Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
20 ottobre 2020
Secondo l’Astrofisica, il Buco nero nulla lascia sfuggire dal suo interno.
In Atletica, il Continente nero è l’opposto: rilascia record e nuove stelle a ripetizione.
La conferma si è avuta pochi giorni fa (sabato 17 ottobre) alla 24° edizione dei Campionati mondiali di mezza maratona disputatisi a Gdynia, città polacca nella Baia di Danzica, sul Mar Baltico.
Peres Jepchirchir, 26 anni, keniana di Kericho (nella contea della Rift Valley), terra produttrice di campioni e di the, ha sbriciolato il primato dei 21,0975 km solo femminili: li ha percorsi in 1 ora, 5 minuti e 16 secondi. Appena 42 giorni prima, sabato 5 settembre, a Praga aveva battuto il record sulla distanza – sempre per sole donne – bloccando il cronometro su 1:05:34. E demolendo il tempo (1:06:11) della pur valida etiope Netsanet Gudeta ottenuto ai Mondiali del 2018.
Jepchirchir ha battuto sé stessa in meno di un mese e mezzo! Una donna dai piedi alati, un Mercurio al femminile.
Non è tutto: un’ora dopo la sua strabiliante performance sul lungomare polacco freddo e ventoso, un diciannovenne ugandese, Jacob Kiplimo, ha vinto la gara maschile con il tempo di 58:49. Anche in questo caso, record dei campionati. Alle sue spalle un’altra rising star delle lunghe distanze: Kibiwott Kandie, 24 anni, del Kenya, che a Praga aveva segnato il quinto miglior tempo di sempre nella storia. Kiplimo si è anche tolto la soddisfazione di sconfiggere il favoritissimo ugandese, Joshua Cheptegei, 26 anni, che a Valencia, appena 9 giorni prima, aveva conquistato il primato del mondo sui 10mila metri.
Prestazioni e figure stravolgenti, che neppure il Covid 19 riesce a fermare. Come ha scritto la Gazzetta dello Sport “si corre, e visti i tempi è già una grande notizia”. E’ il caso di esultare, se si pensa che questi mondiali in Polonia erano programmati per il marzo scorso e molti Paesi non si sono presentati a causa delle restrizioni e delle misure di sicurezza: Stati Uniti, Australia, Canada, Eritrea, Nuova Zelanda….
Sia Kiplimo sia la Jepchirchir hanno due manager italiani: il primo fa parte della scuderia del bresciano Federico Rosa ed è stato allevato in un centro sportivo d’eccellenza il Tuscany Camp. Quanto alla Peres, essa fu scoperta dall’altro celebre agente dell’atletica leggera (ed ex corridore), Gianni Demadonna.
Era il febbraio 2014. La giovane prendeva parte ai campionati keniani di corsa campestre. Era un’illustre sconosciuta, non vinse ma – ha raccontato Demadonna a World Athletics – “corse in modo sorprendente. Fu battuta solo negli ultimi 500 metri. Mi colpirono sia il suo talento fisico, ma soprattutto la sua testa, la sua determinazione. La ingaggiai subito nella mia agenzia”.
Una determinazione maturata nella sua famiglia di agricoltori (mais e the), nel percorso per andare e tornare a scuola a piedi (10 km al giorno), nella pressione esercitata da un fratello: “Sei fatta per correre, devi correre!”.
Alla fine lei cedette. E nel 2017, incinta di pochi mesi, riuscì a vincere una mezza maratona sconfiggendo negli Emirati Arabi la supercampionessa Mary Keitany. Divenuta madre di Natalia nell’ottobre del 2017, impiegò 13 mesi a rimettersi in forma (“che fatica perdere peso”) ma al rientro, nel dicembre scorso, vinse una maratona in Giappone. Un mammina volante.
“Ora, dopo la vittoria e il record di sabato, solo una settimana di riposo – ha dichiarato la giovane (semi)maratoneta a Word Athletics – Mi aspetta la maratona di Valencia del 6 dicembre. Sono così felice di questo titolo mondiale. È un regalo a tutti i kenioti, alla mia famiglia. Mia figlia, benedizione di Dio, capisce quello che faccio e ha detto che vuole correre come Mom! La mia stagione, però, non è ancora completa. Penso che la vittoria mi abbia dato molto in un periodo come quello che viviamo. La pandemia è stata difficile e ha colpito molte persone. Ho usato questo periodo di tempo per allenarmi con mio marito, Davis Ngeno, ( ex runner, ndr) sulle colline di Kapsabet. A Valencia spero di fare 2 ore e 17 minuti, se Dio mi dà salute e forza”. Come ha detto qualcuno, per vincere non basta un fisico bestiale. Occorre una determinazione eccezionale. Mammina Peres possiede entrambi per tagliare traguardi che sembravano irraggiungibili.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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