21 novembre 2020
Nelle strade di Kampala, la capitale dell’Uganda, si sente ancora l’odore del sangue e il Paese è sotto shock. Durante diverse manifestazioni che si sono svolte in questi giorni per supportare il candidato alle presidenziali, Robert Kyagulanyi, noto come Bobi Wine, la polizia non ha esitato sparare contro i manifesta tanti con pallottole vere.
Wine, popstar molto amato e conosciuto nel Paese, è il maggiore avversario del presidente uscente, Yoweri Museveni, nella prossima tornata elettorale, prevista per il metà gennaio 2021.
Robert Kyagulanyi è stato arrestato due giorni fa, poi rilasciato su cauzione, con l’accusa di non aver osservato le restrizioni volte a arginare la pandemia. Il candidato alla poltrona più ambita del Paese avrebbe radunato oltre 200 persone. Un assembramento, secondo le forze dell’ordine, mentre i suoi avvocati hanno replicato che il governo usa le misure anti Covid-19 per impedire di fare campagna elettorale. Altri candidati hanno sospeso i comizi per paura di proteste. Wine dovrà ripresentarsi in Tribunale il 18 dicembre prossimo.
L’arresto della popstar ha scatenato la rabbia dei suoi supporter, che sono scesi nelle strade di Kampala nuovamente ieri mattina. Le autorità hanno sguinzagliato anche l’esercito per aiutare la polizia a disperdere i manifestanti inferociti. Centinaia di simpatizzanti di Wine sono stati arrestati, le forze dell’ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni, idranti e non hanno esitato a sparare contro la folla.
Il portavoce della polizia, Fred Enanga, ha detto che i dimostranti arrestati si sono macchiati di violenze, vandalismi, intimidazioni verso persone che non sono del partito di Wine, il National Unity Platform (NUP).
Il sottosegretario di Stato alla Sicurezza, Elly Tumwine ha messo bene in chiaro che la polizia è autorizzata a sparare contro i manifestanti se questi superano un certo grado di violenza. E, durante gli scontri con le forze dell’ordine, sarebbero stati feriti ben 11 agenti.
Secondo le autorità, i morti sarebbero 28. L’Agenzia di stampa AP (Agency Press) ha consultato anche un patologo della polizia e il capo dei servizi sanitari dello stesso corpo, entrambi hanno affermato che le salme nell’obitorio sono ben 37.
Wine è un avversario pericoloso per Museveni, che vorrebbe restare al potere per sempre. Al potere dal 1986, già nel 2005 era riuscito a far apportare delle modifiche alla Costituzione; allora era stato rimosso il limite di due soli mandati presidenziali. Mentre grazie a un emendamento votato in Parlamento nel 2017, la 76enne vecchia volpe può dunque ricandidarsi alle prossime elezioni per il sesto mandato. E chissà, se il buon Dio gli dà lunga vita, forse anche ad un altro ancora.
Africa ExPress
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