Sandro Pintus
6 ottobre 2020
I jihadisti di al Sunna wa-Jama a Cabo Delgado, estremo nord del Mozambico, preoccupano perfino gli Stati Uniti. Hanno chiesto allo Zimbabwe di aiutare il Mozambico a reprimere un’insurrezione islamista che sta destabilizzando regione ricca di gas (LNG-GLN). Un’area dove operano ENI, ExxonMobil e Total che vale 60 miliardi di USD.
La richiesta è arrivata da Tibor Nagy, sottosegretario USA per gli Affari africani con una telefonata a Sibusiso Moyo, ministro degli Esteri dello Zimbabwe. La risposta di Moyo, secondo Bloomberg, è stata che gli Stati Uniti dovrebbero prima diminuire le sanzioni contro i burocrati dello Zimbabwe.
L’ex generale Sibusiso Moyo ha svolto un ruolo chiave in un colpo di stato soft che ha estromesso il presidente-dittatore in cui Robert Mugabe nel 2017. La fine di una feroce dittatura che ha portato il fertile Paese, una volta granaio dell’Africa, al collasso. Alla presidenza è andato Emmerson Mnangwagwa, veterano come Mugabe della guerra di liberazione, che finora non è riuscito a risollevare la nazione.
Dopo un primo periodo di speranza nei cambiamenti iniziati da Mnangwagwa, primo dei quali la lotta alla corruzione, la situazione è andata peggiorando. Inflazione, siccità, carestia e scioperi per i salari insufficienti hanno riportato il Paese nel buio. L’ultimo dei grandi scioperi durato mesi è quello degli statali dei medici ospedalieri. Questi ultimi avevano gli stipendi svalutati del 90 per cento una situazione che ha causato la fuga del medici all’estero.
Con il Coronavirus è arrivata la tempesta perfetta che ha messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale. I medici oltre a non avere il minimo per proteggersi durante la pandemia, hanno denunciato che negli ospedali non c’è nemmeno l’acqua pulita.
Ma perché Washinghton ha chiesto l’intervento militare a Cabo Delgado allo Zimbabwe? Innanzi tutto per la vasta conoscenza del territorio. Lo Zimbabwe ha un debito di riconoscenza verso l’ex colonia portoghese. La guerriglia anti-Rhodesia bianca (oggi Zimbabwe) si appoggiava al confinante Mozambico prima dell’indipendenza. Le truppe scelte dello Zimbabwe hanno combattuto in Mozambico contro la guerriglia RENAMO (oggi in parlamento) durante la guerra civile. Inoltre i militari zimbabwiani hanno operato in Congo-K (RDC) e a sostegno delle truppe USA in Angola e Somalia.
Gli Stati Uniti hanno interessi troppo importanti a Cabo Delgado ma non possono intervenire direttamente in uno scenario che è prevalentemente di guerriglia jihadista. Un conflitto, iniziato nell’ottobre 2017, che ha portato morte e distruzione. Con un risultato tragico: oltre 1300 morti e 300 mila profughi.
Filipe Nyusi, presidente del Mozambico, lo scorso maggio ha chiesto aiuto alla SADC attraverso il suo omologo Emmerson Mnangwagwa, rappresentante della troika sulla sicurezza del 16 Paesi SADC. Un vertice speciale con esito tiepido, ripreso dal summit annuale con il Mozambico presidente di turno ma con finale simile all’incontro precedente.
La situazione economica catastrofica dello Zimbabwe non permette un intervento militare a Cabo Delgado ma se Washington finanzia – e abbassa le sanzioni – potrebbe farlo.
Sandro Pintus
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