Sandro Pintus
17 settembre 2020
Prima bastonata e poi ammazzata a colpi di Kalashnikov delle Forze armate mozambicane (FADM). È la tragica fine di una donna, anonima, incrociata da uomini in uniforme sulla strada R698 a Cabo Delgado, provicia settentrionale del Mozambico.
Il video, inviato ad Africa ExPress da una nostra fonte mozambicana, testimonia la terribile morte in diretta della povera donna. Meno di due minuti – brutali – che fanno inorridire. Esempio di una violenza gratuita e una ferocia inimmaginabile e inaccettabile. È la fotografia di ciò che sta succedendo a Cabo Delgado.
Alcuni uomini in uniforme e mitra vedono la donna nuda. È sola. Le urlano contro e uno di loro le impone di fermarsi. Lei ha paura – chi non l’avrebbe? – è confusa. Allunga il passo lungo il bordo di una strada. Probabilmente è in fuga dagli scontro tra jihadisti e Forze armate mozambicane. Uno dei militari con uno zaino rosso e un bastone corre verso di lei e la raggiunge dandole una bastonata.
La donna cerca disperatamente di proteggersi con le braccia ma arrivano altri colpi sul viso, sulla testa, sulla pancia, dappertutto. Lei si sposta dal selciato per allontanarsi dal “branco” ma il militare continua a bastonarla mentre altri uomini si avvicinano urlandole contro. Se ne contano quattro e un quinto filma. Uno dice: “È una di al-Shebab”, riferendosi ai jihadisti che infuriano a Cabo Delgado.
Poi uno sparo a distanza ravvicinata di Kalashnikov. Gli altri, come esaltati da chi ha sparato per primo, lo imitano. La vittima cade senza vita sul selciato. Scaricano i mitra Kalashnikov MK-47 e MPK sul suo povero corpo esanime. Per 36 volte. Uno dei militari urla: “È una puttana”. Si sente dire: “Basta”, ma gli spari continuano. Un altro dice: “Fatto. Abbiamo ammazzato una di al-Shebab”. E mentre tornano indietro il filmato mostra almeno una dozzina di militari. Uno di questi, in primo piano, fa la “V” di “vittoria” con le dita. Come se si possa chiamare così un vile atto di questo genere.
Il video sta circolando sui social mozambicani destando orrore, disgusto, rabbia, turbamento, tra l’opinione pubblica e la società civile. Il ministero della Difesa mozambicano ha definito “orribili” le immagini del filmato e ha smentito che possano essere militari delle Forze armate.
Pare difficile però davanti alle analisi del Crisis Evidence Lab (Laboratorio di evidenza delle crisi) di Amnesty International. Secondo l’inchiesta i soldati indossavano l’uniforme delle FADM. La relazione dell’ong conferma che un militare ha la caratteristica mostrina gialla e nera sulla spalla, come si vede nell’immagine di Amnesty. Inoltre, la maggior parte dei soldati indossa l’uniforme completa, escluso l’artigliere con il PKM con la maglietta rossa al posto di quella mimetica standard.
I soldati parlano tutti portoghese, lingua ufficiale del Mozambico e quindi delle sue Forze armate. Grazie all’analisi del filmato, Amnesty ha individuato anche il luogo dell’esecuzione della donna: Awassa, Cabo Delgado, poco distante da Mocimboa da Praia, luogo eletto dell’occupazione jihadista. E ne mostra anche una mappa satellitare.
Il video è apparso per la prima volta sui social media il 14 settembre. Ma secondo fonti di Amnesty International, “è stato condiviso dagli smartphone il 7 settembre, il giorno in cui è stato probabilmente girato”. Data che coincide con l’operazione militare del governo per “ripulire” le aree di Awasse e Diaca dai jihadisti. Quindi conferma la presenza dei militari FADM sul posto in quel momento.
La settimana scorsa Amnesty aveva pubblicato un rapporto sulla situazione nella provincia di Cabo Delgado, negato dal governo di Maputo. Nella relazione ha denunciato il tentativo di decapitazione, tortura e altri maltrattamenti di prigionieri e lo smembramento di presunti combattenti dell’opposizione. Ma anche maltrattamenti alla popolazione che spesso viene considerata fiancheggiatrice dei jihadisti.
La violenza jihadista di al Sunna wa-Jama – chiamati dalla popolazione al-Shebab – è iniziata nell’ottobre 2017. Secondo ACLED i jihadisti hanno ucciso oltre 1.300 persone e causato tra 250 mila e 368 mila sfollati. A Cabo Delgado ormai si tratta di guerra. Una guerra che le Forze armate mozambicane non riescono a fermare nemmeno con l’appoggio aereo dei mercenari del Dyck Advisory Group.
Intanto, il giovane militare che fa la “V”di “vittoria” con la mano dopo l’omicidio della donna è deceduto. Si chiamava Ramiro Moises Machatine ed è lui l’autore del video che ha messo sotto accusa le Forze armate e il ministero della Difesa del Mozambico. I media mozambicani parlano di omicidio. Ne riparleremo.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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