17 novembre 2020
E’ difficile avere notizie precise e in tempo reale di quanto succede davvero sul terreno tra le forze del marocchine e gli indipendentisti del fronte Polisario nel Sahara occidentale.
La scorsa settimana i “ribelli” hanno affermato che il cessate il fuoco, firmato nel 1991 sotto l’egida dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, è stato violato. Infatti venerdì scorso il Marocco aveva annunciato di aver lanciato un operazione militare nella zona cuscinetto di Guerguerat, al confine della Mauritania, che Rabat e i separatisti del Fronte Polisario si contendono da decenni.
Secondo quanto si apprende, per manifestare il loro disappunto per il rinvio del referendum sull’indipendenza che il popolo saharawi rivendica da anni, alcuni attivisti si sarebbero infiltrati nella zona cuscinetto, impedendo il traffico di persone e merci.
La frontiera con la Mauritania è stata riaperta il 14 novembre dopo un blocco di ben tre settimane. Decine e decine di camion, bloccati da entrambe le parti, hanno potuto così attraversare il valico dopo l’annuncio ufficiale della messa in sicurezza dell’area da parte delle truppe marocchine.
La comunità internazionale, compresa la Spagna, ex colonizzatore dei territori, nonché Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione Africana, della quale sia il Marocco che la Repubblica Araba Sahrawi Democratica fanno parte, avevano espresso grande preoccupazione per il riaccendersi del conflitto. Durante il 28esimo vertice (30 gennaio 2017) dell’UA il Marocco era stato riammesso. Aveva abbandonato l’Organizzazione nel 1984 per protesta contro l’ammissione della RASD. L’Unione Africana è composta da ben cinquantacinque Stati.
MINURSO, missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale, ha confermato di essere stata informata da entrambe le parti (Marocco e Fronte Polisario), che nella notte tra domenica e lunedì sono stati sparati colpi in diversi punti. E i “ribelli” hanno ammesso di aver lanciato un attacco contro il muro di difesa marocchino. La missione ONU ha chiesto a entrambe le parti di “darsi una regolata” e di intraprendere tutti i passi necessari per diminuire la tensione in atto.
Antonio Guterres, segretario generale del Palazzo di Vetro ha sentito telefonicamente il re del Marocco, Mohamed VI, che ha sottolineato di attenersi al “cessate il fuoco”, precisando però di essere pronto a intervenire ogni qualvolta sarà minacciata la sicurezza del suo Paese.
Dal canto suo il Polisario ha detto che la guerra terminerà solo con la fine dell’occupazione del Sahara occidentale controllato dal Marocco e la piena applicazione dell’accordo del 1991, che prevede anche il referendum sull’autodeterminazione.
El Guerguerat, un piccolo villaggio nell’estremo Sud-Ovest del Sahara occidentale e zona di confine con la Mauritania è al di fuori del berm (lett. il “muro”), lo sbarramento costruito dal Marocco a partire dal 1980. Il muro di sabbia, lungo 2,7 chilometri che si estende da sud-ovest a nord-est, separa la parte marocchina (80 per cento dei territori) dal restante 20 per cento controllato de facto dalla RASD, cioè dal Fronte Polisario.
Africa ExPress
@africexp
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