Cornelia I. Toelgyes
14 agosto 2020
Dopo una pausa di due settimane per i festeggiamenti dell’Aïd (festa del sacrificio), migliaia di manifestanti sono tornati in piazza a Bamako, la capitale del Mali.
La pioggia non ha scoraggiato i maliani. Una grande folla si è radunata attorno a Place de Indépendance, epicentro delle contestazioni nella capitale, per chiedere ancora una volta e sempre con maggior determinazione le immediate dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keita.
Molti sono venuti anche da altre città del Paese. Un giovane di Timbuktu, antica città del nord, conosciuta anche con il nome di “Perla del deserto”, si è lamentato delle condizioni di vita nel nord: “Manca tutto, non abbiamo strade, per non parlare dell’insicurezza che aumenta di giorno in giorno. Il primo ministro Boubou Cissè ha fatto un sacco di promesse di fronte ai notabili del luogo e ai rappresentanti di MINUSMA (Missione dell’ONU in Mali, presente dal 2013 con 13.289 militari e 1.920 agenti di polizia, ndr), ma è un bugiardo, dopo un anno non è stato fatto nulla. Siamo punto e daccapo”.
Il Movimento 5 giugno, che raggruppa membri della società civile e partiti dell’opposizione e religiosi, in particolare il Coordinamento CMAS, guidato dall’imam Mahmoud Dicko, non demorde.
Martedì sono saliti sul palco diversi leader del Movimento, l’opposizione tutta accusa il presidente di aver messo in piedi un sistema oligarchico e plutocratico. E in un documento firmato congiuntamente è stato precisato tra l’altro: “Il popolo del Mali ha diritto alle stesse attenzioni delle quali godono i cittadini boukinabé, gambiani, algerini, libanesi nei confronti di dirigenti corrotti e senza visione costruttiva” e ancora “Questo modo di gestire ha portato il Mali sull’orlo del baratro e ha compromesso la stabilità nel Sahel e nella subregione”.
L’influente imam Dicko ha preso la parola per ultimo sul palco. “Bisogna ridare dignità e onore ai maliani”. E ha aggiunto: “Anche se non abbiamo apprezzato il modo con il quale è stato gestito l’intervento della CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale), li ringraziamo del loro gesto. Ma ora è giunto il momento di parlare tra noi maliani. Anche se il presidente non ci ascolta, capirà. Giuro davanti a Dio: capirà, ma non dobbiamo avere fretta. Vinceremo in modo pacifico”.
E infatti, questa volta anche la manifestazione si è svolta senza incidenti.
Dall’altro canto la CEDEAO continua le trattative per contribuire a una soluzione della profonda crisi che affligge l’ex colonia francese. Goodluck Jonathan, ex presidente nigeriano e a capo della missione dell’Organizzazione economica, mercoledì scorso ha incontrato a Nioro, nella parte occidentale del Paese, Bouyé Haïdara, personaggio molto influente della vita politica maliana.
Finora non sono trapelati particolari dettagli dell’incontro. Il notabile, un religioso della zona, ha solamente sottolineato che l’attuale crisi può essere risolta esclusivamente con il dialogo e ha promesso che parlerà ai fedeli in tal senso nella sua prossima predica, prevista per venerdì prossimo”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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