Cornelia I. Toelgyes
31 ottobre 2020
Il presidente della Commissione Elettorale Nazionale (NEC), Semistocles Kaijage, ha annunciato John Magufuli nuovo presidente della Tanzania. “L’incoronazione” al secondo mandato è definitiva. Non è previsto l’ appello: la Costituzione non lo prevede; non è possibile quindi rivolgerti alla Corte suprema per impugnare il risultato.
Il “Bulldozer”, come è stato soprannominato Magufuli, ha vinto la tornata elettorale con l’84 per cento delle preferenze – contro il 58 delle elezioni nel 2015 -, ossia 12,9 milioni di cittadini hanno dato il loro voto al presidente uscente.
L’affluenza ai seggi è stata poco più del 50 per cento: sui 29 milioni di cittadini aventi diritto al voto, in 14,8 milioni di cittadini si sono recati alle urne.
Chama Cha Mapinduzi, partito al potere dall’indipendenza, si è anche aggiudicato 253 dei 261 seggi al Parlamento. CCM ha persino vinto a Dar es Salaam e Arusha, grande città nel nord del Paese, storiche roccaforti dell’opposizione. Alcuni parlamentari hanno già proposto un cambiamento alla Costituzione, affinché il nuovo presidente possa presentarsi per un terzo mandato nel 2025.
La schiacciante vittoria, ampiamente prevista dagli osservatori, è fortemente contestata dall’opposizione, in particolare dal 52enn avvocato Tundu Lissu, candidato presidente del raggruppamento politico Chadema che ha raccolto solamente 13 per cento di consensi. Il presidente del partito, Freeman Mbowe, ha chiesto che si ritorni quanto prima alle urne. I restanti voti sono andati agli altri 13 candidati in lizza per la poltrona più ambita.
A Zanzibar, l’isola della Tanzania con una status di semi autonomia, gli aventi diritto al voto si sono espressi anche sul rinnovo del presidente e dei parlamentari dell’arcipelago. Zanzibar Electoral Commission ha proclamato Hussein Ali Mwinyi (ministro alla Difesa nel precedente governo di Magufuli) vincitore come presidente dell’Isola con il 76,27 per cento delle preferenze.
Una sconfitta schiacciante per Seif Sharif Hamad, leader storico dell’opposizione nell’arcipelago, il raggruppamento politico ACT-Wazalendo.
Già giovedì scorso Lissu aveva lanciato pesanti accuse sullo svolgimento della tornata elettorale: “Non sono state vere elezioni, ma l’opera di una “gang” che vuole restare al potere a ogni costo”, respingendo a priori i possibili risultati. E’ una frode elettorale di una portata senza precedenti, il cambiamento democratico in Tanzania è impossibile”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Morgan Ortagus, ha scritto sul suo account Twitter: “Siamo molto preoccupati, fonti assolutamente credibili hanno segnalato irregolarità elettorali, nonché l’uso della forza da parte dei militari contro civili disarmati. Chiediamo alle autorità tanzaniane di prendere immediatamente le misure necessarie volta a ripristinare la fiducia nel processo democratico”.
Pochissimi media internazionali hanno ottenuto l’accredito per coprire le elezioni nel Paese; piattaforme di social network come Twitter e WhatsApp sono stati bloccati per diversi giorni.
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes
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