4 novembre 2020
Mentre il mondo intero è concentrato sulle elezioni presidenziali americane, il primo ministro etiope, Abiy Ahmed ha ordinato alle truppe di Addis Ababa di lanciare un’offensiva contro la regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia.
La drastica decisione è stata presa in seguito a un attacco a una base militare di Makallé, sede delle truppe fedeli al partito al potere nell’area.
Abiy ha precisato che l’aggressione condotta dalla regione ribelle avrebbe causato morti e danni alle strutture. Inoltre gli assalitori avrebbero tentato di rubare mezzi e altri beni militari delle forze federali.
Nel comunicato rilasciato dal gabinetto del primo ministro si legge: “Le nostre forze militari sono state dispiegate per portare a termine la loro missione: per salvare il Paese e per evitare che la regione cada nell’inferno dell’instabilità. E’ stata superata la linea rossa, l’esercito deve intervenire”. Alcuni osservatori hanno confermato che dall’1.00 di questa notte tutti collegamenti internet sono stati interrotti nella regione.
Nella mattinata di oggi sono stati sospesi anche i voli dell’Ethiopian Airlines per quattro città: Gondar, Makallé, Shire e Axum e Addis Ababa ha dichiarato lo stato d’emergenza nella regione ribelle.
Le tensioni tra il governo federale e il Tigray sono cresciute negli ultimi mesi, in particolare dopo le elezioni che si sono svolte a settembre nella regione, malgrado il divieto di Addis Ababa, che le ha dichiarate illegali. La tornata elettorale federale, rinviata più volte, è prevista per maggio/giugno del prossimo anno.
Debrestion Gebremichael, presidente del Tigray, ha fatto sapere ai reporter che l’attacco da parte del governo centrale non è altro che una spedizione punitiva contro le elezioni di settembre.
Abiy, che ricopre l’incarico da aprile 2018, non è stato eletto, bensì designato primo ministro dalla coalizione al governo, l’Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front, dopo le dimissioni del suo predecessore Hailemariam Desalegn. Nel governo precedente i tigrini ricoprivano incarichi importanti in seno all’amministrazione di Addis Ababa, una collaborazione che si è praticamente interrotta con il nuovo esecutivo.
Da tempo il primo ministro, che è stato insignito del Premio Nobel per la Pace 2019, è molto criticato, in particolare per il gran numero di oppositori arrestati.
Africa ExPress
@africexp
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