Antonio Mazzeo
22 settembre 2020
Più di un centinaio di missili di produzione anglo-franco-italiana per le nuove unità da guerra del dittatore Abdel Fattah al-Sisi. Secondo il quotidiano on line La Tribune, il governo egiziano ha scelto il consorzio europeo MBDA (di proprietà per il 75% delle holding Airbus e BAE Systems e per il restante 25% di Leonardo-Finmeccanica), per la fornitura dei sistemi missilistici superficie-aria destinati ad armare le quattro fregate della classe Meko A200 recentemente acquistate.
Il modello prescelto è il VL-MICA (acronimo di missile di intercettazione, di combattimento e autodifesa), un sistema a lancio verticale anti-aereo e multi-obiettivo a medio raggio (gittata sino a 20 km di distanza) e una velocità di Mach 3 (3.704 Km/h), già acquistato nel 2017 dall’Egitto – 100 unità – per le fregate della classe Gowind 2500 di produzione francese. Inizialmente il regime di al-Sisi si era rivolto al gruppo industriale Denel Dynamics per dotarsi di 96 missili Umkhonto a guida radar e 32 nella versione a guida infrarosso; a seguito della crisi finanziaria che ha investito l’azienda sudafricana, l’Egitto aveva però cancellato la commessa.
Le fregate Meko A200 che ospiteranno i missili VL-MICA sono state realizzate nei cantieri navali della tedesca ThyssenKrupp Marine Systems e assicureranno un ampio spettro di missioni, dalla guerra anti-sottomarini al pattugliamento marittimo, al supporto delle forze speciali e alle operazioni SAR (search and rescue).
Il gruppo MBDA è uno dei principali produttori europei di sistemi missilistici e tecnologie avanzate per le forze armate terrestri, navali ed aeree. Con il 26% del mercato mondiale missilistico, esso occupa il secondo posto mondiale dietro la statunitense Raytheon. Nel 2019 ha registrato ordini per il valore di 3,7 miliardi di euro ed impiega oltre 11.000 addetti in Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Nel nostro paese è presente attraverso la controllata MBDA Italia S.p.A. e tre siti industriali: lo stabilimento di Roma, sede del management e del centro di produzione software; il sito di La Spezia che si occupa prevalentemente dello sviluppo dei prodotti del settore anti-nave; il sito di Fusaro-Bacoli (Napoli) per la produzione meccanica e lo sviluppo dei sistemi a radio frequenza.
Il consorzio MBDA è uno dei fornitori missilistici di fiducia del regime egiziano. Per le corvette Gowind 2500 è stato sottoscritto un contratto del valore di 400 milioni di euro che oltre ai VL-MICA vede la consegna dei missili anti-nave a medio raggio MM40 Block 3 Exocet. Le corvette sono state armate pure con pezzi d’artiglieria da 76 mm prodotti da OTO-Melara, società di La Spezia controllata da Leonardo-Finmeccanica.
MBDA sta negoziando con la Marina militare egiziana la vendita delle versione navale del missile guidato di quinta generazione MMP a corto raggio, mentre ha già fornito all’Aeronautica militare i missili MICA multi-bersaglio aria-aria per armare i cacciabombardieri Rafale e Mirage 2000-5. In dirittura di arrivo ci sarebbe infine una maxi-commessa per la fornitura di sofisticati sistemi di difesa aerea e costiera.
Oltre ai sistemi missilistici, le grandi aziende armiere italiane starebbero per sottoscrivere accordi multimilionari con le forze armate del paese africano. Il 7 giugno 2020, un lungo colloquio telefonico tra il premier Giuseppe Conte e il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha permesso di sbloccare la trattativa per il trasferimento di due fregate classe FREMM prodotte da Fincantieri S.p.A. (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi) per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. All’Egitto potrebbero essere vendute presto altre quattro FREMM, 20 pattugliatori d’altura, 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e numerosi velivoli da addestramento M-346 di Leonardo-Finmeccanica, più un satellite da osservazione, per un valore complessivo di 10,7 miliardi di dollari.
Il rapporto di Rete Disarmo sulla vendita di armi italiane all’estero ha rilevato che nel 2019 il valore delle autorizzazioni governative a favore dell’Egitto è stato di 871,7 milioni di euro, cento volte in più di quanto era stato registrato nel 2016, cioè 7,1 milioni. Teatri di guerre e dittature si confermano come i migliori mercati dei sistemi di morte made in Italy.
Antonio Mazzeo
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