Speciale per Africa ExPress
Remigio Benni
Novembre 2020
‘’Mai più stragi nel Mediterraneo’’: è il titolo, che sicuramente agli scettici (e ‘’informati’’) di sempre suonerà velleitario, di una petizione, partita da Lecce, dal Salento – con adesioni raccolte già nel resto d’Italia – per indurre il nostro governo e le istituzioni europee a togliere ogni ostacolo burocratico e legislativo ai soccorsi ai migranti che continuano ogni giorno a perdere la vita in mare dopo essersi salvati miracolosamente dalle torture e dalle condizioni disastrose delle prigioni libiche e dalle pericolose traversate del deserto. La petizione si rivolge al governo italiano, alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo, al Consiglio d’ Europa.
Nel solo mese di settembre 2020 nel Mediterraneo sono morte 200 persone (110 in un giorno solo, il 21 settembre) per l’impossibilità di soccorrere tutte le persone che erano su barconi o altri natanti naufragati. E dal 2014, secondo le stime dell’ Organizzazione Mondiale per l’ Immigrazione (Oim), i migranti morti nel Mediterraneo sono molti di più di 20mila. Una piccola città, i cui abitanti sono ignorati dalla maggior parte di noi e rimarranno ignoti per sempre.
Mentre sulla terra ci si affanna tra mille paure e milioni di contraddizioni a difendersi dal terribile nemico silenzioso ‘covid 19’ che può assalirci in qualsiasi momento e dal quale sembra realmente difenderci solo il caso, insieme all’impegno di ‘’restare in casa’’ o ‘’non frequentare assembramenti’’, dimentichiamo o rischiamo di ignorare che in mare, nel cosiddetto ‘’mare nostrum’’ che tanto ha inorgoglito in passato, ogni giorno si ripete la tragedia dei migranti naufraghi.
E sì che tanto la Costituzione italiana, quanto i principi istitutivi dell’Unione Europea, oltre che la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, prevedono garanzie per i diritti fondamentali delle persone.
E’ davvero incredibile che, come i negazionisti ancora pensano che il virus che sta infettando il mondo e provocando morti a centinaia di migliaia non esista e che le misure di difesa imposte dalle autorità facciano parte di un complotto irrazionale, così una parte consistente del mondo ‘’civile’’ continui a difendersi da disperati che cercano di raggiungere condizioni migliori di vita.
I migranti che hanno lasciato Paesi in guerra o dittature sanguinose o impossibilità di avere un lavoro ed un reddito sono spesso oggetto di valutazioni ciniche e prive di alcun senso di umanità, tant’è vero che sia in Italia che in altri paesi europei legislazioni ingiuste e in violazione di conclamati principi di diritto internazionale, normative in vigore limitano fortemente l’accesso, il transito e la sosta delle organizzazioni non governative nel mediterraneo. E poco importa che i comandanti delle navi che hanno compiuto soccorsi vengano assolti regolarmente dai reati inesistenti di cui sono stati accusati, perché si continuano a considerare illecite le azioni dei soccorritori volontari.
Possiamo mai pensare di tentare individualmente di salvarci da una pandemia devastante e lasciar morire migliaia di migranti che hanno il torto di voler vivere meglio di quanto consentano loro i paesi in cui sono nati, molti del continente africano, e nei quali spesso organizzazioni multinazionali continuano a speculare sullo sfruttamento di risorse naturali e umane?
Remigio Benni
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