Forth Bragg che sovrintende alle attività di addestramento, assistenza e formazione delle forze armate di tutti i paesi alleati USA, la 2nd Security Force Assistance Brigade è costituita da 800 militari specialisti nei settori fanteria, analisi e intelligence, medicina militare, logistica. Le brigate SFAB hanno avuto origine dal Comando di assistenza militare di US Army stabilito in Vietnam nel 1962 a supporto del regime di Saigon.
Questo comando di “consulenza” e “addestramento” dei militari e delle forze di polizia stranieri fu poi riattivato in Bosnia, Iraq ed Afghanistan, fino alla creazione delle Security Force Assistance Brigade con diverse destinazioni gegrafiche. “I militari assegnati alle brigate d’assistenza ricevono un addestramento addizionale in lingue e sistemi d’armi stranieri, mediazione e orientamento culturale, ecc.”, riporta il Security Force Assistance Command. Oltre al 2nd SFAB oggi con l’US Africa Command, operano pure il 1st SFAB con l’US Southern Command (il Comando per le operazioni USA in Centro e Sud America), il 3rd SFAB con l’US Central Command (il Comando unificato delle forze combattenti USA), il 4th SFAB con l’US European Command (il Comando per le operazioni in Europa con sede a Stoccarda), il 5th SFAB con l’US Indo-Pacific Command (le aree dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano).
Nei mesi scorsi la 2nd Security Force Assistance Brigade ha operato in Afghanistan nell’ambito della missione NATO Operation Resolute Support per fornire assistenza alle forze armate afghane, alternandosi con la 1st SFAB. Elementi di quest’ultima brigata sono stati inviati anche in Africa nel marzo 2020 per addestrare l’esercito del Senegal nelle attività logistiche e nella manutenzione di veicoli da guerra pesanti e carri armati. Successivamente la 1st SFAB ha sostituito la 101^ Divisione aviotrasportata USA in Kenya, dove operava dal mese di gennaio nell’ambito della forza di pronto intervento USA in Africa orientale (EARF), a seguito dell’attacco di un gruppo armato legato agli al-Shabaab a una base militare keniana (il 5 gennaio 2020), in cui erano rimasti uccisi un militare e due contractor statunitensi.
Secondo quanto dichiarato dal colonnello Thomas Hough, comandante della 1st SFAB, altre unità della brigata hanno operato direttamente in Somalia e a Gibuti, mentre un team con 40 uomini è stato distaccato in Tunisia. Con il riallineamento della 2nd SFAB sotto il comando di US AFRICOM, la presenza in nord Africa sarà potenziata per monitorare la crisi libica e soprattutto la crescente presenza di militari e consiglieri russi in Libia. “Dato che la Russia continua a soffiare sulle fiamme del conflitto libico, la sicurezza regionale in Nord Africa ci preoccupa ancora di più”, ha dichiarato qualche mese fa il generale Stephen Townsend, comandante di US Africom.
A settembre, alla vigilia della decisione di destinare la brigata al continente africano, il comando della 2ns SFAB ha reso noto di essersi dotato di un nuovo sistema portatile per il collegamento e l’integrazione con tutte le fonti radio, comunicazione ed intelligence esistenti, onde poter mantenere costanti i contatti con i reparti impegnanti in ogni scenario operativo e in ogni mezzo di guerra (veicoli terrestri, imbarcazioni veloci, aerei, elicotteri, ecc.).
Il sistema di telecomunicazione è stato fornito da Invisio, società specializzata nella produzione di tecnologie di sicurezza con sede a Stoccolma e Copenaghen e filiali in Francia, Stati Uniti, Thailandia e Italia. Nel nostro paese, il gruppo opera attraverso la Invisio Communications S.r.l. di Milano, società che ha fornito lo scorso anno alla Brigata “San Marco” della Marina militare i sistemi si comunicazione intercom tattici (valore della commessa 90.722 euro) e al Dipartimento sicurezza urbana del Comune di Milano le attrezzature tecniche occorrenti ad interfacciare ricetrasmittenti e telefoni (10.500 euro).
Antonio Mazzeo
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