Antonio Mazzeo
3 settembre 2020
Nuovi affari per il complesso militare-industriale italiano in Algeria. A fine luglio, i cantieri navali Intermarine di Sarzana hanno consegnato un’unità cacciamine alla Marina militare algerina. Lunga 52,5 metri e larga 10, la nave da guerra ha un dislocamento di 700 tonnellate circa e può raggiungere velocità massime fra i 13 e i 16 nodi. Oltre a finalità d’individuazione e neutralizzazione di mine navali, l’unità può essere utilizzata per vere e proprie attività di combattimento grazie all’imbarco di due sistemi multiruolo per l’attacco simultaneo di bersagli OTO Marlin WS con cannone da 30 mm e direzione del tiro prodotti da Leonardo-Finmeccanica S.p.A.. Leonardo ha fornito pure i sensori elettrottici per il controllo del tiro e i sistemi di comando, controllo e comunicazione. Alla realizzazione del cacciamine ha contribuito la società di ingegneria e progettazione Orizzonte Sistemi Navali S.p.A., interamente controllata dalle holding a partecipazione statale Fincantieri e Leonardo.
Nel giugno 2017 Intermarine aveva consegnato alle forze militari navali dell’Algeria un’unità con le stesse funzioni e caratteristiche di quella odierna, nell’ambito di un accordo sottoscritto a Parigi nel 2014 in occasione di Euronaval, la kermesse espositiva internazionale di imbarcazioni e sistemi d’armamento navale. Il cacciamine, con una capienza massima sino a 58 persone di equipaggio, era stato battezzato dalle autorità algerine con il nome di El-Kasseh 1. Inizialmente il contratto prevedeva la realizzazione di una sola unità da guerra, ma l’Algeria ha poi ordinato alla società ligure una seconda imbarcazione.
Intermarine S.p.A. è tra i leader mondiali nella progettazione, costruzione ed equipaggiamento di navi militari con requisiti operativi speciali come sono ad esempio i cacciamine. “A conferma della propria leadership internazionale in questo specifico settore delle navi per la difesa, Intermarine ha già realizzato 43 unità in nove diverse configurazioni, per le Marine Militari di otto Paesi”, riporta l’ufficio stampa del gruppo. Le classi dei cacciamine “Lerici” della Marina militare italiana e “Osprey” di US Navy sono state varate dai cantieri di Intermarine; altre unità da guerra (pattugliatori veloci, navi logistiche e trasporto, ecc.) sono state vendute alle marine da guerra di Australia, Finlandia, Malesia, Nigeria, Taiwan e Thailandia.
Dal 2004 Intermarine è interamente controllata dal gruppo Immsi S.p.A., holding finanziaria-industriale italiana controllata dalla famiglia Colaninno. Nel gennaio 2013 la società ha assunto il controllo della Rodriquez Cantieri Navali S.p.A. di Messina, storica azienda produttrice di aliscafi a uso militare e civile. Attualmente Intermarine ha sede legale a Sarzana, in provincia di La Spezia, dove sono presenti pure i maggiori impianti produttivi. A Messina l’azienda del gruppo Colaninno ha mantenuto operativo un cantiere navale specializzato nella progettazione e produzione di navi veloci in alluminio e acciaio di dimensioni minori. La società controlla pure un cantiere navale a Rio de Janeiro (Brasile).
Presidente del consiglio d’amministrazione di Intermarine è Livio Corghi, anche direttore di RCN Finanziaria S.p.A., altra compagnia della famiglia Colaninno. Nel management della società di Sarzana compare poi Maurizio Bertacchini, già manager negli Stati Uniti del programma di allestimento dei cacciamine “Osprey” destinati a US Navy, e Aldo Stile, già contract manager di Alenia Marconi Systems e Selex Sistemi Integrati, due società del gruppo Finmeccanica.
Con la principale holding del comparto militare-finanziario-industriale italiano, Intermarine ha una lunga e consolidata partnership. Lo scorso 18 giugno i vertici di Intermarine e Leonardo-Finmeccanica hanno reso noto di aver sottoscritto un “accordo strategico di ricerca e sviluppo” di tecnologie funzionali alla realizzazione di prodotti e di collaborazione commerciale nel mercato navale militare e para-militare. “Il lavoro congiunto nei diversi settori specialistici rafforzerà ulteriormente la partecipazione ai programmi di nuova generazione e di rinnovo delle flotte di navi cacciamine, di pattugliatori veloci e di navi idrografiche”, riporta la nota dell’ufficio stampa di Intermarine.
Più specificatamente i centri di ricerca e gli stabilimenti produttivi delle due società potenzieranno insieme gli investimenti in robotica, tecnologia unmanned (droni marittimi e subacquei, ecc.) e ingegneria navale, “aspetti sostanziali e necessari alla produzione di unità multiruolo sia costiere che di altura in grado di soddisfare gli sfidanti profili di missione richiesti per la lotta alle mine e per un controllo efficace del mare”. A far gola a Intermarine e Leonardo i mercati di Africa e Medio Oriente, aree geografiche perennemente al centro di sanguinosi conflitti.
Antonio Mazzeo
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