17 ottobre 2020
Migliaia di cuccioli di leoni marini sono stati trovati morti a Pelican Point, poco distante dalla città costiera di Walvis Bay, Namibia.
“Una moria per ora inspiegabile”, hanno esclamato gli scienziati. Almeno cinquemila cuccioli di otaria senza vita (forse anche di più) sono stati avvistati dal drone della ONG Ocean Conservation Namibia, mentre sorvolava l’intera area di Pelican Point.
Un gran numero di questa specie si trova lungo le coste del Sud Africa e della Namibia. Quando le femmine non trovano abbastanza cibo, abortiscono o abbandonano i propri cuccioli.
Tess Gridley, ricercatrice di Namibian dolphin project e dell’Università Stellenbosch, Sudafrica, ha precisato che è nella norma trovare cuccioli di otarie morti in questo periodo dell’anno, ma mai in un numero così elevato.
E Naud Dreyer della ONG Ocean Conservation Nambia ha aggiunto che i primi cuccioli morti sono stati avvistati già nel mese di agosto, ma l’allarme è scattato all’inizio di ottobre, quando ne sono stati trovati oltre cento in un solo giorno. Altri 150 feti prematuri sono stati segnalati nella colonia di Cape Cross, un promontorio della costa atlantica della Namibia, 70 chilometri a nord di Hentiesbaai. È un’area naturale protetta classificata come riserva naturale.
Cape Cross è stato scoperto nel 1486 dal navigatore e esploratore portoghese Diego Cao, che, su mandato di Re Joao II di Portogallo, era alla ricerca di una rotta per raggiungere le Indie.
Cao ha fatto erigere una croce in pietra a Cap Cross (un’altra anche a Monte Negro,altro luogo di sbarco; località conosciuta oggi con il nome di Cabo de Santa Maria, in Angola).
Si stima che i piccoli morti siano circa cinquemila, ma è difficile fare una stima precisa, in quanto molte carcasse sono il cibo preferito degli spazzini della natura, come gli sciacalli dalla schiena nera.
La Gridley ha precisato che sono stati osservati anche molti esemplari giovani e adulte femmine di questa specie estremamente malnutriti sia a Pelican Point, che a Cape Cross, più a nord, dove si trova un’altra colonia di leoni marini.
“Questo evento potrebbe cambiare totalmente il normale ciclo di riproduzione in queste colonie. Di regola una femmina partorisce un cucciolo all’anno e si accoppia con il maschio non appena entra nel periodo dell’estro. Se le femmine abortiscono, potrebbe essere possibile che la fase estrale venga anticipata e forse il maschio in quel momento non sia pronto per l’accoppiamento. Inoltre bisogna anche tener conto del fatto che se le femmine sono troppo magre, non sono forti e sane a sufficienza per portare a termine una gravidanza – ha aggiunto la ricercatrice. Mancanza di cibo, patologie e tossine potrebbero essere tra le possibili cause di questo fenomeno”, ha evidenziato la Gridley.
Già nel 1994 si era verificata una moria simile, dovuta a malnutrizione e un’infezione batterica secondaria (Streptococcus phocae).
Brett Gardner, un veterinario, ha aggiunto che è assolutamente necessario determinare quanto prima l’origine di questa tragedia, per evitare una simile catastrofe in futuro.
Intanto gli scienziati stanno raccogliendo dati, come campioni biologici e altro, per farli analizzare nei laboratori e stanno contando con l’aiuto di droni gli esemplari morti.
Africa ExPress
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