Africa ExPress
3 dicembre 2020
In Nigeria è stata scoperta un nuova fabbrica di neonati.’ Un traffico molto redditizio che prolifera a vista d’occhio in molti Stati del continente africano.
La polizia dello stato dell’Ogun, nel sud-ovest della Nigeria, grazie alla segnalazione di una giovane ragazza che è riuscita a svincolarsi dalle grinfie dei criminali, ha smantellato l’ennesima banda di trafficanti.
In un edificio, che fungeva da clinica ostetrica privata, situato nell’area di Mowe, gli agenti hanno liberato dieci persone: quattro neonati e sei donne, quattro delle quali in stato interessante. La proprietaria della “fabbrica”, Mrs Ogbonna, è riuscita a fuggire prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Le giovani venivano messe incinte da uno “stallone” al servizio della clinica e una volta nati i piccoli, venivano venduti dalla madame per poco meno di 550 euro se maschio, 430 se femmina. La figlia della proprietaria e l’uomo, padre biologico di molti bambini nati nella “fabbrica”, sono stati arrestati.
Le ragazze, tra 18 e 24 anni, erano state reclutate nei loro villaggi d’origine negli stati di Imo, Abyia e Ebonyi, con la promessa di un lavoro interessante. Ma le cose non sono poi andate poi così. La maggior parte di loro veniva trattenuta nell’edificio contro la loro volontà. E, una volta arrivate nello stato di Ogun, sono state invischiate in questo losco traffico dalla proprietaria della pseudo clinica, Mrs Ogbonna, che, come ha riferito il portavoce della polizia, era libera su cauzione perché già in passato si era dedicata al traffico di esseri umani.
Poche settimane un traffico simile è stato scoperto dalla BBC a Nairobi. In Nigeria, specie nel Sud del Paese, “fabbriche di neonati” spuntano come funghi e spesso vengono attirate ragazze in attesa di un bambino senza mezzi, oppure, come in questo caso, vengono messe incinte con il preciso scopo di vendere i piccoli appena nati.
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Niger, lo scandalo del “traffico dei neonati” investe la politica