29 agosto 2020
Regna ancora una gran confusione a Bamako, la capitale del Mali. La giunta militare, Comité national pour le salut du peuple (Comitato Nazionale per la Salvezza del Popolo), capeggiata da Assimi Goïta, al potere dallo scorso 18 agosto, ha rinviato la riunione sulla transizione, in agenda per questa mattina, per problemi organizzativi. Il meeting era stato convocato con la massima urgenza, dopo la dura presa di posizione della CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale).
Durante la videoconferenza di ieri i capi di Stato membri di CEDEAO avevano respinto con pugno di ferro le proposte della giunta militare. Jean-Claude Kassi Brou, presidente della Commissione di CEDEAO aveva spiegato che all’interno dell’istituzione vige una regola: “In caso di colpo di Stato in un dei Paesi membri, il periodo di transizione non deve oltrepassare 12 mesi; una seconda norma prescrive che il governo provvisorio deve essere guidato da un capo di Stato civile e anche il primo ministro non deve far parte dei ranghi militari. Entrambi non potranno candidarsi alle presidenziali”.
Insomma le proposte della CEDEAO sono l’opposto di quanto è stato dichiarato in precedenza dai putschisti: un periodo di transizione di 2-3 anni prima di indire libere elezioni; il CNSP aveva detto di essere comunque disposto di formare un governo composto da militari e civili.
In attesa di risposte chiare dalla giunta militare resteranno in vigore tutte le sanzioni imposte dalla CEDEAO. Le frontiere dei Paesi membri dell’Organizzazione confinanti con il Mali resteranno chiuse e bloccati tutti gli scambi commerciali e finanziari, eccezion fatta per i beni di prima necessità e medicinali e materiale per la lotta contro Covid-19.
Nel frattempo i militari hanno liberato l’anziano ex presidente Ibrahim Boubacar Keïta (IBK) giovedì scorso, come richiesto dai membri dell’Organizzazione economica. Gli altri personaggi di spicco, arrestati insieme a Keita, come l’ex primo ministro Boubou Cissé, non potranno, per il momento, godere degli stessi privilegi; il loro rilascio dipende dall’evoluzione dello stato delle cose, ha riferito un portavoce dei golpisti.
Il rinvio della riunione per “motivi organizzativi” è una spiegazione molto vaga; finora non è stata fissata una nuova data. Ieri sera il CNSP aveva convocato per oggi i partiti dell’opposizione e quelli della maggioranza, raggruppamenti politici del centro e altri non allineati, organizzazioni della società civile e gruppi armati del nord, firmatari del trattato di pace del 2015. All’incontro non erano stati invitati i leader religiosi e rappresentanti del movimento CMAS, l’organizzazione del potente imam Dicko, al centro delle contestazioni nelle piazze contro l’ex presidente Keita, insieme a altri componenti del Movimento 5 Giugno.
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