Africa ExPress
16 agosto 2020
José Filomeno dos Santos, figlio dell’ex presidente angolano, Eduoardo dos Santos, è stato condannato dalla Corte suprema di Luanda, la capitale del Paese, a 5 anni di prigione. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Joao da Cruz Pitra, che lo ha ritenuto responsabile di frode e traffico di influenze illecite.
Insieme al figlio dell’ex presidente sono stati giudicati anche altri tre complici: l’ex governatore della Banca Nazionale angolana, Valter Filipe da Silva, l’ex direttore dello stesso istituto, António Samalia Bule, e Jorge Gaudens Sebastiao, uomo d’affari e amico di José Filomeno. A loro la Corte ha inflitto pene da 4 a 6 anni di detenzione.
I reati sono stati commessi mentre José Filomeno era presidente del fondo statale petrolifero, incarico affidatogli dal padre nel 2013; il nuovo presidente, João Lourenço gli ha tolto l’importante poltrona all’inizio del 2018.
Il rampollo di casa dos Santos è sotto i riflettori della giustizia angolana da marzo 2018. Alla fine di settembre dello stesso anno per diversi mesi è stato posto in detenzione preventiva per la gravità delle accuse che gli erano state contestate: frode, appropriazione indebita di fondi, traffico di influenze illecite, riciclaggio di denaro, associazione criminale, corruzione.
Durante il processo è stato appurato il trasferimento di cinquecentomila dollari su un conto svizzero, mentre José Filomeno era presidente del fondo statale petrolifero. La somma in questione era depositata presso la banca centrale di Luanda ed è stata versata su un conto di una delle succursali londinesi del Credito Svizzero nel settembre 2017, poco dopo l’insediamento del nuovo presidente Lorenço. Le autorità britanniche avevano congelato i cinquecento milioni di dollari perché sospettavano che dietro questa transazione ci fosse un illecito.
Venerdì scorso la sorellastra di José Filomeno, Isabel dos Santos, da mesi sotto inchiesta per sottrazione di fondi pubblici, ha lasciato il consiglio di amministrazione di UNITEL (maggiore operatore di telefonia mobile in Angola) compagnia della quale detiene il 25 per cento delle azioni.
Secondo la rivista specializzata Forbes, la fortuna personale di Isabel è stimata in più di 2 miliardi di dollari. La donna, oggi 46enne, è stata anche a capo delle compagnia statale del petrolio, Sonangol. L’ex presidente, con un colpo da maestro, aveva fatto fuori tutto il consiglio d’amministrazione della società per piazzare la figlia sul ponte di comando. Lourenço, appena eletto, senza perdere tempo, ha rimosso immediatamente la “principessa” dalla Sonangol.
Da gennaio la giustizia angolana ha sequestrato in via cautelare i conti bancari e gli attivi delle società di Isabel dos Santos e del marito Sindika Dokolo, un collezionista d’arte di origini congolesi, figlio del miliardario banchiere e collezionista di arte africana classica, Augustin Dokolo e di Hanne Kruse, danese.
A febbraio, dietro richiesta del governo angolano, anche il Portogallo ha congelato dozzine di conti appartenenti a Isabel. La donna respinge tutte le accuse, ma intanto a giugno è stata respinta la richiesta di dissequestro dei suoi beni.
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