Cornelia I. Toelgyes
19 ottobre 2020
La popolazione guineana è in attesa dei risultati della tornata elettorale che si è svolta domenica scorsa per eleggere il nuovo presidente. Quasi 5,5 milioni aventi diritto al voto sono state chiamate alle urne per scegliere tra 12 candidati.
La giornata di ieri si è svolta in modo tranquillo, nessun incidente di rilievo è stato denunciato nei seggi sparsi sul territorio, aperti dalle 07.30 alle 18.00. Ora la CENI (Commission électorale nationale indépendante) ha 72 ore di tempo per comunicare i risultati provvisori dello spoglio. L’affluenza alle urne è stata massiccia in ogni parte del Paese.
Nel frattempo l’opposizione sta procedendo al conteggio individuale dei voti, in quanto ritiene che CENI sia sottomessa al potere in carica. Dal canto suo il governo accusa gli oppositori di voler creare disordini e problemi, pubblicando risultati falsi. Ognuno accusa gli avversari di brogli elettorali.
E all’indomani delle elezioni, le forze al potere e l’opposizione si accusano reciprocamente di intimidazioni nei confronti dei loro rappresentanti. La tensione è alle stelle e il governo ha messo in guardia tutti i partiti politici di non pubblicare in nessun modo i propri risultati. Solo CENI ha l’autorità e il potere di farlo.
Ora si temono nuovi incidenti e violenze, una volta proclamato l’esito della tornata elettorale. Nei mesi precedenti sono morte decine di civili durante le manifestazioni. Governo e opposizione si accusano a vicenda delle responsabilità per questi incidenti.
I due maggiori candidati che si contendono la poltrona più ambita del Paese sono l’82enne presidente uscente Alpha Condé, che corre per il terzo mandato e Cellou Dalein Diallo di 68 anni, del partito all’opposizione (Union des forces démocratiques de Guinée – UFDG), sfidando così Condé per la terza volta. Infatti l’anziano presidente ha chiamato i guineani alle urne a marzo per cambiare la Costituzione, che prevedeva solamente due mandati presidenziali consecutivi. Con il referendum, approvato dal 90 per cento dei votanti, i mandati precedenti di Condé sono stati praticamente azzerati. Per questo motivo il presidente uscente è stato ampiamente criticato e contestato dall’opposizione.
Condé è stato eletto per la prima volta nel 2010, dopo anni di regimi autoritari. E’ stato poi rieletto nel 2015. E ora lotta con tutte le sue forze per essere riconfermato. Questa volta l’anziano leader ha promesso che avrebbe fatto della Guinea la seconda potenza economica del continente africano dopo la Nigeria. Sostiene inoltre di aver fatto grandi progressi per quanto riguarda i diritti umani nel Paese.
L’oppositore, invece, dice che bisogna voltare pagina dopo “Dieci anni di menzogne”, e accusa il presidente uscente di repressione da parte delle forze dell’ordine, corruzione, di aver procurato disoccupazione giovanile, povertà. E Diallo sottolinea che Condé è incapace di governare a causa dell’età avanzata.
In caso di ballottaggio, i guineani ritorneranno ai seggi fra un mese, dunque i contendenti avranno tutto il tempo per imbastire una nuova campagna elettorale e cercare vari alleati per sostenerli nella loro corsa alla presidenza.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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